Eccellenze della Scuola Secondaria di Secondo Grado – a.s. 22-23

L’eccellenza umana e accademica anima il modo di procedere del Gonzaga Campus, per formare donne e uomini Competenti, Compassionevoli, Coscienti e Coinvolti.

Competente, per noi, è un alunno ben preparato per le sfide della vita, non solo istruito ma insieme eccellente accademicamente e umanamente per vivere le sfide della vita di oggi.

Vi presentiamo con orgoglio, per ogni categoria di riconoscimento, le eccellenze della Scuola Secondaria di Secondo Grado per l’anno scolastico 2022-2023.

Premio rigore negli studi

Alunno più meritevole per classe (dalla media dei voti del quadrimestre)

Classe più meritevole accademicamente – per media di classe:

Merito di carriera scolastica (5 liceo)
studenti di maturità

Premio alla carriera di un prof

Premi centralità della persona e delle relazioni

Premio 4C

Premio Sensibilità e Spontaneità della persona

Premi tradizione pedagogica
di sant'Ignazio di Loyola

Dopo la parte delle eccellenze accademiche si procede con il riconoscimento di quelle umane per concludere, in particolare, con le ignaziane. Si comincia con il prendere in considerazione i Progetti importanti per la scuola riconoscendo a chi vi ha partecipato, e li ha animati, un particolare valore formativo ed educativo per sé e per gli altri.

Premio Laudato si'

Kairos

Leader Kairos

Colloqui fiorentini

Gruppo Simulazioni Onu

Premio Creatività

Club Musica

Staff

Premio Cultura

Premio Sport

Gruppo femminile di corsa campestre biennio:

Gruppo biennio maschile:

Gruppo juniores maschile:

Premi speciali

Premio "studente ignaziano": Uomini e donne per gli altri

Triennio gruppo Kenia:

Premio "San Luigi Gonzaga"

Superpremio per la costante presenza a scuol

ai vicepresidi:

Menzione speciale dei Vicepresidi per la puntualità

Premio "Sorriso"

all’insegnante più sorridente:

allo studente più sorridente:
Biennio Licei

Triennio Licei

Premio: "Io abito a scuola"

Premio speciale del preside per la resilienza

Altri premi speciali

Premio STEM

Premio studi culturali

Premio bontà e attenzione all'altro

Una lezione…per la vita. Il papà di Giulio Zavatteri incontra gli studenti

Si è svolto oggi al Gonzaga Campus l’incontro tra i nostri studenti del triennio ed il Dott. Francesco Zavatteri, papà di Giulio, giovane diciannovenne morto di crack il 15 Settembre del 2022.

Un racconto di vita e di dolore -interrotto da lacrime di commozione in un silenzio quasi irrealistico- che comincia descrivendo la personalità geniale di Giulio sin da tenera età e che termina con parole drammatiche che esprimono l’impotenza e l’angoscia di un genitore dinanzi al potere distruttivo della droga.

Una lotta coraggiosa quella di papà Francesco che -pur non essendo riuscito a salvare il suo ragazzo dalla solitudine, dalla dipendenza e dalle crisi psicotiche indotte dal crack- non si arrende e porta testimonianza ai nostri alunni dell’importanza del dialogo con i genitori, affinchè la famiglia -e non la droga- sia il vero unico sfogo ai disagi giovanili. Un progetto di speranza e di vicinanza al mondo adolescenziale che trova massima realizzazione nell’associazione Onlus “La Casa di Giulio” e nel relativo progetto di un centro di sostegno ed aiuto ai ragazzi che finiscono nel giro della tossicodipendenza.

Sono infine intervenuti Ivan D’Anna, ispettore di Polizia esperto in reati di spaccio, l’assistente sociale presso il Tribunale dei Minori Giusi Calascibetta, la psicologa Patrizia Russo e la Prof.ssa della facoltà di Giurisprudenza Clelia Bartoli che sta lavorando ad una proposta di legge sulle dipendenze da sostanze stupefacenti.

