Il nostro legame con il tempo ha sempre influenzato il rapporto con la nostra vita. L’uso del tempo, a volte moderato, talvolta frenetico, nasce da scelte e domande quasi ideologiche: cos’è il tempo? come si organizza? come lo rappresentiamo? Come lo viviamo o lo percepiamo? Secondo la fisica contemporanea anche una coccinella può deformare lo spazio-tempo; oppure, quando un corpo si muove a una velocità tanto elevata da essere comparabile a quella della luce, lo spazio stesso si “accorcia” e il tempo “rallenta”.
Potremmo anche chiederci, al di là di un significato esistenziale e relativo a specie ed epoche diverse, come la dimensione del tempo influisca nella crescita e nello sviluppo cognitivo degli studenti. Nella scuola, infatti, il tempo è stato sempre al centro dell’attenzione e delle scelte pedagogiche e didattiche. Recenti studi di psicologia cognitiva esprimono una connessione tra l’apprendimento ed il tempo necessario e sufficiente allo studente per raggiungere certe competenze. Lo psicologo americano Howard Gardner si rifiutava di considerare l’intelligenza come un fenomeno unitario; anzi, credeva nell’esistenza di diverse forme di intelligenza. Quest’ultima si identifica quindi con un insieme di abilità, talenti o capacità indipendenti e insiti in tutte le persone. E cosa serve per raggiungere quindi un certo grado di padronanza di tali attitudini? Serve del tempo, più tempo. Con più tempo a disposizione migliorerebbero le esperienze di apprendimento, si favorirebbe una crescita culturale, sociale, e dunque anche economica del paese. Avendo più tempo potremmo andare oltre un insegnamento e una metodologia tradizionali e l’incontro stesso con le conoscenze alle scuole medie muterebbe: l’insegnamento delle geografia si avvantaggerebbe di un tempo per esplorare lo spazio osservando ciò che abbiamo intorno.
La geometria avrebbe il tempo di arricchirsi di confronti e discussioni a partire dal contatto con il mondo esterno; l’esperienza dell’arte avvicinerebbe gli allievi al tempo delle emozioni e della creatività. Anche la letteratura, per esempio, troverebbe il tempo di animarsi con letture ad alta voce o con rappresentazioni teatrali: un tempo meno contratto alimenterebbe un concetto differente di alfabetizzazione, un nuovo e diverso metodo di studio e asseconderebbe aspetti diversi e stimolanti dell’esperienza scolastica. Le scuole medie aperte mattina e pomeriggio permettono infatti di ripensare con flessibilità l’intera offerta formativa. C’è tempo e spazio per varie proposte educative, anche opzionali, riguardanti la conoscenza di sé, del mondo e dell’altro: i saperi di base si completano con attività espressive e diverse forme di linguaggio come le arti, il teatro, lo sport, le lingue, la produzione di video e la musica. Più le proposte variano, più si moltiplicano gli stimoli e meno gli studenti perdono interesse: più coinvolti, curiosi e aperti a nuovi mondi. È necessario sottolineare però che esperienze diverse fondate sul confronto, sull’esplorazione e la ricerca necessitano di tanto tempo. Un tempo pieno a scuola comporta anche un ripensamento degli spazi e un modo differente di abitare i luoghi educativi. La mensa è per esempio un vero momento formativo e ricreativo: stimola a relazionarsi con il cibo, ad approcciarsi alle buone maniere, a condividere momenti di gioia e di socializzazione. Palestre, impianti e campi sportivi sono invece cruciali per valorizzare l’educazione fisica e motoria nel percorso educativo, soprattutto nell’ottica di un’estensione del tempo-scuola. Tale prolungamento limita inoltre il carico di compiti a casa che molto spesso diventano, per gli alunni e le loro famiglie, un obbligo anche molto gravoso che mina talvolta la serenità e i rapporti tra genitori e figli, a scapito del tempo di gioco, di condivisione di interessi e desideri imprigionati in obblighi esterni. E gli insegnanti? Anche loro traggono giovamento da un tempo pieno a scuola, un tempo per ricercare e iniziare sperimentazioni all’altezza delle grandi sfide educative di questa nostra epoca di grandi trasformazioni; la variabile tempo è dunque una ricchezza fondamentale per una buona didattica.
La giornata scolastica diventa quindi un percorso in cui gli alunni possono concatenare le proprie esperienze e i propri saperi, attraverso linguaggi alternativi diversi da quelli della scuola tradizionale, all’interno di un tempo interamente educativo.
