Un cammino… in compagnia – La tutoria ignaziana ai licei

La nostra scuola è all’avanguardia da molti punti di vista, ma un aspetto che la caratterizza particolarmente è l’attenzione che rivolge ai suoi studenti. La presenza di un campus implica una maggiore attenzione nei riguardi del singolo, amplificata
anche e soprattutto dalla presenza e assegnazione di tutor a partire dal liceo. La figura del tutor è stata ideata per affiancare lo studente durante il suo percorso scolastico, di crescita accademica e spirituale; ha sempre fatto parte della tradizione
dei gesuiti assumendo diversi nomi nel corso del tempo.

Ogni classe, a partire dal primo anno del liceo, viene assegnata ad un tutor, che durante il corso dell’anno riserva alcuni momenti per poter ascoltare dubbi, perplessità, per conoscere meglio la classe e per cercare di risolvere qualsiasi tipo di problema interno. I tutor d’altro canto sono gli stessi professori che si mettono a disposizione della scuola e degli studenti, ciò permette a nostro avviso una maggiore cura, ma soprattutto una maggiore apertura da parte dei ragazzi che, avendo già un rapporto di rispetto e fiducia reciproca con gli insegnanti, hanno una maggiore possibilità di confronto.

Il Gonzaga mette a disposizione due tipologie di tutor: uno di classe che come ho detto precedentemente è assegnato all’ intera classe, intesa per indirizzo, e di sua spontanea volontà oppure su sollecitazione dei ragazzi dedica qualche ora dell’anno all’attività di tutoria, ovvero al confronto ma soprattutto all’ascolto degli alunni. Una seconda tipologia di tutor è quella personale; quest’ultima viene assegnata a partire dal terzo anno del liceo ad ogni studente, ma a differenza della prima il tutor viene scelto dallo studente stesso a cui viene fornita una lista di insegnanti che si propongono per questa attività. Questa seconda tipologia è nata per offrire un supporto agli alunni dal punto di vista didattico e solo su loro richiesta verranno affrontate tematiche personali.

Attraverso il tutoraggio si cerca di affiancare e soprattutto di sostenere i ragazzi, che si trovano in una delicatissima fase della loro vita, l’adolescenza; l’essere condotta dagli insegnanti non deve far credere questa attività lontana dai ragazzi anzi, lo
scambio che avviene tra l’insegnante e gli alunni non viene posto esclusivamente sul piano didattico, ma si cerca di mettere in risalto il lato umano di entrambi. L’attività viene dunque posta come una sorta di chiacchierata con l’unico fine di far sentire accolti ed al sicuro gli studenti, ciò permette anche di rafforzare e di creare un rapporto più saldo e sincero.

Durante questi ultimi due anni la figura del tutor si è rivelata necessaria: sappiamo tutti quanto quest’ultimo periodo sia stato difficile e penso che tutti possiate immaginare quanto sia stato deleterio per noi ragazzi. In quest’occasione la presenza dei tutor è stata di estremo aiuto, non tutti hanno la possibilità o la voglia di parlare in casa o in altri ambienti dei propri problemi e molti di noi hanno trovato in essi un angolo di pace nel caos che stavamo vivendo. D’altra parte i professori si sono rivelati estremamente disponibili, ma soprattutto desiderosi di aiutarci, anzi molte volte sono stati loro a fare il primo passo senza che gli alunni parlassero…

Per dare un’idea più chiara di questa figura, in particolare del Tutor individuale, ho fatto alcune domande a Carlotta D’arpa e Costanza Montalbano, due ragazze del quarto anno del liceo, per capire un po’ come è stata vissuta questa attività e perché
secondo loro è importante. “Secondo noi è fondamentale che un alunno abbia un suo spazio personale all’interno della scuola dedicato esclusivamente a lui, confrontandosi poi con persone che lavorano tutti i giorni con i ragazzi e perciò sanno come porsi.

È molto utile anche per chi è nuovo e si inserisce in un contesto già formato, l’attività di tutoria lo può aiutare molto ad integrarsi in fretta. Infine è uno spazio di confronto ma soprattutto di sfogo dove si è certi che non si verrà giudicati.

Ho poi intervistato uno dei nostri insegnanti che da più tempo si occupa del tutoraggio qui al Gonzaga, il professore Alessandro Castelli, chiedendogli, invece, cosa lo ha spinto a proporsi come tutor e perché secondo lui questa figura è importante. “Ritengo che l’attività di Tutoria sia importante perché è un’attenzione in più della scuola nei confronti degli alunni. I ragazzi, infatti, non sono solo teste da riempire, sono soprattutto persone, che, come tutti, a volte vivono situazioni di disagio e per tale motivo vanno accompagnati, sia che si tratti di trovare insieme il metodo di studio più adeguato, sia che si tratti di imparare a relazionarsi con gli altri, compagni o docenti.