Una preghiera a Giulio conclude la mattinata. A parlare è ancora il suo papà, che chiede forza e coraggio per realizzare il progetto di aiuto ai tanti ragazzi che -per fragilità e paura- si allontanano dagli affetti per morire nella solitudine e nell’indifferenza sociale, spesso associata all’idea del “tossico”.

Siamo tutti figli di Francesco Zavatteri. E ognuno di noi è suo figlio Giulio.

Prof.ssa Serena Vacante Docente Scuola Secondaria di Secondo Grado

Research Day: studenti del liceo STEM in collegamento con la base Concordia, in Antartide.

Nell’ambito dei Research Day i nostri ragazzi del terzo e del quarto dei licei anno hanno avuto la grande occasione formativa d’incontrare, sia di persona che online, i ricercatori della stazione Concordia, una base di ricerca italo-francese situata al Polo Sud che si occupa di svariati ambiti di studio scientifico, tra cui fisica dell’atmosfera, glaciologia, climatologia e anche astronomia.

 Questi studiosi hanno preso la coraggiosa decisione di trascorrere un intero anno nel bel mezzo dell’Antartide dove, come si può immaginare, le condizioni di sopravvivenza raggiungono livelli estremi ed il pericolo può essere fatale senza le giuste precauzioni.

Con i ragazzi, durante il collegamento, erano presenti anche uno dei ricercatori che aveva già vissuto questa esperienza – il prof. Antonio La Barbera – e un fisico del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche della sede di Palermo – prof. Rodolfo Canestrari.

Durante il collegamento gli studenti hanno posto loro diverse domande, incuriositi da cosa si prova non solo nello svolgere lavori di ricerca scientifica, di rilevamento dati, e di manutenzione delle varie e complesse strumentazioni tecnologiche in un ambiente così ostile, ma anche come le condizioni psicologiche e relazionali vengano influenzate.

‘Ci capita spesso di dover uscire là fuori, con il freddo glaciale, per la manutenzione dei nostri strumenti… spesso ci è capitato di subire delle ustioni di freddo a causa di lavori che richiedevano maggiore manualità e l’assenza delle dovute protezioni”.

Le domande dei nostri studenti riguardavano anche il tempo e lo svago, dato che l’unico modo in cui possono intrattenersi è al chiuso.

‘Fortunatamente non mancano giochi da tavolo, di società, libri, film, musica e quant’altro. Mancano purtroppo il verde, le piccole azioni della quotidianità, ci si può stancare molto facilmente anche nel fare semplici cose quando ci si trova in situazioni così estreme – dice uno dei ricercatori – i legami che si riescono a stringere con i colleghi sono fondamentali’’.

Nell’ambito dei Research, il liceo STEM non si limita soltanto a raccogliere testimonianze sul mondo della ricerca, ma si applica anche in essa: insieme con i professori La Barbera e Canestrari e accompagnati dal loro docente di fisica, il prof. Rubino, i nostri ragazzi partiranno martedì 16 maggio per Serra La Nave, sull’Etna, per condurre un esperimento di rilevamento dei raggi cosmici.

Stereotipi e vite vissute: i maturandi riflettono sui luoghi comuni del carcere

La realtà del carcere reca con sé l’idea del pregiudizio, dell’etichetta sociale, del vincolo perpetuo di una colpa da espiare. 

La sfida attuale della nostra scuola e delle associazioni che collaborano attivamente con noi è quella di abbattere il muro della diffidenza e della paura che allontana i giovani dalla ricerca di quella dimensione umana e spirituale che è obiettivo formativo prioritario del Gonzaga Campus.

Grazie al prezioso lavoro della Cooperativa sociale “Al Reves” e alla partecipazione attiva dell’Associazione Spondè Onlus, si è cercato di sensibilizzare le classi di maturità ad un tema delicato e di fondamentale importanza nel percorso di crescita dello studente ignaziano: un’analisi approfondita della “cultura dello scarto” di cui Papa Francesco ha più volte ribadito l’aberrante e pericolosa deriva.

Qualunque sia il pregiudizio che alimenta discriminazione ed allontanamento, la “società del consumo” finisce per scartare non solo oggetti ma anche persone, annientando ogni forma di empatia ed immedesimazione nella altrui condizione. 