Il progetto di educazione motoria contribuisce alla crescita e alla maturazione complessiva del bambino, promovendo la presa di coscienza del valore del corpo inteso come una delle espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica.
L’esercizio fisico ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo del corpo, della mente e dell’emotività del bambino, che conosce e sperimenta tutte le forme praticabili di gioco a contenuto motorio: dai giochi liberi a quelli costituiti da regole e norme, da quelli che prevedono l’utilizzo di materiali specifici a quelli di natura simbolica, dai giochi d’esercizio a quelli programmati, da quelli imitativi a quelli popolari e tradizionali, senza trascurare i giochi musicali e quelli ritmati.
Nella nostra Scuola dell’Infanzia, l’educazione motoria ha un ruolo molto importante, e questo si evince dal fatto che, oltre allo svolgimento di una serie di attività previste dalla programmazione annuale, vengono individuati ulteriori eventi e iniziative in cui i bambini possano esprimersi e dimostrare ciò che sanno fare e hanno imparato durante l’anno scolastico. Essa diviene, così, anche metro di valutazione per l’insegnante per capire chi ha interiorizzato meglio gli obiettivi prefissati per quella fascia di età e di sviluppo.
Naturalmente, tutte le attività sono calibrate tenendo conto delle competenze che ogni bambino ha acquisito e può acquisire durante l’anno, quindi non solo tenendo conto delle fascia di età d’appartenenza, ma anche del vissuto del bambino, delle sue fragilità e dei punti di forza.
Il connubio “gioco e musica” è particolarmente funzionale alle dinamiche di crescita del bambino. Al Gonzaga Campus, i bambini si approcciano alla musica e alla musicalità con anticipo rispetto al programma ordinario, già sin dal periodo natalizio, in cui grazie a una apposita sezione coreografata della tradizionale recita, i bambini hanno modo di manifestare appieno la tipica gioia e felicità del periodo, attraverso il movimento a ritmo delle musiche. Tante sono, poi, le altre ricorrenze in cui questa forma di espressione e di crescita ha modo di attuarsi: feste, sfilate, coreografie e i veri percorsi ginnici, utilizzati durante tutto l’anno per la didattica degli schemi motori di base e dinamici generali. A chiusura di questo percorso didattico, si inserisce il saggio di fine anno, cioè la preparazione di uno spettacolo di attività motorie coreografate e giochi motori, uno strumento fondamentale per consentire ai nostri studenti di mettere in pratica tutto ciò che hanno appreso nel corso dell’anno. Sempre attraverso il metodo e nella logica del gioco, che non esclude la caratura didattica, l’impegno dimostrato dal singolo a cimentarsi in un percorso di dimostrazione di quanto acquisito durante il percorso ludico-didattico. La palestra attrezzata, i meravigliosi spazi esterni del nostro campus, le villette di ogni classe, i parco giochi ad esse annesse e ogni singolo campo vengono adibiti a teatri di attività, e rendono possibile tutto questo. Liberi di muoversi nello spazio, nel rapportarsi ad esso e nel relazionarsi con gli altri, i nostri bambini imparano a crescere!
Anna Barone, insegnante della Scuola dell’Infanzia
Penna in mano, massima concentrazione e via col tempo!
Un nutrito gruppo di studenti della Scuola Secondaria di I grado ha colto con entusiasmo la sfida di Logica, proposta quest’anno dalle olimpiadi dei Giochi Matematici del Mediterraneo, iniziativa giunta alla XII edizione, promossa dall’A.I.P.M (Accademia Italiana per la Promozione della Matematica “Alfredo Guido”).
Gli studenti, attraverso una serie di gare d’istituto individuali, hanno affrontato dei quiz con prove di ragionamento logico-matematico di livello crescente e, dopo un’attenta selezione, sono stati decretati tre finalisti, uno per anno. I vincitori hanno già disputato la finale d’area regionale, e aspettano di conoscere la loro qualificazione nella classifica nazionale.
Nel frattempo, per le sole classi seconde, sono partite anche le Olimpiadi di Problem Solving, una competizione a squadre, patrocinata dal Ministero dell’Istruzione all’interno di un progetto di informatica, che promuove lo sviluppo delle competenze chiave per la soluzione di problemi attraverso modelli, metodi e strumenti informatici. La competizione si propone, infatti, di favorire lo sviluppo e la diffusione del pensiero computazionale, sottolineandone l’importanza come strategia per affrontare i problemi e come linguaggio universale di comunicazione.