Per come la vivo io, l’esperienza tutoriale è un impegno bello. Da insegnante capita di rivivere le situazioni che mi capitavano quando ero adolescente. A volte non è semplice affrontarle, ma negli anni la tutoria mi ha aiutato a vedere le persone che si
nascondono dietro i volti degli studenti. E spesso sono bellissime. Il punto, comunque, non è dare la soluzione a un problema, ma guardare la propria situazione da un differente punto di vista. Proprio questo mi piaceva e mi piace tuttora: vedere le persone da un differente punto di vista. Vale sia per gli alunni che per gli insegnanti. Credo che la scuola debba fare crescere i ragazzi anche dal punto di vista umano proprio attraverso questo scambio di esperienze”.

Elena Sottile

“Foglia Verde”, il comitato di redazione ecologico ci racconta la Grindadrap.

Nelle isole delle Faroe oltre 1500 delfini sono stati massacrati e uccisi nella tradizionale caccia che da secoli si svolge nel paese.

È un evento che, anno per anno, scatena  l’ira non solo degli ambientalisti ma anche di alcune organizzazioni che vi partecipano. La Grindadrap, così si chiama la pratica barbarica, si è tenuta domenica 12 settembre e consiste nel trascinare i mammiferi, soprattutto balene, e poi massacrarli con dei coltelli.

Ogni anno, vengono sgozzate circa 600 balene e 40 delfini. Questo è stato, però, un massacro di dimensioni senza precedenti: un più triste record risaliva al 1940 quando ne furono uccisi ben 1200. “E’ stato un grande errore”, ha ammesso Olavur Sjurdaberg,  il presidente dell’associazione BALENIERI delle isole, dopo le polemiche. La reazione dei cittadini fu di shock  a causa del numero straordinariamente grande di delfini uccisi. 

Un albero per il futuro

Anche al Gonzaga troverà dimora la “piantina di Falcone”, simbolo che unisce legalità ed ecologia

Si celebra oggi in Italia la Giornata Nazionale degli Alberi, ricorrenza istituita nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, seppur le sue radici siano più profonde: è stato per primo, infatti, Guido Baccelli, ministro della pubblica istruzione del 1898, a proporre l’istituzione di una giornata destinata alla valorizzazione del patrimonio arborio italiano, con lo scopo di ricordare il ruolo fondamentale ricoperto da boschi e dalle foreste. L’obiettivo è promuovere ed educare alla preservazione dell’ambiente, alla tutela di “questa nostra oppressa e devastata Terra che protesta”, per usare le parole del Santo Padre.

Il futuro è un appuntamento imprescindibile. Per questo motivo, il nostro campus ha aderito al progetto nazionale di educazione alla legalità ambientale “Un albero per il futuro”, promosso dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica. Il progetto, nato dall’intento di intraprendere un percorso di sensibilizzazione e consapevolezza dell’importanza degli alberi nel processo di contenimento dei cambiamenti climatici, prevede la donazione e la messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50mila piantine autoctone nel triennio 2020-2022. 

Nell’ambito di questa iniziativa, inoltre, è stata avviata una procedura per la duplicazione e la distribuzione, nelle scuole richiedenti, delle talee prelevate dall’Albero di Falcone. Le prime 100 “piantine di Falcone”, simbolo dell’impegno dello Stato alla lotta alle mafie, sono state consegnate ieri, all’interno dell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, alle scuole. A questo importante incontro, denso di interventi e momenti di riflessione sulla stretta trama che unisce legalità ed ecologia, cambiamenti climatici, inquinamento e sfruttamento intensivo delle risorse, hanno partecipato gli studenti e le studentesse del nostro campus. La “piantina di Falcone” verrà piantumata negli spazi verdi del campus, come simbolico presidio di legalità, emblema di rispetto per il mondo che ci circonda e di responsabilità verso il futuro, per il mondo che accoglierà le generazioni a seguire. 

In occasione di questa importante iniziativa, anche i bambini e le bambine della scuola dell’Infanzia hanno dato il loro contributo. Nel corso del laboratorio pomeridiano Art Attack, è stato realizzato, con materiale riciclato, foglie secche e cartone, un albero affiancato dalla sagoma di una bambina, con l’intento di evidenziare la similarità tra essi e gli esseri umani: ogni sezione dell’albero trova un corrispettivo negli organi del nostro corpo, e per questo merita adeguato nutrimento e sacro rispetto. L’attività laboratoriale ha proprio questo intento, ovvero ribadire l’importanza rivestita dal patrimonio arborio e l’imprescindibilità della  sua tutela perché siamo un unico meraviglioso corpo che respira all’unisono!
Educare alla legalità ambientale significa educare all’inscindibilità di legalità ed ecologia, nel rispetto del mondo che ci circonda.