Esseri umani al margine, soggetti mentalmente fragili, anziani, senzatetto, anime spesso private della dignità del conforto e -nel caso di specie- detenuti e detenute, sottoposti quindi a misure limitative della libertà personale.

In un contesto simile, il lavoro -da sempre considerato diritto supremo nel garantire a chiunque un’esistenza libera e dignitosa- diventa motivo di riscatto e strumento di giustizia riparativa volto a realizzare la funzione rieducativa della pena come indicato dall’articolo 27 della Costituzione italiana: una pena efficace con effetto deterrente, che mai può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità ed obbligatoriamente tesa al reinserimento sociale del condannato.

La Cooperativa “Al Reves” (termine spagnolo che significa “Al contrario”, ad indicare la scelta del cambiamento) ha creato e gestisce all’interno del carcere Pagliarelli un laboratorio di riciclo tessile, grazie al lavoro di tante detenute: una vera e propria sartoria dove è possibile scoprire nuove capacità ed investire in un’attività di grandissima valenza formativa, utile anche per il futuro reinserimento lavorativo dei carcerati. 

Lo scarto tessile diventa metafora dello “scarto” umano: pezzi di stoffa destinati al rifiuto che, combinati e cuciti, danno vita a cestini di tessuto, ad elastici per capelli, a foulard, a piccole bomboniere da matrimonio.

Le reazioni dei nostri alunni all’incontro e alle testimonianze riportate sono state particolarmente sentite: domande molto interessanti ed interventi costruttivi carichi di sana curiosità verso un contesto totalmente nuovo; talvolta manifestazioni di comprensibile diffidenza verso un sistema di giustizia che assicuri realmente un’effettiva “riparazione” degli errori commessi.

In tanti si sono chiesti quanta verità ci sia in serie televisive incentrate sulla realtà del carcere: una fra tutte, “Mare fuori”, divenuta molto popolare tra i giovani e che racconta uno spaccato di vita vissuta in un Istituto Penitenziario Minorile di Napoli.

Storie che si intrecciano, vicende personali di difficile risoluzione, detenuti minori di età appartenenti a contesti familiari diversi, che finiscono per condividere la medesima condizione di emarginazione sociale, accompagnati ed aiutati -nella finzione così come accade nella realtà- da professionisti impegnati nell’ambizioso progetto di suggerire ai ragazzi una scelta di vita diversa dalla criminalità.

Nelle parole dei nostri alunni si legge la giusta consapevolezza dell’illecito penale e la conseguente responsabilità nell’allontanare ogni forma di delinquenza, minorile e meno che sia.  

A ciò si aggiunge la bellezza della loro dimensione umana che -nonostante la loro giovane età- è un meraviglioso strumento di misericordia che non subisce pressioni dai pregiudizi che invece, spesso, appartengono all’età più adulta.

Una profondità d’animo che non si lascia convincere solo dai fatti, ma che si interroga sulle inquietudini, sulle solitudini, sulla disperazione di ogni essere umano.

Giovanni Falcone diceva sempre “che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così; solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.

L’istituzione scolastica è il baricentro del cambiamento, lo strumento di inclusione umana per eccellenza che necessita di cultura e di coraggio per cambiare le cose, combattere la criminalità ed abbattere ogni forma di pregiudizio ed emarginazione sociale. 

La scuola sceglie di “fare” ogni giorno e contrasta ogni forma di chiusura, fisica o mentale che sia.

“Colui che apre la porta di una scuola, chiude una prigione” – scriveva Victor Hugo.

Serena Vacante

Un anno in Pennsylvania tra scuola, leadership e riconoscimenti. La maturanda Claudia Papa si racconta

Al giorno d’oggi sono molti gli studenti che decidono di frequentare un periodo di studio all’estero, lasciando per un trimestre, un semestre o persino per un anno intero la loro famiglia e gli amici per vivere in posti tra i più disparati al mondo.

Questa settimana è Claudia Papa a raccontare la sua esperienza: una studentessa del quinto anno del Liceo Scientifico che ha trascorso un intero anno scolastico in America con l’associazione International Student Exchange (ISE).