La selezione interna al Campus si è sviluppata in quattro fasi eliminatorie, che sono servite per allenare i ragazzi e configurare la squadra che rappresenterà ufficialmente il Gonzaga Campus alla gara regionale.
“In nome di Dio fermate questo massacro! – Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciatodurante l’Angelus di domenica scorsa – Davanti alle barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi, non ci sono ragioni strategiche che tengano, c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri”.
Quello che sta succedendo genera in tutti un senso di smarrimento e di rabbia perché pare si sia proprio persa la via dell’umanità! Si vedono immagini che rimangono dentro e che sembravano relegate nei libri di storia; invece riportano davanti agli occhi con una crudeltà estrema gli orrori della guerra e del massacro di tanti innocenti. Si sta risvegliando nel dolore un senso di profonda solidarietà che è segno di speranza nel buio del tempo che stiamo vivendo.
L’occasione di questa circolare è quella di ringraziare per tutto l’aiuto che avete dato alla nostra accoglienza di profughi a Sighet al confine con l’Ucraina. Da quando sono tornato dalla Romania i docenti, il personale, le famiglie, gli studenti, la comunità tutta non ha mancato di compiere gesti importanti per aiutare la nostra missione di Gesuiti in questa cittadina un po’ sperduta e che ora come in passato per gli ebrei diventa crocevia di una terribile storia di oppressione e fuga.
Ringrazio davvero tutti per le donazioni e la disponibilità a me espressa per la raccolta viveri e per l’accoglienza di famiglie ucraine e di bambini. nelle nostre strutture, in collaborazione con il JRS (jesuit refugee service). Se in un primo momento non erano necessari aiuti materiali, ora comincia ad essere necessario anche prevedere qualche raccolta alimentare e di medicinali. Il problema del trasporto però suggerisce di non avere un centro raccolta a Palermo per la spedizione diretta ma di far arrivare quanto qui raccolto a Roma o a Milano da dove poi i Gesuiti provvederanno a spedire.
Inoltre c’è anche il tema dell’accoglienza delle famiglie e dei bambini. Nella lettera di P. Nevola (che è possibile leggere alla fine dell’articolo) troverete indicazioni per come procedere per l’accoglienza che passa attraverso di noi. Questa procedura è ancora all’inizio e non ne abbiamo ancora testato l’efficienza. Per questo penso che sia bene non bloccare anche altre iniziative o altri canali.
In Sicilia non mi constano esserci troppe iniziative ufficiali, so del comune di Palermo. Eppure tante persone mi hanno espresso questo desiderio con grande semplicità e tanta generosità. E’ molto bello! Vorrei inoltre aggiungere che per i bambini che vengono e che verranno sarà davvero importante l’integrazione in un percorso educativo e scolastico. Come Gonzaga diamo la nostra piena disponibilità a pensare a questi inserimenti educativi nelle nostre scuole italiana o internazionale e per i più grandi anche nella scuola di italiano per stranieri che insieme all’Astalli viene gestita dentro il nostro Campus. Questa pluralità della nostra offerta formativa può oggi essere messa a servizio di questa crisi umanitaria e di bambini e famiglie concrete.
Non dimentichiamo anche che nella nostra comunità c’è il gesuita Mateusz Odachowski, che è in contatto con i gesuiti polacchi che stanno lavorando per l’accoglienza di una incredibile quantità di profughi. Mateusz ci terrà informato anche sulle possibilità di collaborazione che si stanno aprendo da quella parte.
Certamente la quaresima sarà occasione per tante iniziative per la pace: momenti di preghiera, raccolte di solidarietà (uova di pasqua), raccolte alimentari….
Ne presentiamo subito una simbolica di tutto il nostro impegno aggiungendo una informativa sintetica e concreta sulle vie attraverso le quali aiutarci nella missione
Iniziativa uniti per la PACE: Martedì 22 marzo 2022, invitiamo tutta la comunità del Gonzaga Campus ad indossare un abbigliamento che richiami i colori della bandiera Ucraina.
Per offerte economiche Per la detrazione fiscale: IBAN: IT 41 T 05018 03200 000011410750 Codice BIC SWIFT: CCRTIT2T84A Intestato a “PROGETTO QUADRIFOGLIO ONLUS” Causale: Emergenza Rifugiati Sighet
Per disponibilità accoglienza Inviare mail alla Segreteria Nazionale CVX, all’attenzione della signora Cinzia Lo Cicero: cvxit@gesuiti.it
Per ulteriori informazioni circa l’accoglienza e l’invio di viveri e/o medicinali: Laura Tomasini: (+39)3339631987 – ltomasini@mclink.it
Clicca qui per leggere l’ultima lettera di P. Massimo Nevola, con il quale abbiamo realizzato il progetto di accoglienza delle case famiglia di Sighet e ne condividiamo la responsabilità.