Anche al Gonzaga troverà dimora la “piantina di Falcone”, simbolo che unisce legalità ed ecologia

Si celebra oggi in Italia la Giornata Nazionale degli Alberi, ricorrenza istituita nel 2013 dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, seppur le sue radici siano più profonde: è stato per primo, infatti, Guido Baccelli, ministro della pubblica istruzione del 1898, a proporre l’istituzione di una giornata destinata alla valorizzazione del patrimonio arborio italiano, con lo scopo di ricordare il ruolo fondamentale ricoperto da boschi e dalle foreste. L’obiettivo è promuovere ed educare alla preservazione dell’ambiente, alla tutela di “questa nostra oppressa e devastata Terra che protesta”, per usare le parole del Santo Padre.

Il futuro è un appuntamento imprescindibile. Per questo motivo, il nostro campus ha aderito al progetto nazionale di educazione alla legalità ambientale “Un albero per il futuro”, promosso dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica. Il progetto, nato dall’intento di intraprendere un percorso di sensibilizzazione e consapevolezza dell’importanza degli alberi nel processo di contenimento dei cambiamenti climatici, prevede la donazione e la messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50mila piantine autoctone nel triennio 2020-2022. 

Nell’ambito di questa iniziativa, inoltre, è stata avviata una procedura per la duplicazione e la distribuzione, nelle scuole richiedenti, delle talee prelevate dall’Albero di Falcone. Le prime 100 “piantine di Falcone”, simbolo dell’impegno dello Stato alla lotta alle mafie, sono state consegnate ieri, all’interno dell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, alle scuole. A questo importante incontro, denso di interventi e momenti di riflessione sulla stretta trama che unisce legalità ed ecologia, cambiamenti climatici, inquinamento e sfruttamento intensivo delle risorse, hanno partecipato gli studenti e le studentesse del nostro campus. La “piantina di Falcone” verrà piantumata negli spazi verdi del campus, come simbolico presidio di legalità, emblema di rispetto per il mondo che ci circonda e di responsabilità verso il futuro, per il mondo che accoglierà le generazioni a seguire. 

In occasione di questa importante iniziativa, anche i bambini e le bambine della scuola dell’Infanzia hanno dato il loro contributo. Nel corso del laboratorio pomeridiano Art Attack, è stato realizzato, con materiale riciclato, foglie secche e cartone, un albero affiancato dalla sagoma di una bambina, con l’intento di evidenziare la similarità tra essi e gli esseri umani: ogni sezione dell’albero trova un corrispettivo negli organi del nostro corpo, e per questo merita adeguato nutrimento e sacro rispetto. L’attività laboratoriale ha proprio questo intento, ovvero ribadire l’importanza rivestita dal patrimonio arborio e l’imprescindibilità della  sua tutela perché siamo un unico meraviglioso corpo che respira all’unisono!
Educare alla legalità ambientale significa educare all’inscindibilità di legalità ed ecologia, nel rispetto del mondo che ci circonda.

Licei: Storie di Sfruttamento minorile e pratiche di sensibilizzazione

Nell’ambito delle attività dedicate a questa giornata, i liceali hanno vissuto  dei momenti didattici volti a comprendere l’importanza e la delicatezza del tema, soprattutto prendendo in esame alcuni degli aspetti più attuali: hanno letto e discusso l’impostazione del testo della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approfondito alcuni report giornalistici, legati soprattutto alla situazione sociale post-pandemia, e commentato alcuni documentari sul tema dello sfruttamento del lavoro minorile, soprattutto nei settori tessile ed estrattivo.

Sulla base dell’idea del prof. Rosario Calabrese, poi, abbiamo i prof. Allegra e Giganti hanno proposto ai ragazzi di realizzare alcuni lavori “pratici” che potessero servire ad esprimere alcuni aspetti delle problematiche più calde – lavori poi confluiti in una esposizione a scuola, insieme a quelli realizzati dagli studenti delle medie e a quelli dell’ISP, guidati dalla docente Rosie Mburu.

Un gruppo, dunque, ha realizzato un video in cui, immedesimandosi nelle “storie” di alcuni giovani vittime di sfruttamento minorile, ne denunciavano le condizioni di vita; e hanno accompagnato a questo la realizzazione di un piccolo “libretto” decorato per esporre alcune riflessioni sul tema.

Altri hanno raffigurato lo sfruttamento minorile nelle miniere di Coltan realizzandone una rappresentazione in cartone e fimo, contenuta all’interno di uno “smartphone” costruito con una scatola di cartone dipinta, per rappresentare la pervasività del problema in rapporto all’elettronica che usiamo giornalmente, accompagnandovi anche un video con delle “mini-interviste” sul tema rivolte ad alcune figure del Campus.

Altri ancora hanno usato della creta per creare delle statuette di lavoratori-bambini; c’è stato chi ha macchiato di rosso un vestito, apponendovi delle scritte di denuncia sul problema dello sfruttamento nella fast fashion; c’è addirittura chi ha lavorato ad un vero e proprio dipinto.

