Ogni anno il 27 gennaio si celebra una giornata per ricordare quello che è successo tempo fa e, se ci pensiamo, in realtà tutto è accaduto in un tempo non troppo lontano. Il 27 gennaio 1945 sono stati liberati gli Ebrei dal campo di concentramento di Auschwitz, il luogo in cui erano stati deportati come merce senza valore, come se fossero stati diversi da noi e come se fossero colpevoli solo per essere nati. Milioni su milioni di persone sono morte durante la Shoah e noi abbiamo il dovere di ricordare quello che è successo per non dimenticare e fare memoria di come le persone sanno essere crudeli contro uomini, donne e bambini che non hanno fatto niente. In occasione di questa giornata anche il MEG (Movimento Eucaristico Giovanile) ha organizzato un momento per parlare della Shoah attraverso la testimonianza di una sopravvissuta ai campi di concentramento: Liliana Segre. Liliana è stata deportata a soli 13 anni insieme a suo padre e oggi racconta a tutti, ma soprattutto ai ragazzi, la sua storia proprio per non dimenticare. Oggi Liliana è un attivista e senatrice a vita; lei e la sua storia sono conosciute in tutto il mondo e ci fanno riflettere su quanto noi siamo fortunati e su quanto lei sia stata sempre coraggiosa non perdendo mai la speranza.
Dopo aver visto e sentito i racconti della giornata della memoria, i ragazzi del MEG si sono concentrati sulla frase che li aveva colpiti di più dell’intervista sulla deportazione di Liliana Segre e con tutte queste frasi, insieme, abbiamo creato un cartellone per ricordarci di lei, di tutti i sopravvissuti, ma soprattutto come dice Liliana: “delle persone che sono salite sul treno con me e che non ci sono più“.
I ragazzi del triennio dei licei sono stati invitati a riflettere sul significato ed il peso della memoria nel presente, tramite attività con tagli didattici ed obiettivi diversi.
Se i ragazzi del Quarto Anno, guidati dalla prof. Giganti, sono stati coinvolti in una riflessione sul rapporto tra individuo e società che è sfociata nella realizzazione di una pagina Instagram dedicata a questa tematica (clicca qui per visionarla) , i ragazzi del quinto anno invece si sono cimentati in un dibattito sul tema del negazionismo: un’opinione abietta come questa può diventare reato? Se si, in quali circostanze ed entro quali limiti?
A queste riflessioni se ne sono unite altre svolte a partire da spunti offerti dai contenuti disciplinari, come lo studio della “Germania” di Tacito (liceo Classico) e l’analisi delle opere di artisti contemporanei come Mauri e Boltanski.
La classe 1A, ha svolto un elaborato dedicato ad Anna Frank interamente in lingua inglese. In seguito ad un brainstorming, in lingua italiana e inglese, sono nate interessanti riflessioni sulla sua vita e sull’importanza della memoria.
Le classi 2A, 2B e 2D, guidate dal prof. Rosario Calabrese, hanno analizzato il tragico evento dello sterminio del popolo ebraico dal punto di vista delle parole e delle immagini chiave. Il vocabolario della Memoria, una raccolta di termini che condensano tutta la brutalità e la crudele determinazione messa in atto dai nazisti per sterminare gli ebrei, è stato il risultato di un brainstorming in classe che ha portato alla creazione di una nuvola delle parole accompagnata dalla ricerca di alcuni ritratti fotografici delle vittime della Shoah, ossia persone deportate nei campi di concentramento o morte in Italia in eccidi, in stato di detenzione, per disagi o privazioni. Tale ricerca è stata eseguita grazie agli iPad e ad una fototeca realizzata dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC-Onlus). In seguito, ogni studente ha raccolto le notizie bibliografiche di una delle vittime della persecuzione antiebraica del 1943-1945 e le ha postate, insieme alla foto, su un Muro della Memoria appositamente creato sul sito Padlet.com.