P. Vitangelo Denora, Direttore Generale
English version:
“In the name of God stop this slaughter! – These are the words that Pope Francis stated during last Angelus – In the face of the barbarism of killing children, innocent people and defenseless civilians, there are no strategic reasons that hold, there is only to cease the unacceptable armed aggression before it reduces cities to cemeteries”.
What is happening generates in everyone a sense of bewilderment and anger because it seems that the way of humanity has really been lost! You see images that remain inside and that seemed relegated to the history books; instead they bring with extreme cruelty the horrors of war and the massacre of many innocents.
A sense of profound solidarity is awakening which is a sign of hope in the darkness of the time we are living in. The occasion of this circular is to thank you for all the help you have given to our reception of refugees in Sighet at the border with Ukraine.
Since I returned from Romania teachers, staff, families, students and the whole community have helped our mission as Jesuits in this somewhat remote town and which, now as in the past for the Jews, becomes the crossroads of a terrible story of oppression and flight. I really thank everyone for the donations and the willingness you give me for the collection of food and for the hospitality of Ukrainian families and their children. Now I am able to give you a few more elements, which I try to do in this letter.
For this reason, I attach to this circular the last letter from Fr. Massimo Nevola, with whom we have realised the project of the family homes in Sighet and we share the responsibility for it.
The letter tell us about the activities of refugees hospitality in our structures, in collaboration with JRS (jesuit refugee service). If, at first, no material aid was needed as you will read in the letter, now it is also beginning to be necessary to provide for some food and medical collections. Everything that will be collected here in Palermo will be sent to Rome or Milan. From there the Jesuits will send the collected material.
In addition, there is also the theme of welcoming families and children. In the letter from Fr Nevola you will find indications on how to proceed with the welcome that passes through us. However, I must warn that this procedure is still at the beginning and we have not yet tested its efficiency. This is why I think it is good not to block other initiatives or other channels. In Sicily I don’t know there are too many official initiatives, I know about the municipality of Palermo. Yet many people have expressed this desire to me with great simplicity and a lot of generosity. This is great!
I would also like to add that integration into an educational and scholastic path will be really important to the children who come and who will come. As Gonzaga, we give our full willingness to think about these educational insertions in our Italian or International school and for the older ones also in the Italian school for foreigners which together with Astalli is managed within our Campus. This plurality of our educational offer can today be put at the service of this humanitarian crisis and of children and families. We do not have to forget that in our community there is Fr Mateusz Odachowski, who is in contact with polish Jesuits who are working to welcome an incredible number of refugees. Mateusz will also keep us informed about the possibilities of collaboration that are opening up there. Certainly Lent will be an opportunity for many initiatives for peace: moments of prayer, collections of solidarity (Easter eggs), food collections….
Below a symbolic of all our commitment by adding a concise and concrete information on the ways in which to help us in the mission.
∙ Initiative United for PEACE!
Tuesday 22 March 2022, we invite all Gonzaga Campus community to wear clothing that recalls the colors of the Ukrainian flag.
FOR ECONOMIC OFFERS
For the tax deduction:
IBAN: IT 41 T 05018 03200 000011410750 – Codice BIC SWIFT: CCRTIT2T84A New iban of the same bank account
To the name of “PROGETTO QUADRIFOGLIO ONLUS”
Please specify the reason: Emergenza Rifugiati Sighet
FOR THOSE AVAILABLE TO HOST REFUGEES
Please send an email to the Segreteria Nazionale CVX, to the attention of Cinzia Lo Cicero:
cvxit@gesuiti.it
For more information about the hospitality and dispatch of food and / or medicines: Laura Tomasini: (+39)3339631987 – ltomasini@mclink.it
Oggi la Pre-school e il Primary Years Programme dell’Isp si tinge di verde per celebrare il Saint Patrick’s Day. Si tratta della festa in onore di San Patrizio, santo patrono dell’Irlanda, celebrata il 17 marzo di ogni anno, giorno in cui tutta l’isola si anima di festeggiamenti, concerti, musiche irlandesi e parate per assicurare una giornata di puro craic, parola gaelica che significa divertimento.