Altri ragazzi, infine, hanno prodotto cartelloni informativi, e girato video di sensibilizzazione di cui hanno realizzato testi e musica.

 

 

 

 

Nell’ambito delle attività dedicate a questa giornata, i liceali hanno vissuto  dei momenti didattici volti a comprendere l’importanza e la delicatezza del tema, soprattutto prendendo in esame alcuni degli aspetti più attuali: hanno letto e discusso l’impostazione del testo della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approfondito alcuni report giornalistici, legati soprattutto alla situazione sociale post-pandemia, e commentato alcuni documentari sul tema dello sfruttamento del lavoro minorile, soprattutto nei settori tessile ed estrattivo.

Sulla base dell’idea del prof. Rosario Calabrese, poi, abbiamo i prof. Allegra e Giganti hanno proposto ai ragazzi di realizzare alcuni lavori “pratici” che potessero servire ad esprimere alcuni aspetti delle problematiche più calde – lavori poi confluiti in una esposizione a scuola, insieme a quelli realizzati dagli studenti delle medie e a quelli dell’ISP, guidati dalla docente Rosie Mburu.

Un gruppo, dunque, ha realizzato un video in cui, immedesimandosi nelle “storie” di alcuni giovani vittime di sfruttamento minorile, ne denunciavano le condizioni di vita; e hanno accompagnato a questo la realizzazione di un piccolo “libretto” decorato per esporre alcune riflessioni sul tema.

Altri hanno raffigurato lo sfruttamento minorile nelle miniere di Coltan realizzandone una rappresentazione in cartone e fimo, contenuta all’interno di uno “smartphone” costruito con una scatola di cartone dipinta, per rappresentare la pervasività del problema in rapporto all’elettronica che usiamo giornalmente, accompagnandovi anche un video con delle “mini-interviste” sul tema rivolte ad alcune figure del Campus.

Altri ancora hanno usato della creta per creare delle statuette di lavoratori-bambini; c’è stato chi ha macchiato di rosso un vestito, apponendovi delle scritte di denuncia sul problema dello sfruttamento nella fast fashion; c’è addirittura chi ha lavorato ad un vero e proprio dipinto.

Altri ragazzi, infine, hanno prodotto cartelloni informativi, e girato video di sensibilizzazione di cui hanno realizzato testi e musica.

 

 

 

Medie: Video-lezioni di Grammatica per i Bambini dei Paesi più poveri

La classe 2C, guidata dalla Prof.ssa Sessa, ha realizzato un’intervista a più voci (a bambini e adulti) con il fine di proporre una serie di domande sui diritti dell’infanzia e gli articoli della convenzione Onu. Il lavoro è stato preceduto da una fase di confronto in classe, di dibattito e ricerche.

Le classi 2A e 2B, coordinate, dalla Prof.ssa Rossella Vedda, hanno prodotto una serie di lezioni di grammatica inglese per i bambini di paesi poveri che non possono permettersi di frequentare la scuola in presenza. Il nome del progetto è “Teacher for a day”, nato da una riflessione circa l’importanza della continuità didattica. I bambini hanno eseguito il compito consapevoli dell’importanza di mettere le proprie conoscenze al servizio degli altri. I ragazzi hanno registrato le proprie lezioni attraverso i dispositivi video a loro disposizione.

  • Per scaricare il Power Point che hanno prodotto clicca qui

Le classi 1A e 1B  (le materie coinvolte Storia, Geografia e Arte e immagine, prof.ssa Elisabetta Gulizzi e prof. Vito Stassi) in occasione della Giornata dei diritti per l’infanzia, partendo da un Brainstorming sui diritti di un bambino, hanno letto e riflettuto in classe sui 10 diritti fondamentali. Successivamente, ognuno di loro ha adottato e rappresentato un diritto attraverso un’immagine che è stata incollata su un cartellone che racchiude le loro “mani” e le loro idee.

Le classi 2A, 2B e 2D hanno realizzato (guidate da me stesso, prof. Calabrese Rosario) una video intervista sui diritti dell’Infanzia e sugli articoli principali e una sorta di spot pubblicità progresso sui diritti e la loro violazione. Precedentemente gli studenti si sono confrontati, hanno espresso le loro opinioni, letto la convenzione dei diritti dell’infanzia ed espresso delle idee/iniziative su come costruire lo storyboard dei due cortometraggi.

La professoressa Deborah Caruana, di Science and ecology, ha svolto un laboratorio sui “Children’s Rights” (con le Terze medie) per spingere gli studenti alla riflessione sui diritti fondamentali (istruzione, voce, protezione, salute ecc.) e alla successiva ricerca e creazione di un cartellone contenente queste riflessioni.