Chi decide di frequentare un periodo di studio all’estero, nonostante le difficoltà che comporta vivere a molti km di distanza, decide soprattutto di contribuire alla propria formazione scolastica e personale, acquisendo doti che rimarranno impresse per tutta la vita, come la stessa Claudia afferma: “ho deciso di vivere quest’esperienza non solo per potenziare la padronanza della lingua inglese, ma anche per arricchire la mia conoscenza del mondo attraverso differenti modi di vivere e fare scuola”.

“Sono stata ospitata da una coppia che vive a Wyoming, a nord-est della Pennsylvania. Sono molto legata a loro, sin da subito mi hanno accolta calorosamente e non mi hanno fatto mai mancare nulla. Lo scorso Natale sono andata a trovarli, la loro ospitalità è stata fondamentale per vivere un anno lontana dai miei affetti e frequentare la Wyoming Area High School”.

In merito alla scuola, Claudia racconta di aver frequentato l’ultimo anno, che nel sistema scolastico americano corrisponde al quarto, e di aver scelto le materie con il grado di difficoltà più alto per sviluppare nuove skills.

Numerose, inoltre, le attività laboratoriali e sportive che permettono agli studenti di coltivare i propri hobby: dalla sociologia, all’arte e ancora scienze e teatro.

“Io ho fatto pallavolo e ho frequentato il laboratorio di teatro che, grazie alla media alta dei miei voti e un’esperienza pregressa, mi ha consentito di entrare a far parte dell’International Thespian Society”.

Tuttavia, queste non sono le uniche attività a cui la liceale si è dedicata. 

Claudia ha partecipato ad una vera e propria scuola di leadership il cui obiettivo era quello di trasmettere tutte le skills che un leader deve possedere per farsi strada nel mondo del lavoro.

‘‘Il progetto assegnatomi riguardava l’attività di doposcuola per bambini in difficoltà e al termine di questa esperienza, io e la mia squadra, abbiamo raccolto fondi e materiali didattici da destinare ai bambini. È stata un’esperienza fortemente costruttiva, oltre che emozionante, durante la quale io ed i miei compagni abbiamo incontrato i leader più influenti del Paese. Ho avuto accesso anche alla National Honoris Society e ho potuto dedicarmi ad altre attività di volontariato. È gratificante lavorare sodo per portare a termine un obiettivo per il bene dell’altro”.

Il Gonzaga Campus si congratula con Claudia per l’impegno e gli obiettivi raggiunti, augurando un futuro prospero e ricco di possibilità che sappia riconoscere i suoi meriti.

Insegnare letteratura alla scuola media. La sfida lanciata dalla prof.ssa Lucia Sessa

Insegnare letteratura alla scuola media è un po’ una sfida. Sai bene che manca ai ragazzi, data la giovane età, la chiave di lettura per penetrare e gustare tante opere eccelse“.

E’ così che la prof. Lucia Sessa ci ha presentato i contributi di alcuni studenti che oggi condividiamo.

Ho sempre amato – continua la prof.- “Davanti San Guido” di Giosuè Carducci, consapevole del fatto che è un testo dell’età matura, carico com’è di nostalgia, di rimpianti, ma anche di  quei sentimenti puri e totalizzanti che solo la fanciullezza ci dona. Così ho accostato i ragazzi a questo testo, guidandoli a coglierne le risonanze, attraverso  un lavoro di immaginazione. Come spesso accade, mi hanno commosso

Il Ricordo – Carola Messina
Cianciana…era il nome del paesino dove io e la mia famiglia trascorrevamo fine settimana e feste, insieme ad amici e familiari. Tornando adesso in questi posti, mi tornano in mente tanti ricordi della mia tenera età, tra le uscite con il mio solito gruppo di amici, le scampagnate, i mesi estivi passati lì, le serate vuote e fredde, ma anche quelle affollate e calde, le giornate in piscina o al mare, le feste di paese, le domeniche passate in famiglia, tutte le stradine che ormai per me sono casa, la gente che mi fermava, perché mi riconosceva come “la figlia di”, e poi mi faceva i complimenti per come ero cresciuta, la casa degli zii dove mi divertivo con tutti i loro strumenti musicali, e infine la tranquillità e felicità che si provava ogni volta che dalla strada intravedevamo le case e le strade di Cianciana.