Il Saint Patrick’s Day è festeggiato non solo nella Repubblica d’Irlanda ma è sentito da tutto il popolo irlandese residente all’estero per celebrare il loro fortissimo senso di appartenenza e di comunità. E noi dell’Isp non potevamo non festeggiare questo gioioso avvenimento, anche per sentirci più vicini ad alcuni nostri studenti e insegnanti di origine irlandese.
Ma chi era San Patrizio e perché è diventato il simbolo dell’identità nazionale per le comunità irlandesi anche all’estero? Il nome del Santo era originariamente Maewyin Succat ed era di origini scozzesi. Quando era ancora un ragazzo fu rapito e venduto come schiavo in Irlanda dove imparò la lingua gaelica e la cultura celtica. Dopo sei anni di prigionia riuscì a fuggire, abbracciò la fede cristiana e ne divenne un fervente predicatore. Nominato vescovo con il nome latino di Patrizio, fu nuovamente inviato in Irlanda dove era stato prigioniero per diffondere la Parola di Dio e per convertire al cristianesimo le popolazioni celtiche del luogo. La notorietà del vescovo Patrizio crebbe a tal punto che, dopo la sua morte, iniziarono a circolare numerose storie e leggende sulla vita del Santo che lo resero la figura più importante della cultura irlandese e uno dei suoi simboli nazionali.
Tra le leggende legate al Santo, abbiamo voluto ricordare oggi quelle più significative: il famoso Pozzo di San patrizio, la liberazione dai serpenti e il significato simbolico del trifoglio irlandese. San Patrizio, devotissimo fino alla morte, era solito pregare in solitudine nei pressi di una profonda caverna dalla quale si pensava che si potesse accedere alle Porte del Purgatorio. In età medievale la grotta prese il nome di Pozzo di San Patrizio, una cavità segreta in cui si nascondono ricchezze dall’inestimabile valore.
Un’altra leggenda, legata agli innumerevoli prodigi dovuti alla grande Fede di San Patrizio, vuole che il Santo avesse fatto cadere un’enorme campana da una montagna emettendo un fragore tale da far fuggire ogni animale strisciante dall’isola. Ciò spiegherebbe, caso rarissimo, l’assoluta assenza di serpenti in tutta l’Irlanda.
Il trifoglio, infine, oltre ad essere diffusissimo nei prati di Irlanda, secondo la leggenda fu usato da San Patrizio per spiegare la Santissima Trinità ai Celti. Di qui, la tradizione di sfoggiarlo e l’utilizzo del colore verde durante la festa del Saint Patrick’s Day.
Il ritiro Kairòs è uno dei momenti più attesi dai liceali del Gonzaga Campus. Si tratta di un ritiro spirituale ispirato agli Esercizi di Sant’Ignazio e, in un certo senso, è un’esperienza che fa da trampolino di lancio verso di essi. È strutturato in due cicli, dal 23 al 26 Marzo e dal 03 al 06 Aprile, questo appuntamento tanto agognato quanto emozionante.
Ma cosa rende il Kairòs così atteso e perché suscita tutta questa curiosità?
La risposta è l’alone di mistero che lo circonda! Uno dei suoi principi fondamentali, infatti, consiste nell’affidarsi totalmente ai leader del ritiro e non si può fare un’esperienza immersiva di affidamento, se si conosce già dapprima tutto il programma nei minimi dettagli. Pertanto non tutto può essere svelato.
Qualcosa, però, è risaputa: al Kairòs non ci sono orologi e non ci sono telefoni cellulari e computer. L’assenza di orologi impedisce di percepire in modo certo il tempo che passa; impedisce, cioè, di controllarlo, di avere potere su di lui. Così i ragazzi che faranno l’esperienza potranno lasciarsi trasportare dal tempo che scorre. Qui sta la differenza tra i concetti greci di chrónos, il tempo che scorre, e kairós, ovvero il tempo buono per fare qualcosa, il tempo opportuno, il momento giusto. Al Kairòs il tempo non è diviso da intervalli tutti uguali, ma da momenti significativi.
L’assenza dei cellulari e dei computer sicuramente mette alla prova le donne e gli uomini del XXI secolo, ma rende anche liberi dalle distrazioni. Ogni giorno siamo sommersi da valanghe di informazioni, talmente rapide nella loro successione, da impedirci di soffermarci su ciascuna di esse. Senza WhatsApp, senza Instagram né internet, in generale, i ragazzi potranno concentrarsi per quattro giorni sulle cose veramente importanti: la propria interiorità, gli affetti e la relazione con gli altri.