Primary: Lavagna dei Diritti

In Grade 4 gli studenti, hanno utilizzato le loro abilità di ricerca per scoprire cos’è la Giornata dei Bambini e perché viene celebrata. Gli studenti hanno quindi scelto un articolo dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia che era di loro interesse e hanno lavorato in maniera collaborativa per creare poster col fine di insegnare anche agli altri al riguardo.

 

In Grade 4 gli studenti, hanno utilizzato le loro abilità di ricerca per scoprire cos’è la Giornata dei Bambini e perché viene celebrata. Gli studenti hanno quindi scelto un articolo dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia che era di loro interesse e hanno lavorato in maniera collaborativa per creare poster col fine di insegnare anche agli altri al riguardo.

Primaria: I bambini parlano di pari Opportunità e Diritto alla Famiglia disegnando e colorando

Parla la quinta B

Noi alunni della 5° B, per celebrare la giornata dei diritti dell’infanzia abbiamo scelto il “diritto alle pari opportunità”, argomento trattato e discusso in classe sin dai primi giorni di scuola. Per comporre la nostra tessera del mosaico ci siamo soffermati sulle pari opportunità, tra uomini e donne nel mondo del lavoro, perché riteniamo che bambine e bambini debbano sin da piccoli avere le stesse occasioni per realizzare i loro sogni e le loro aspirazioni. Abbiamo quindi ricercato, conosciuto e commentato la vita di donne , di diverse nazionalità, che hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissate, superando spesso difficoltà e ostacoli. Abbiano pure imparato che le parole “pari opportunità” non si riferiscono solo a questo problema. Pari opportunità significa anche non discriminare nessuno per nessun motivo.

Parla la maestra della quarta B

In occasione della giornata sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, ho approfondito, con la classe 4° B, il “Diritto ad avere una famiglia”.
Dapprima ho proposto la visione di un video relativo ai diritti, poi ho avviati un brainstorming su cosa significhi per gli alunni avere una famiglia, dopo ancora una riflessione guidata, per giungere infine ad identificarne gli aggettivi. Ho proposto inoltre ai bambini, i quali hanno accolto con molto piacere, di imparare la poesia di Giuseppe Bordi: “I diritti dei bambini”, anch’essa spunto interessante di riflessione.
Tale percorso si è concluso con la realizzazione di un cartellone a forma di un tassello, sul quale abbiamo rappresentato la Famiglia come un albero, le cui radici sono la sua storia: i nonni, i prozii…; il tronco è la famiglia di ciascun bambino e la chioma è formata da tutte le foglie, che riportano il significato che ciascun alunno ha identificato per la propria famiglia.

Parla la quinta B

Noi alunni della 5° B, per celebrare la giornata dei diritti dell’infanzia abbiamo scelto il “diritto alle pari opportunità”, argomento trattato e discusso in classe sin dai primi giorni di scuola. Per comporre la nostra tessera del mosaico ci siamo soffermati sulle pari opportunità, tra uomini e donne nel mondo del lavoro, perché riteniamo che bambine e bambini debbano sin da piccoli avere le stesse occasioni per realizzare i loro sogni e le loro aspirazioni. Abbiamo quindi ricercato, conosciuto e commentato la vita di donne , di diverse nazionalità, che hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissate, superando spesso difficoltà e ostacoli. Abbiano pure imparato che le parole “pari opportunità” non si riferiscono solo a questo problema. Pari opportunità significa anche non discriminare nessuno per nessun motivo.

Parla la maestra della quarta B

In occasione della giornata sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, ho approfondito, con la classe 4° B, il “Diritto ad avere una famiglia”.
Dapprima ho proposto la visione di un video relativo ai diritti, poi ho avviati un brainstorming su cosa significhi per gli alunni avere una famiglia, dopo ancora una riflessione guidata, per giungere infine ad identificarne gli aggettivi. Ho proposto inoltre ai bambini, i quali hanno accolto con molto piacere, di imparare la poesia di Giuseppe Bordi: “I diritti dei bambini”, anch’essa spunto interessante di riflessione.
Tale percorso si è concluso con la realizzazione di un cartellone a forma di un tassello, sul quale abbiamo rappresentato la Famiglia come un albero, le cui radici sono la sua storia: i nonni, i prozii…; il tronco è la famiglia di ciascun bambino e la chioma è formata da tutte le foglie, che riportano il significato che ciascun alunno ha identificato per la propria famiglia.

Internal Assessment dei nostri studenti del Diploma Programme

Le Valutazioni intermedie del Diploma Programme – L’Internal Assessment

I nostri studenti del Diploma Programme sono in piena preparazione dei loro internal assessments, valutazioni intermedie che sono parte integrante del percorso di studi dell’ISP. Lo scopo di questo tipo di valutazione è quello di tracciare costantemente l’evoluzione dello spirito critico di ciascuno studente e di esplorare le relazioni esistenti tra tematiche globali e locali, sulla base del materiale scolastico oggetto di studio. 