Adesso mi ritrovo qui, dopo quasi quarant’anni, con una carriera da medico alle spalle e due figli ormai grandi che insieme a me hanno continuato a venire qui, ogni volta che si torna in Sicilia.

Mio caro paesino, più il tempo scorre, più mi affeziono a te e ad ogni mio ricordo di quando ero piccola; so che il mio lavoro e la vita che mi sono fatta in Toscana mi allontanano da casa, ma continuo e continuerò sempre a venire a parlarti e a trascorrere qualche pomeriggio insieme; anche se stare in questo luogo mi dà un gran senso di malinconia al ricordo di quando eravamo tutti più piccoli e senza alcun pensiero.

 Adesso mi basta guardare un’insegna di un bar per avere un’immensa quantità di ricordi belli e brutti. La mia maturità non è stata altrettanto semplice come la mia infanzia, poiché gli studi lontano dalla mia famiglia mi hanno resa più sensibile e debole, anche per affrontare gli studi universitari.

Ma grazie al mio duro lavoro, sono riuscita a realizzare i sogni della piccola Carola che voleva andare a vivere in Toscana, ma soprattutto voleva diventare un medico; ed eccomi qua.


È tutto uguale a prima con te – Bianca Lo Iacono
È tutto uguale a prima…il sentiero che porta in spiaggia , il cancello di ferro battuto, le casette , l’erba che mi striscia tra i piedi perché  come al solito è troppo alta rispetto al vialetto , e poi il mare , le onde che si scontrano contro i sassi a riva e che fanno sempre lo stesso rumore , un rumore così caro e familiare , i gigli che spuntano a metà di Agosto e le canne con cui giocavo a fare le capanne da bambina . E’ tutto uguale a prima, tranne una sola cosa , una sola persona , io Bianca , che ormai non sono più quella bambina che correva sulla spiaggia , che nuotava tutto il giorno e che giocava a palla . Quasi quasi mi sembra ancora di sentire i miei amici che mi chiamano , o mia madre che mi dice di tornare a casa per pranzo ,o mio padre che mi toglie da dietro l’ombrellone anche se volevo stare ancora seduta all’ombra ; oh che bei ricordi e che nostalgia! Quanto darei per poter ritornare come prima un’ultima volta…solo un ultima volta , del resto è tutto uguale a prima…Mi sento travolta da mille emozioni , le emozioni della mia infanzia , dolci, così dolci da farmi piangere ; ed è qui che comincio a sentire suoni, sospiri ,voci che riconosco , quasi senza rendermene conto, immediatamente. Ed ecco che, accoglienti e premurosi, tutti gli elementi che hanno costituito le estati della mia infanzia cominciano a parlare ; il vento sospira , le onde iniziano a bisbigliare , dalle canne di bambù , dai pini e dagli oleandri esce una voce melodiosa , che mi rilassa . Dovrei essere spaventata , lo so bene , o almeno scioccata ;dopotutto non è una cosa che si vede tutti i giorni questa , ma la cosa strana è che sto provando le sensazioni opposte ; mi sento calma, felice , rincuorata , come se me lo aspettassi a dire il vero. Possibile che tutti i miei ricordi così lontani e malinconici , ma allo stesso tempo vividi e gioiosi si trasformino in realtà ? 

“Da quanto tempo!” “Ben tornata” “ Ti ricordi di noi?” – esclamano i pini e gli oleandri – “ Come stai?” “ è da tanto tempo che non vieni a trovarci” “Resta qui con noi”- dicevano le onde del mare con voce calma.