Prima dicevamo che chi partecipa al ritiro si affiderà ai propri leader. Questi non sono altro che dei compagni di scuola che hanno già vissuto un proprio ritiro e che adesso semplicemente accompagneranno gli altri compagni in questa esperienza: il Kairòs è un ritiro per ragazzi condotto da ragazzi. Sono loro che scandiscono le attività. Gli adulti, che saranno presenti, sosterranno i partecipanti con la propria esperienza personale, ma i veri protagonisti saranno solo i ragazzi!
E i ragazzi? È normale che siano un po’ diffidenti all’inizio, d’altronde chi si fiderebbe ciecamente di qualcosa che non si conosce bene? Ma già dopo il primo giorno colgono l’occasione, si mettono in gioco, si affidano e tornano… cambiati in meglio. Al termine del ritiro la gioia è palpabile e non è raro sentire qualcuno che desideri ripetere l’esperienza. Ma come tutte le cose migliori, il Kairòs è unico e se ne può vivere uno soltanto. Per questo bisogna vivere il tempo opportuno.
Qualche settimana fa, su iniziativa della volontaria del Servizio Civile Universale, Francesca Sgroi, la lezione di arte della Scuola dell’Infanzia è stata incentrata sulla figura di Frida Khalo, la pittrice messicana dalla vita burrascosa ma profondamente amata e stimata.
Una figura delicata, difficile a tratti. Per rendere più agevole la comprensione, è stato realizzato insieme ai bambini un cartellone fotografico che rendesse visibili gli eventi più significativi della vita della pittrice, in modo tale da favorire il processo di apprendimento di lettura e interpretazione delle immagini.
Alla narrazione della storia della sua vita, a tratti molto turbolenta a causa di un grave incidente e una altrettanto grave malattia, è seguita una focalizzazione sui risvolti felici che certi eventi della sua vita, apparentemente troppo nefasti per una risoluzione positiva, come la scoperta della passione per la pittura – una passione talmente intensa da dedicare la sua intera vita ad essa- la sua voglia di vivere e di sorridere nonostante gli enormi ostacoli incontrati. Il focus è stato puntato sul concetto di forza, di coraggio e di speranza, tutti aspetti che vengono racchiusi nel suo motto “Viva la vida!”, un vero e proprio inno alla vita.
Presentato il cartellone, si sono svolte due attività aventi l’obiettivo di dare alle bambine e ai bambini la possibilità di manifestare appieno le proprie emozioni, a quei sentimenti che una narrazione così importante avesse suscitato loro: un lavoro di disegno della “casa di Azul” (la casa con tutte le varianti cromatiche del blu) e un lavoro di colorazione spontanea, “colora Frida con i colori che vuoi tu”.
Concludiamo con la preziosa testimonianza della volontaria che ha progettato questa bellissima iniziativa: “Spero che questa giornata che ho avuto il piacere di dedicare interamente alla figura di Frida, personaggio per il quale nutro una profonda passione e dalla quale mi sono lasciata ispirare come esempio di Resilienza, anche nella mia quotidianità, abbia lasciato un segno di positività ed ottimismo nel cuore dei miei piccoli bambini”.
Francesca Sgroi, Volontaria del Servizio Civile Universale
Qui è possibile consultare le indicazioni operative e i calendari dei colloqui di selezione relativi ai progetti contenuti nel Bando per la selezione di 56.205 operatori volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile Universale pubblicato il 24 dicembre 2021, con Integrazione del 25 Gennaio 2022 per lo scorrimento delle graduatorie e la proroga dei termini di presentazione delle domande di Servizio civile universale al 10 febbraio 2022 e successiva proroga del termine di cui all’articolo 2 del Bando integrativo del 25 gennaio 2022, fissato alle ore 14:00 del 9 Marzo 2022, della rete “Con il Gonzaga, per i giovani, in Sicilia” (ente titolare Istituto Gonzaga – Centro Educativo Ignaziano – SU00069).
Tutti i colloqui si svolgeranno in presenza, presso le diverse sedi specificate nei calendari sotto riportati.
I candidati sono tenuti a presentarsi al colloquio muniti di un valido documento di riconoscimento.
Chi ha presentato domanda per i posti riservati ai GMO (Giovani Minori Opportunità) è tenuto a presentare, in sede di colloquio, il modello ISEE per la certificazione del reddito.
E’ obbligatorio l’uso della mascherina FFP2 ed esibire il green pass rafforzato.
