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Martedì 9 novembre, presso l’auditorium del Gonzaga Campus, agli studenti e alle studentesse del liceo italiano ed internazionale è stata presentata la Scuola di Volontariato, un percorso che li introduce al mondo del sociale, alla dimensione della solidarietà e gratuità. Un’occasione densa di testimonianze, riflessioni e spunti, nella quale i ragazzi hanno potuto sia raccogliere informazioni circa i percorsi proposti sia meditare sul loro significato intrinseco.

L’introduzione all’interno del curriculum di esperienze di volontariato corrisponde – spiega il Rettore Padre Denora – alla volontà di adeguare i profili dei nostri studenti alle richieste delle università straniere, ma soprattutto al desiderio – profondamente gesuita – di donare ai ragazzi l’opportunità di cimentarsi, anima e corpo, in contesti in cui l’unicità della loro persona possa rivelarsi e guidarli.

La Scuola di Volontariato – una tradizione consolidata ma in perpetuo rigoglio – sollecita i giovani a dedicare parte del proprio tempo pomeridiano ad attività di assistenza, cura e animazione destinate a persone che versano in condizioni di indigenza, disabilità e fragilità. Un’esperienza che educa i ragazzi a guardare alla vita con maggiore sensibilità e spessore, ma soprattutto che dà loro la possibilità di divenire gli attori di un cambiamento sociale positivo.

Recuperando e allenando alcune competenze – in fondo innate – come la presenza, l’ascolto e l’agire vissuto con semplicità ed autenticità, è possibile portare una breccia di luce all’interno delle esistenze che appaiono condannate al grigiore, all’esclusione e all’oblio. Una luce che poi si riverbera e riflette anche nelle vite più ‘ordinarie’ dei ragazzi.

Di questi aspetti intimi e rivelatori, positivamente (s)coinvolgenti,  ce ne parla Elena Sottile, studentessa del III classico, che ha partecipato ad uno dei campi di volontariato in Romania (organizzato dalla Lega Missionaria Studenti). E’ rimasta colpita dal fatto di avere ricevuto affetto e cura – lei che era chiamata a donarsi – dai pazienti psichiatrici che assisteva, nonostante il suo contributo si limitasse spesso soltanto alla semplice presenza.

Per quest’anno, alcune delle iniziative rivolte ai ragazzi del biennio saranno: il doposcuola per i bambini e i ragazzi del quartiere Danisinni, la scuola di italiano per i migranti del centro Astalli, le attività di supporto scolastico e approfondimento culturale dell’associazione Exodos, la distribuzione di vestiti (boutique solidale), di pasti e la scuola solidale della comunità di Sant’Egidio. Per i ragazzi alla fine del biennio si apre le possibilità anche di viaggiare in Romania e oltreoceano per raggiungere comunità bisognose sparse tra Cuba, Kenya, il Perù e Scampia.

Fare esperienza concreta delle diverse realtà sociali presenti nel territorio locale e internazionale per crescere nella consapevolezza che la presenza dell’altro può fare la differenza nella vita, questa è la Scuola di Volontariato.

Martedì 9 novembre, presso l’auditorium del Gonzaga Campus, agli studenti e alle studentesse del liceo italiano ed internazionale è stata presentata la Scuola di Volontariato, un percorso che li introduce al mondo del sociale, alla dimensione della solidarietà e gratuità. Un’occasione densa di testimonianze, riflessioni e spunti, nella quale i ragazzi hanno potuto sia raccogliere informazioni circa i percorsi proposti sia meditare sul loro significato intrinseco.

L’introduzione all’interno del curriculum di esperienze di volontariato corrisponde – spiega il Rettore Padre Denora – alla volontà di adeguare i profili dei nostri studenti alle richieste delle università straniere, ma soprattutto al desiderio – profondamente gesuita – di donare ai ragazzi l’opportunità di cimentarsi, anima e corpo, in contesti in cui l’unicità della loro persona possa rivelarsi e guidarli.

La Scuola di Volontariato – una tradizione consolidata ma in perpetuo rigoglio – sollecita i giovani a dedicare parte del proprio tempo pomeridiano ad attività di assistenza, cura e animazione destinate a persone che versano in condizioni di indigenza, disabilità e fragilità. Un’esperienza che educa i ragazzi a guardare alla vita con maggiore sensibilità e spessore, ma soprattutto che dà loro la possibilità di divenire gli attori di un cambiamento sociale positivo.

Recuperando e allenando alcune competenze – in fondo innate – come la presenza, l’ascolto e l’agire vissuto con semplicità ed autenticità, è possibile portare una breccia di luce all’interno delle esistenze che appaiono condannate al grigiore, all’esclusione e all’oblio. Una luce che poi si riverbera e riflette anche nelle vite più ‘ordinarie’ dei ragazzi.

Di questi aspetti intimi e rivelatori, positivamente (s)coinvolgenti, ce ne parla Elena Sottile, studentessa del III classico, che ha partecipato ad uno dei campi di volontariato in Romania (organizzato dalla Lega Missionaria Studenti). E’ rimasta colpita dal fatto di avere ricevuto affetto e cura – lei che era chiamata a donarsi – dai pazienti psichiatrici che assisteva, nonostante il suo contributo si limitasse spesso soltanto alla semplice presenza.

Per quest’anno, alcune delle iniziative rivolte ai ragazzi del biennio saranno: il doposcuola per i bambini e i ragazzi del quartiere Danisinni, la scuola di italiano per i migranti del centro Astalli, le attività di supporto scolastico e approfondimento culturale dell’associazione Exodos, la distribuzione di vestiti (boutique solidale), di pasti e la scuola solidale della comunità di Sant’Egidio. Per i ragazzi alla fine del biennio si apre le possibilità anche di viaggiare in Romania e oltreoceano per raggiungere comunità bisognose sparse tra Cuba, Kenya, il Perù e Scampia.

Fare esperienza concreta delle diverse realtà sociali presenti nel territorio locale e internazionale per crescere nella consapevolezza che la presenza dell’altro può fare la differenza nella vita, questa è la Scuola di Volontariato.