Sono commossa ; loro si ricordano di me, non mi hanno dimenticata ; oh ,quanto mi piacerebbe restare a rivivere quel posto magico , era da tanto  che non venivo , ed era tutto uguale a prima , in fondo . No. Che sto dicendo? Non devo farmi sopraffare dalle vecchie emozioni ,io non appartengo più a questo posto , il passato è passato , devo andare via , dire di no ; ma questo contrasto in me cresce sempre di più e tutti i miei ricordi si fanno sempre più vivi . “Devo andare” “non posso restare”- dico alle onde e al vento ,forse per convincere più me che loro – “ ormai sono grande non sono più quella ragazza che leggeva romanzi in spiaggia o quella bambina che faceva i castelli di sabbia” “ Ma tornerò, promesso, verrò presto a rifarvi visita”- affermo convinta . 

Gli alberi, però mi guardano incerti e il vento, che mi soffia tra i capelli , non capisce. Mi pregano di restare , mi chiedono di raccontare loro della mia vita e mi rievocano in mente tanti ricordi felice , ma anche tristi . E io , confusa e commossa, inizio a parlare ; così mentre loro commentano tutte le mie sbucciature e tutte le mie mangiate di gelato , gli racconto della mia vita , delle mie scelte , dei cambiamenti … Gli dico che mi sono laureata in medicina , che adesso sono una dottoressa , e che sono stimata da tutti , che ho scritto un libro , ma solo per passione , e che ho una figlia bellissima e un giorno l’avrei portata lì e le sarebbe piaciuto tantissimo . Gli dico anche le cose più stupide come il fatto che la mattina mi piace prendere il caffè in balcone, prima di andare al lavoro , come il fatto che mi fa ancora piangere Titanic esattamente come quando avevo 13 anni , come il fatto che ho un giardinetto e che mi piace occuparmene nel fine settimana , e come adoro preparare dolci con mia figlia . Ma nonostante questo non c’è un solo momento in un solo giorno in cui non mi manchino la spiaggia , i fiori , l’odore del ferro battuto e del mare di Lascari.

Quante delusioni avevo provato; avevo perso della amicizie, e delle storie d’amore non erano finite come mi aspettavo , non ero mai riuscita ad aprire un ambulatorio tutto mio, e non avevo vinto il concorso per andare in Africa come speravo e ( questo meno importante) non ero mai andata ad un concerto di Ultimo o di Adele .

Ma, anche con queste delusioni la mia vita è molto felice; ho tanti amici ,una splendida famiglia , un lavoro fantastico e una figlia fantastica ; ho realizzato molti degli obiettivi che avevo da giovane , come fare un corso di giornalismo , andare a Parigi , riuscire a diventare medico , aiutare la gente e rendere contenti gli altri intorno a me ; certo non ho mai incontrato Julia Roberts o Robin Williams , ma sono molto soddisfatta della mia vita. 

Ho appena finito di parlare, quando mi accorgo che ormai tutto e tutti mi stanno ascoltando , non più solo il vento , le onde e gli alberi , ma anche i passeri restano fermi , il sole abbassa i raggi ed è come se anche le tegole della casa si protendessero verso di me . Sono tutti felici , tutti sorridenti , guardano tutti la donna che  sono diventata , ma sono anche tristi e ansiosi, lo noto.

Senza neanche capire cosa succede ,mi ritrovo a versare calde lacrime lungo le guance e improvvisamente  capisco; è vero : è tutto uguale a prima , ma io non faccio più parte di tutto questo , è solo un bellissimo , felice , meraviglioso ricordo, e come una coperta si stende su un bambino , lascio che tutti i miei ricordi d’infanzia si stendano su di me ora e per sempre . “ Addio amici”- dico- e poi sorridendo mi volto. Attraverso quel sentiero , cammino verso il cancello , saluto gli alberi ,il sole ed il mare , sfioro le case e cerco di imprimere nella mia mente queste immagini di luoghi e di cose che ho sempre amato e che sempre amerò , perché in cuor mio so che non tornerò mai più in questo posto . E poi rimango sola , sola con i miei ricordi.


Caro diario.. – Edoardo Santomarco
Caro diario,

oggi mentre frugavo nei cassetti di casa, ho trovato un mazzo di chiavi color verde.