Nello specifico, la sezione 2D, e anche la classe 1B, hanno indagato la figura di Irena Sandler, una donna polacca che grazie alla sua astuzia e al suo ingegno, è riuscita a mettere in salvo oltre 2000 bambini ebrei dal ghetto di Varsavia. È seguita la proiezione del video, in inglese, “Ted Talk” sulla sua vita e la sua missione, fondamentale per discutere l’importanza del coraggio e della presa di posizione in contesti in cui i diritti degli altri non vengono rispettati.
In 3B il prof. Antonio Arcidiacono ha organizzato un’attività volta a sensibilizzare i ragazzi su come può agire il potere di un governo che riversa una colpa inesistente su un gruppo di cittadini e fa leva sugli altri per discriminarli ed escluderli (così com’è accaduto negli anni dell’Inquisizione o delle deportazioni naziste). Attraverso una sorta di gioco di ruolo innescato dalla distribuzione di alcuni biglietti ai singoli studenti con delle caratteristiche personali, è nata una discussione sull’importanza del dubbio e di come non si debba recepire una legge o una regola in modo passivo ma chiedersi il perché di ciò a cui si obbedisce. L’attività, nello specifico, si è così sviluppata:
gli studenti possono essere ”colpevoli” o ”innocenti”, il compito del gruppo è individuare i colpevoli ed escluderli. In realtà ogni biglietto riporta solo la parola ”innocente” e pertanto nessuno è di fatto ”colpevole” Ogni studente riceve un biglietto personale in cui sono scritte delle caratteristiche personali: – colore dei capelli – attenzione scolastica – attitudine e carattere personale Una regola fondamentale è che nessuno può mostrare all’altro ciò che c’è scritto sul proprio biglietto ma può solo dialogare. L’attività si svolge all’aperto e i ragazzi sono liberi di muoversi e parlare tra loro. Dopo alcuni minuti di discussione, il docente richiama i ragazzi in cerchio invitandoli a esprimere palesemente i nomi dei possibili colpevoli. Quindi singolarmente vengono votati i candidati all’esclusione e se ricevono la maggioranza dei voti, vengono esclusi. Alla fine dell’attività il docente rivela che in realtà non esiste nessun colpevole e che egli ha fatto credere che ne esistessero più di uno. L’attività è volta a sensibilizzare i ragazzi su come può agire il potere di un governo che riversa una colpa inesistente su un gruppo di cittadini e fa leva sugli altri per discriminarli ed escluderli (così com’è accaduto negli anni dell’Inquisizione o delle deportazioni naziste). – l’attività ha avuto ottimi risultati e i ragazzi hanno poi discusso sull’importanza del dubbio e di come non si debba recepire una legge o una regola in modo passivo ma chiedersi il perché di ciò a cui si obbedisce.
L’attività curricolare delle classi della Scuola Primaria, in questa settimana, è stata interamente percorsa da un tema così dirimente e imprescindibile, seppur di sempre difficile trattazione. Gli strumenti adottati sono stati diversi: la lettura di un libro, la visione di un film, una lezione stimolante, il confronto attivo e il dibattito dei nostri ragazzi sono stati fondamentali per non perdere le tracce di ciò che è stato, e di ciò, che nella memoria, non dovrà essere mai più.