Tra le prove che i nostri ragazzi dovranno affrontare prima della pausa natalizia, anche l’internal assessment riguardante la lingua italiana, la cui prova consiste in un orale individuale. L’internal assessment di italiano è, a tutti gli effetti, la componente orale dell’esame complessivo di Italiano del DP ed è generalmente sostenuto alla fine del primo trimestre del secondo anno. Poiché l’esame è registrato e può essere sostenuto soltanto una volta, per iniziare a familiarizzare con la tipologia di prova, sarà prevista anche per gli studenti del DP1 un’attività preparatoria sotto-forma di mock exam.

 La prova di lingua italiana consiste in un orale individuale su un estratto di un’opera letteraria e di un testo di natura non-letteraria del programma del corso di studi. Per quanto riguarda l’argomento letterario, si tratta di un estratto di massimo 40 righe di un romanzo, un racconto o una poesia studiati. Un testo non letterario, invece, può essere un’immagine, una foto o un articolo di giornale. L’esame orale di Italiano, in breve, rappresenta l’esplorazione finale di tutto ciò che è stato affrontato durante il corso di lingua italiana. Al momento dell’esame, ogni allievo avrà già studiato una serie di testi letterari e non-letterari in relazione a una varietà di tematiche globali, che spaziano dalla cultura e i valori, alla politica, all’arte, alle scienze e all’ambiente. Per prepararsi correttamente all’orale di italiano, ogni studente deciderà in piena autonomia la tematica globale che vorrà trattare e sceglierà i propri testi di riferimento. 

L’internal assessment è valutato sia internamente dal nostro docente di Italiano, sia moderato e verificato esternamente dall’Ente incaricato del Programma IB a cui vengono inviati la registrazione dell’esame e i testi esaminati. I criteri di valutazione sono rigorosi: 40 punti complessivi tra conoscenza, comprensione e interpretazione dei testi, profondità di analisi e organizzazione, uso della lingua, per una durata di 15 minuti (10 minuti di monologo, 5 minuti di conversazione con il docente). Questa prova rappresenta, infatti, il 30% del voto finale per gli studenti del livello standard e il 20% per i ragazzi del livello più elevato.  

L’internal assessment deve essere un lavoro unico e autentico, interamente prodotto dallo studente, il quale viene costantemente stimolato dall’insegnante a sviluppare autonomia e spirito critico, caratteristiche essenziali per essere pronti ad affrontare un percorso accademico internazionale di alto livello. Il ruolo dell’insegnante diventa, quindi, quello di tutor e di guida all’apprendimento e al potenziamento delle abilità e capacità di analisi di ciascuno studente.  È responsabilità dei docenti che gli studenti abbiano ben chiari: i requisiti dell’internal assessment, gli standard prefissati dall’IB Programme, i criteri di valutazione e, come parte fondamentale del processo di apprendimento, devono consigliare gli studenti su come prepararsi al meglio durante tutto il periodo scolastico. Caratteristica essenziale di questo sistema di valutazione intermedia, infine, è che lo stesso materiale usato per l’internal assessment non può mai essere utilizzato come argomento per l’extended essay, la tesina che fa parte dell’esame finale dell’ultimo anno del Diploma Programme.

Costanza Amato, facilitatore dell’ISP

Le Valutazioni intermedie del Diploma Programme – L’Internal Assessment

I nostri studenti del Diploma Programme sono in piena preparazione dei loro internal assessments, valutazioni intermedie che sono parte integrante del percorso di studi dell’ISP. Lo scopo di questo tipo di valutazione è quello di tracciare costantemente l’evoluzione dello spirito critico di ciascuno studente e di esplorare le relazioni esistenti tra tematiche globali e locali, sulla base del materiale scolastico oggetto di studio. 

Tra le prove che i nostri ragazzi dovranno affrontare prima della pausa natalizia, anche l’internal assessment riguardante la lingua italiana, la cui prova consiste in un orale individuale. L’internal assessment di italiano è, a tutti gli effetti, la componente orale dell’esame complessivo di Italiano del DP ed è generalmente sostenuto alla fine del primo trimestre del secondo anno. Poiché l’esame è registrato e può essere sostenuto soltanto una volta, per iniziare a familiarizzare con la tipologia di prova, sarà prevista anche per gli studenti del DP1 un’attività preparatoria sotto-forma di mock exam.