Provai a inserirle in tutte le serrature di casa, ma niente, le stavo solo rompendo; tornato al cassetto, continuai a cercare qualunque oggetto potesse ricollegarsi a quelle chiavi, dopo cinque minuti che cercavo vidi un qualcosa incastrato fra due cassetti,  con un po’ di fatica riuscii a prenderlo; era una foto del mio 12º compleanno, sullo sfondo c’era però una casa che non era casa mia né casa dei miei genitori. 

Dopo un po’ che andavo in giro per la casa, camminando velocemente e fissando la foto, decisi di sedermi sul divano; improvvisamente iniziarono a riaprirsi i ricordi di una casa in campagna in un paese della Sicilia… senza pensarci due volte presi chiavi, telefono e portafoglio, e andai in aeroporto per andare giù in Sicilia il prima possibile. Durante il viaggio cercai di ricordarmi un qualcosa, ma niente; solo ricordi confusi e scollegati; scesi dall’aereo, affittai una macchina e imboccai  senza ripensamenti l’autostrada.

Più mi avvicinavo, più un sentimento, che tuttora non so descrivere, diventava forte. Arrivato davanti al cancello provai a mettere la chiave nella serratura… effettivamente girava! Sorpassato l’ingresso, fu come se un mondo parallelo fosse comparso davanti a me; era come se le lunghe, vecchie ma soprattutto belle giornate d’estate, passate in quella casa, si stessero  ripetendo davanti ai miei occhi. D’un tratto vidi passare un piccolo me, che gioca con un cane nel patio dove, durante le ore del riposino dopo il pranzo, giocavo con gli attrezzi del nonno. Comunque non ricordavo molto di quel cane, probabilmente perché se n’era andato quando ero piccolo per questo non ci feci molta attenzione e continuai il mio cammino. Ma man mano che passavo mi venivano in mente sempre più ricordi, come l’altalena legata a due tronchi che in confronto una torre fatta con i bicchieri di plastica era più stabile, credo però che fosse anche questo che la rendeva perfetta. O come il prato, dove, dopo essere stato in piscina e aver rischiato la vita con i tuffi, giocava a calcio fino allo sfinimento, così che dopo potevo buttarmi in piscina.Poi entrai in casa e mi ricordai delle serate passate sul divano a mangiare patatine bevendo Coca-Cola. Esplorata tutta la casa, c’era ancora una chiave che non avevo usato…Da bambino passava molto tempo nello studio del nonno, che però dopo che se ne era  andato, non era più stato aperto per rispetto. Provai a inserire la chiave nella serratura ed entrò perfettamente, dopo un momento di riflessione mi dissi:” se non ora quando” quindi  mi presi  di coraggio e aprii la porta… era successo di nuovo, davanti a me era apparsa una scena di me e mio nonno che dipingevamo,  sporcandoci faccia e mani.D’un tratto mio nonno si girò, e fu come se mi avesse sorriso, vedendo e capendo chi ero diventato; io che lo contrario di lui sono un tipo che parla poco rimasi immobile, ma lui mi stava leggendo dentro, era come se involontariamente gli stessi raccontando la mia vita da quando non c’era più. Dopo un po’ tutto tornò alla normalità, e finito il giro tornai in macchina con la testa piena di bei ricordi. Devi sapere caro diario, che da bambino avevo un sogno: da grande avrei dovuto rivivere una giornata come quando ero piccolo, beh… mi sa che ci sono riuscito.

Incontrare: la via tracciata dai Symposia per Medie & Middle

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento dei Symposia per le studentesse e gli studenti della Scuola Media e la Middle School del nostro Campus. Come sappiamo, i Symposia sono l’occasione per concedersi qualche giornata in pieno contatto con la propria interiorità, per sviluppare la propria umanità attraverso momenti di spiritualità e di riflessione su tematiche particolarmente vicine alla sensibilità del Campus. Gli argomenti affrontati quest’anno quali l’ecologia integrale, la multiculturalità e l’affettività, sono diventate spunto a partire dal quale interrogare la propria esistenza e intraprendere un percorso di vita fresco e rinnovato. 

Prima media e M1. L’ecologia integrale per costruire la casa comune.