Si ricorda infine che, a norma dell′art. 5 del bando, la pubblicazione del calendario ha valore di notifica della convocazione a tutti gli effetti di legge e il candidato che, pur avendo inoltrato la domanda, non si presenta al colloquio nei giorni stabiliti senza giustificato motivo è escluso dalla selezione per non aver completato la relativa procedura.
Qualora vi siano impedimenti legati all’emergenza sanitaria (positività, quarantena, comparsa dei sintomi…) contattare la nostra sede scrivendo a serviziocivile@gonzagapalermo.it o chiamando al 091302093 prima della data e orario previsti così da poter concordare la realizzazione del colloquio in MODALITÀ REMOTA (ON-LINE).
I colloqui da REMOTO avverranno utilizzando la piattaforma Zoom.us.
La valutazione della domanda con l’attribuzione dei punteggi è definita dai criteri di selezione del nostro ente che possono essere consultati cliccando qui. Il nostro sistema di selezione assegna un punteggio per i titoli, competenze ed esperienze pregresse, sulla base di quanto dichiarato dal candidato in fase di presentazione della domanda, ed un punteggio per il colloquio di selezione (che comprende anche una prova scritta di inglese ed una prova pratica di informatica di base).A cosa serve il colloquio Il colloquio valuta se il candidato è la persona adatta a svolgere il progetto di servizio civile.Si valutano le esperienze pregresse, certo, ma anche la motivazione e soprattutto la conoscenza del progetto, cosa si farà e con chi. L’obiettivo finale è che in un determinato progetto ci siano le persone giuste.Come prepararsi
Per ogni progetto c’è una scheda con gli elementi essenziali (obiettivi, azioni, attività, ulteriori requisiti richiesti) che puoi trovare nello schema sotto riportato alla voce “Scarica la scheda del progetto”).
A conclusione di tutti i colloqui di selezione verranno pubblicate le graduatorie degli idonei selezionati, idonei non selezionati e dei non idonei sul sito gonzagacampus.it/serviziocivileuniversale , nella sezione “Bando” alla voce “Graduatorie”, in base alle quali i candidati potranno venire a conoscenza dell’esito del processo di selezione. Le graduatorie verranno presumibilmente pubblicate dal 20 al 30 Aprile 2022.
Si ricorda che per qualsiasi tipo di chiarimento o di comunicazione è possibile contattarci inviando una email a serviziocivile@gonzagapalermo.it oppure telefonicamente al numero 091 302093, o digitando l’interno 218 o chiedendo di parlare con l’Ufficio di Servizio Civile Universale.
Si ricorda che la mail da controllare per eventuali comunicazioni di servizio è quella che avete indicato in fase di presentazione della domanda e che è legata al vostro SPID.
Nella sezione dei colloqui, per ognuno dei progetti e delle sedi sono indicati data, orario e luogo di svolgimento.
Si precisa che gli orari indicati nel calendario non sono indicativi ma vanno rispettati con precisione.
Si invitano tutti gli aspiranti candidati a visionare periodicamente i calendari delle selezioni e le indicazioni sopra riportate poiché potrebbero subire variazioni.
“Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca” (Papa Francesco)
“La fraternità, perché?” è il titolo di uno degli ultimi libri di Edgar Morin (2019). È la fraternità la sfida per resistere alla crudeltà del mondo di oggi e di sempre? Quali i presupposti in questo variegato e talora imperscrutabile scenario storico attuale? Può davvero essere la fraternità il vaccino contro il virus dell’individualismo egoistico che sta diluendo la novità di un incontro liberante con la diversità in una sterile chiusura sulle proprie convinzioni?
Le relazioni sono una necessità imprescindibile al nostro divenire umani e, il confronto con la diversità, sempre nel rispetto dell’unicità di ciascuno, è vitale nel nostro cammino “spirituale” di umanizzazione: ci sensibilizza e, decostruendo pregiudizi e rigidità, incrementa il nostro spirito critico per l’edificazione di un dialogo che sappia innalzare ponti – che permettano di attraversare e riempire i nostri vuoti – piuttosto che costruire mura pur di non essere provocati a cambiare.
La nostra Scuola è sempre stata sensibile alla promozione di un dialogo – come stile di vita e linfa della passione educativa – che lasci essere membro attivo e protagonista ciascuno componente del gruppo.