 La prova di lingua italiana consiste in un orale individuale su un estratto di un’opera letteraria e di un testo di natura non-letteraria del programma del corso di studi. Per quanto riguarda l’argomento letterario, si tratta di un estratto di massimo 40 righe di un romanzo, un racconto o una poesia studiati. Un testo non letterario, invece, può essere un’immagine, una foto o un articolo di giornale. L’esame orale di Italiano, in breve, rappresenta l’esplorazione finale di tutto ciò che è stato affrontato durante il corso di lingua italiana. Al momento dell’esame, ogni allievo avrà già studiato una serie di testi letterari e non-letterari in relazione a una varietà di tematiche globali, che spaziano dalla cultura e i valori, alla politica, all’arte, alle scienze e all’ambiente. Per prepararsi correttamente all’orale di italiano, ogni studente deciderà in piena autonomia la tematica globale che vorrà trattare e sceglierà i propri testi di riferimento. 

L’internal assessment è valutato sia internamente dal nostro docente di Italiano, sia moderato e verificato esternamente dall’Ente incaricato del Programma IB a cui vengono inviati la registrazione dell’esame e i testi esaminati. I criteri di valutazione sono rigorosi: 40 punti complessivi tra conoscenza, comprensione e interpretazione dei testi, profondità di analisi e organizzazione, uso della lingua, per una durata di 15 minuti (10 minuti di monologo, 5 minuti di conversazione con il docente). Questa prova rappresenta, infatti, il 30% del voto finale per gli studenti del livello standard e il 20% per i ragazzi del livello più elevato.  

L’internal assessment deve essere un lavoro unico e autentico, interamente prodotto dallo studente, il quale viene costantemente stimolato dall’insegnante a sviluppare autonomia e spirito critico, caratteristiche essenziali per essere pronti ad affrontare un percorso accademico internazionale di alto livello. Il ruolo dell’insegnante diventa, quindi, quello di tutor e di guida all’apprendimento e al potenziamento delle abilità e capacità di analisi di ciascuno studente.  È responsabilità dei docenti che gli studenti abbiano ben chiari: i requisiti dell’internal assessment, gli standard prefissati dall’IB Programme, i criteri di valutazione e, come parte fondamentale del processo di apprendimento, devono consigliare gli studenti su come prepararsi al meglio durante tutto il periodo scolastico. Caratteristica essenziale di questo sistema di valutazione intermedia, infine, è che lo stesso materiale usato per l’internal assessment non può mai essere utilizzato come argomento per l’extended essay, la tesina che fa parte dell’esame finale dell’ultimo anno del Diploma Programme.

Costanza Amato, facilitatore dell’ISP

Infanzia e Pre-school: I più Piccoli cantano i Diritti

 

La giornata mondiale dell’infanzia è una data commemorativa per celebrare ogni anno i diritti dei bambini e degli adolescenti. Il documento che suggellò questo senso di protezione nei confronti dei più piccoli è la Carta dei diritti dei fanciulli, redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite. I diritti sono stati poi riconosciuti dall’ONU nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Era il 20 Novembre 1959. Ogni bambino ha il diritto di crescere sano e in condizioni di sicurezza, di sfruttare il suo potenziale, di essere ascoltato e preso sul serio. Le insegnanti e tutto il personale del Gonzaga Campus si impegnano giorno per giorno nella tutela dei diritti fondamentali di ciascun bambino, prestando attenzione ai loro bisogni. Le attività mirano al coinvolgimento di ciascuno, al benessere e alla condivisione dei valori fondamentali, come il rispetto per sé e per il prossimo, la fratellanza e la pace.

L’obiettivo che ci poniamo è quello di un futuro privo di discriminazioni e disuguaglianze. Ogni sezione della scuola dell’infanzia ha ricordato questa giornata speciale. È fondamentale diffondere una cultura della protezione e rendere partecipi i bambini fin da piccoli. Per questo abbiamo realizzato delle attività che li aiutassero, in modo ludico, a comprendere l’importanza dei diritti di ogni bambino, nello specifico il diritto al gioco, il diritto di avere una casa: la casa è il luogo dove dormire, dove mangiare, dove sentirsi sicuri e protetti, dove ci sono i nostri affetti; il diritto di avere un nome e cognome: realizzando la carta d’identità. Vogliamo condividere con voi, la nostra visione, espressa nelle parole della maestra Francesca Catalano: “Quanto può appagare rendere felice chi ci sta vicino! Pensate se l’altro, vicino a noi, è un bambino! Quanta potenza si racchiude nella parola bambino, intesa come persona con un grande potenziale che bisogna proteggere e curare. Proteggere e curare i nostri bambini, vuol dire proteggere il nostro futuro, il nostro mondo, la nostra vita. La gioia, la spensieratezza, la libertà di esprimersi, la vivacità del gioco, il bisogno di una famiglia e il desiderio di imparare e di crescere sono caratteristiche fondamentali del bambino. In passato e ancora adesso queste esigenze fondamentali sono state violate, per questo ogni anno, viene dedicato un giorno al ricordo dei diritti inviolabili di tutti i bambini del mondo, di chi può essere apparentemente felice e di chi visibilmente soffre.” Come affermò Papa Francesco: ‘Con i bambini non si scherza’.