Per la 4B, parla la maestra Daniela:
“Affrontare un tema di questa portata richiede la massima delicatezza per accompagnare i bambini a prendere atto di una pagina nera della storia del ‘900. Partendo dalle loro conoscenze pregresse, ho spiegato il concetto della parola shoah e ho chiarito il significato di ebreo, ovvero persona di religione ebraica; successivamente, ho proposto ai bambini la lettura in aula del libro “La stella che non brilla” di Guia Risari. Si è trattata di una lettura attiva, quella dei bambini, cui ha fatto seguito un confronto guidato sul libro e sulle emozioni emerse, inquadrando il quadro storico nel quale è avvenuto il genocidio degli Ebrei e non solo. Ho cercato di far comprendere loro che dietro questa macchina spietata c’era una pianificazione di strategie politiche e sociali che, partendo dalla propaganda (con il controllo totale dei giornali, della radio e cinema), giungeva alla promulgazione di Leggi Razziali per legittimare le discriminazioni degli Ebrei e per arrivare alla cosiddetta “soluzione finale”. Facendo mie le parole di papa Francesco, dinnanzi all’inorridire dei bambini a fronte della spietatezza degli uomini, ho detto loro che ciò è avvenuto, perché gli uomini hanno dimenticato che “siamo tutti fratelli”. A conclusione, i bambini hanno realizzato un cartellone che schematizza quanto appreso sulla Shoah e sull’importanza del serbarne sempre memoria (Zakhor), contornando il cartellone con tante stelle di David, che riprendono a brillare con i messaggi di speranza che ciascun bambino sente nel proprio cuore.”
La 4A ha prediletto la visione del film “ La bambina delle arance”, che congiuntamente alla spiegazione della maestra e all’inquadramento storico della vicenda narrata, ha dato modo di stimolare un momento di dialogo e confronto sul tema, concretizzatosi, poi, nella realizzazione di un elaborato scritto nel quale gli studenti hanno avuto modo di dare libero sfogo ad emozioni e riflessioni.
Diamo voce ad alcune di queste: “ Questa storia ci insegna che noi possiamo fare la differenza, come Greta, che ogni giorno portava a Davide i resti della sua colazione a rischio della propria vita. Ma non solo questo: possiamo trarre dalla storia altre riflessioni, emozioni, sentimenti…. Il mondo non è solo un buco tutto noia e videogiochi, è molto di più!”
“Quando , a volte, ci sentiamo soli e pensiamo di essere inutili dobbiamo ricordarci di Davide, ma anche di molti altri che hanno vissuto l’orrore della guerra e che sono morti, burattini apparenti della altrui cattiveria e dello strapotere. Le testimonianze dei sopravvissuti ci hanno insegnato ad essere più umani.”
La 5A, 5B e la 5C, invece, si sono immersi nel classico “La vita è bella”, destinando i momenti a seguire alla recita di poesie, alla lettura di testimonianze e a un confronto in classe.
I più piccoli sono stati accompagnati in questo percorso immersivo attraverso vari strumenti: il racconto emozionante ed emozionato del “Orsetto di Fred” per la 3A ; il cartone “La stella di Andra e Tati” per la 3B; il film animato “Otto l’Orsacchiotto” ha accompagnato la 2A nell’attività di circle time e nella realizzazione di un cartellone finale; la 2B ha elaborato invece un lavoretto dopo aver riflettuto sul valore della diversità e dell’unicità di ciascuno grazie alla Filastrocca sulla diversità e alla visione del video “La liberazione delle Formichine”.
Alla Scuola dell’Infanzia affrontiamo normalmente il tema dell’uguaglianza fra gli uomini, fermamente convinti della necessità di sensibilizzare i bambini già in tenera età.
In particolare, durante questa settimana, tutti i bambini hanno svolto attività sulla pace, la fratellanza, e l’importanza della diversità.
La storia di Elmer, l’elefantino variopinto, che si accorge di essere l’unico multicolore in un mondo di elefanti grigi, ci ha accompagnato lungo tutto il percorso, aiutandoci a cogliere la bellezza della diversità, come unicità di ciascuno, e quindi come un tesoro da conservare.
Inoltre, i bambini hanno ascoltato canzoncine, filastrocche sulla pace, e hanno fatto disegni e lavoretti a tema.
Giorno 27 gennaio, per la Giornata della Memoria, ogni bambino porterà a casa un arcobaleno fatto con le proprie mani, come simbolo di pace e unità. (Dalila Rubino, maestra dell’Infanzia).
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