Già da piccoli, infatti, i bambini della nostra scuola sono orientati a gustare la ricchezza del confronto con l’altro che sempre nutre e arricchisce. Questi i sentimenti e le motivazioni che sottendono e accompagnano il programma di Religione Cattolica strutturato per le classi quinte della nostra scuola Primaria dal nostro maestro Italo Prisco: un itinerario che si delinea come presentazione della nostra fede cristiano-cattolica, attraverso la rilettura personale della propria esperienza di credenti, nel confronto con le altre grandi religioni del Mediterraneo (Ebraismo e Islamismo).
Alle lezioni in classe, seguono attività ricreative e convegni che vedono la presenza simultanea di tutte le classi parallele. Oggi alle ore 8:30, nell’auditorium della nostra Scuola, le classi quinte, accompagnate dal docente Prisco, hanno incontrato il prof. Francesco Bonanno, esperto di Ebraico Biblico e docente universitario di Lingua e Cultura Ebraica.
Questo incontro nasce al termine di un lungo percorso didattico-culturale-spirituale, svolto in questi mesi nelle ore di Religione Cattolica, che ha coinvolto gli alunni attraverso lavori di ricerca e di condivisione in piccoli gruppi.
Durante questa mattinata, i bambini, aiutati da un dinamico e simpatico percorso interattivo preparato magistralmente dal prof. Bonanno, hanno riscoperto le radici della nostra fede, aprendo il cuore alla preghiera (in ebraico) per la pace nel mondo e divertendosi nella scrittura di alcune parole significative in ebraico, aprendosi al confronto con la cultura – attraverso canti tradizionali, feste e piatti tipici – e la spiritualità ebraica. Non sono mancati laboratori ed attività ludiche.
Carichi di entusiasmo, i nostri bambini si sono messi in gioco, esplorando curiosi nuovi sentieri…
I Symposia nascono dall’intima esigenza di rintracciare, proprio in preparazione alla Quaresima, uno spazio lenitivo dell’anima, in cui dialogare con la propria interiorità come pratica di cura personalis, alla stregua di una vera e propria carezza.
Si tratta di individuare, nel iter curricolare, un tempo di indagine intensiva da destinare all’acquisizione di una maggiore consapevolezza della propria spiritualità, attraverso l’approfondimento di aree di sapere che consenta, a sua volta, di immergersi nella parte più intima e profonda di sé, per scoprire e scoprirsi. A ogni singola attività segue un Examen di verifica delle conoscenze e competenze acquisite, mai fine a se stesse, in termini di mero profitto, ma fruite come strumento di dialogo con la propria dimensione spirituale.
Questo percorso formativo e introspettivo ha, come sempre, delle guide e dei compagni di cammino. Padre De Lucia e i docenti Stassi, Rossella Vedda, Elisabetta Gulizzi, Emanuele Leto, Anna Barone, Antonio Zarcone e Francesca Conciauro hanno intrapreso con i nostri studenti tre diverse e complementari esperienze, fondamentali momenti anche di riflessione sull’attuale contesto politico internazionale, che ci interpella tutti come essere umani.
Tre le opportunità di fruire della bellezza (culturale, artistica, sociale) per indagare il profondo:
“Arte e Spiritualità”, esperienza in collaborazione con “Pietre Vive”. La prima media si è immersa nella bellezza di Casa Professa, una delle Chiese più caratteristiche della città, per vivere appieno il connubio tra arte e Spirito
“Uomini e Donne per gli altri”. Il percorso di Animazione Spirituale della seconda media ha previsto, invece, l’immersione nella realtà del Centro Astalli. La testimonianza di uno dei fondatori, l’ing. Alfonso Cinquemani e di tanti che hanno vissuto il dramma di essere stati sradicati dalle loro famiglie, terre di origine alla riceca di un riparo, un porto sicuro per condurre una vita “normale”, ha inciso significativamente sui nostri ragazzi, visibilmente commossi.
“Biblical Storytelling” ha visto la terza media approfondire lo storytelling biblico, avvalendosi del preziosissimo attenzionando alcuni personaggi tratti dalla Parola di Dio (San Paolo, re Davide, la Samaritana e, in particolare, Gesù), avvalendosi della preziosa collaborazione di Anna Traini, regista, autrice e formatrice d’eccezione.
Queste attività di Animazione Spirituale si sono svolte in un clima fraterno, in uno spazio di riflessione senza barriere preconcette e improntate al diretto coinvolgimento degli studenti per una costruzione condivisa di conoscenze e di valori.
Forse, proprio in un tempo così difficile come l’attuale avevamo bisogno, come comunità educante, di un’esperienza così profondamente umana e spirituale, di incontro, di formazione verso una persona completa, che non è solo nozioni. Esperienze di vita che generano vita.
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