 

La giornata mondiale dell’infanzia è una data commemorativa per celebrare ogni anno i diritti dei bambini e degli adolescenti. Il documento che suggellò questo senso di protezione nei confronti dei più piccoli è la Carta dei diritti dei fanciulli, redatta nel 1924 dalla Società delle Nazioni Unite. I diritti sono stati poi riconosciuti dall’ONU nella Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Era il 20 Novembre 1959. Ogni bambino ha il diritto di crescere sano e in condizioni di sicurezza, di sfruttare il suo potenziale, di essere ascoltato e preso sul serio. Le insegnanti e tutto il personale del Gonzaga Campus si impegnano giorno per giorno nella tutela dei diritti fondamentali di ciascun bambino, prestando attenzione ai loro bisogni. Le attività mirano al coinvolgimento di ciascuno, al benessere e alla condivisione dei valori fondamentali, come il rispetto per sé e per il prossimo, la fratellanza e la pace.

L’obiettivo che ci poniamo è quello di un futuro privo di discriminazioni e disuguaglianze. Ogni sezione della scuola dell’infanzia ha ricordato questa giornata speciale. È fondamentale diffondere una cultura della protezione e rendere partecipi i bambini fin da piccoli. Per questo abbiamo realizzato delle attività che li aiutassero, in modo ludico, a comprendere l’importanza dei diritti di ogni bambino, nello specifico il diritto al gioco, il diritto di avere una casa: la casa è il luogo dove dormire, dove mangiare, dove sentirsi sicuri e protetti, dove ci sono i nostri affetti; il diritto di avere un nome e cognome: realizzando la carta d’identità. Vogliamo condividere con voi, la nostra visione, espressa nelle parole della maestra Francesca Catalano: “Quanto può appagare rendere felice chi ci sta vicino! Pensate se l’altro, vicino a noi, è un bambino! Quanta potenza si racchiude nella parola bambino, intesa come persona con un grande potenziale che bisogna proteggere e curare. Proteggere e curare i nostri bambini, vuol dire proteggere il nostro futuro, il nostro mondo, la nostra vita. La gioia, la spensieratezza, la libertà di esprimersi, la vivacità del gioco, il bisogno di una famiglia e il desiderio di imparare e di crescere sono caratteristiche fondamentali del bambino. In passato e ancora adesso queste esigenze fondamentali sono state violate, per questo ogni anno, viene dedicato un giorno al ricordo dei diritti inviolabili di tutti i bambini del mondo, di chi può essere apparentemente felice e di chi visibilmente soffre.” Come affermò Papa Francesco: ‘Con i bambini non si scherza’.

Apprendimento fa rima con divertimento. I laboratori pomeridiani dell’Infanzia.

Programmi per la settimana? Fitta e densa di incontri e attività l’agenda dei bambini e delle bambine della scuola dell’Infanzia, impegnati nell’importantissimo percorso di crescita, grazie alla ricca proposta di laboratori pomeridiani, avviati e gestiti dalle maestre e dalle volontarie del Servizio Civile Universale.

Per i più piccoli, l’appuntamento è quotidiano, dal lunedì al venerdì, dalle 14:00 alle 16:00, e ogni giorno ci aspetta un’esperienza diversa!

Ecco il nostro calendario:

Lunedì è sempre una sorpresa con la “Scatola Magica”, dove i bambini sono  curiosi di scoprire quale nuova avventura li attenderà, percorsi a ostacoli, lavoretti con l’argilla, cacce al tesoro;

Martedì è “Story Time”, dedichiamo questo giorno al racconto di una storia educativa, significativa ma anche divertente, la drammatizziamo con loro e impariamo tante cose nuove;

Mercoledì è uno dei giorni più attesi dai piccoli apprendisti degli “Scacchi”! La nostra giovane e bravissima insegnante di scacchi Simona Merendino, stimola l’apprendimento attraverso la giocomotricità, i bambini all’interno di una scacchiera gigante possono imparare a muoversi come fossero loro i pezzi protagonisti del gioco;

Giovedì è “Art Attack”, diamo sfogo alla creatività, alla manualità e alla fantasia dei più piccoli, coloriamo, incolliamo, ritagliamo e creiamo delle vere e proprie opere d’arte! L’ultimo giorno della settimana;

Venerdì è “Musica” per le nostre orecchie! Dalila D’Agostino, introduce all’esperienza musicale, i bambini entrano a contatto con gli strumenti, chitarre, tamburelli, campanelli, e scoprono di poter riprodurre tantissimi suoni anche attraverso il corpo umano, così la nostra hall si trasforma in una magica orchestra.

Vieni a scoprire di più, le iscrizioni sono sempre aperte!

Per info e iscrizioni scrivi a : direttriceinfanzia@gonzagapalermo.it