Le classi prime ed M1, insieme ai docenti Bondì, Cinardo, Mburu, Messina, Adelfio, Caruana, Agosta, Ponte e Zarcone, hanno approfondito il tema dell’ecologia integrale con un progetto dal tema “Pianeta amico mio: Educazione ambientale e sviluppo del pensiero ecologico integrale”. Punti di partenza sono stati l’Agenda 2030 dell’ONU e l’Enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco, che hanno offerto ai ragazzi l’opportunità di riflettere sulla questione ambientale partendo dalla relazione con il territorio. Una passeggiata per le vie del centro storico di Palermo ha dato modo di scoprire le ricchezze storico-artistiche possedute ma, al contempo, malridotte e forse dimenticate. Un’esperienza, questa, che ha dato agli studenti la possibilità di analizzare il territorio e di toccare con mano la realtà per costruire un mondo migliore, lontano da sprechi, sporcizia e degrado. 

Tanti sono stati gli incontri: Barbara, co-fondatrice dell’impresa sociale MoltiVolti, ha fatto scoprire come tra i vicoli di Ballarò si può fare ristorazione conciliando i prodotti del territorio, l’uso di materiale ecosostenibile e l’interscambio interculturale tra le diverse popolazioni. Chiara e Giulia, del gruppo “Dio abita la città” della Parrocchia S. Antonino, hanno invitato a “laudare” per il creato partendo dalla cura delle piccole cose. Bartolo e Giulia, dell’Onlus Plastic Free, hanno fatto riflettere come un mondo lontano dalla plastica possa preservare il territorio e gli animali che in esso vivono. 

Vedendo e ascoltando, gli studenti sono riusciti a realizzare grafici e plastici che riproducessero Palermo, quella che tutti vorremmo amare, la casa comune per tutti.

Seconda Media e M2. Il mare ci ha resi Fratelli Tutti!

Le classi seconde medie ed M2, guidate dai docenti Gulizzi, Leto, Conciauro, Crisenza, Stassi, Vedda e Mohammad, hanno affrontato il tema della multiculturalità e del dialogo interreligioso a partire dalla lettera Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti” e dalle mille sfaccettature del Mare Mediterraneo. Obiettivo di queste tre giornate è stato quello di conoscere, in un’ottica di amorevole apertura, come il nostro mare abbia favorito l’incontro tra popoli e le contaminazioni  artistiche, musicali e culinarie. Per queste ragioni gli alunni e le alunne sono stati chiamati a scoprire il valore e l’importanza della diversità e dell’accoglienza partendo dal locale per ampliare gli orizzonti alla sfera globale.

Diverse le attività come la visita all’Ecomuseo Mare Memoria Viva, dove i ragazzi hanno scoperto l’importanza del mare cittadino e della sua tutela, o un giro tra le vie di Mazara del Vallo, storica città simbolo di accoglienza e integrazione. Qui gli alunni hanno potuto intervistare la gente del luogo: pescatori, ceramisti ed editori al fine di comprendere la convivenza etnica e religiosa in una cittadina in cui si respira un’aria tutta multiculturale. Intervistato speciale: il Vescovo di Mazara Mons. Angelo Giurdanella che ha parlato dell’Enciclica Fratelli tutti. Infine, l’ultimo giorno, gli studenti hanno realizzato dei progetti per favorire l’incontro con le comunità straniere della nostra città. Successivamente, presso MoltiVolti nello storico quartiere di Ballarò, hanno compreso l’importanza dell’accoglienza grazie alla testimonianza di un giovane lavoratore proveniente dal Gambia, andando oltre ciò che le politiche europee per i flussi migratori ci consegnano. A conclusione un buon pranzo a base di cibi provenienti da varie parti del mondo: anche a tavola si può conoscere e sperimentare l’incontro con l’altro, che è il primo passo per essere Fratelli tutti.

Terza Media. Diventare grandi: il primo passo dell’adolescenza.

Intense giornate anche per le classi terze, guidate dai professori Calabrese, Cataldo, Minnone, Sessa, p. Daniele Volpetti SJ e dallo psicologo Giuseppe Mannino. “Adolescenza: istruzioni per l’uso” è il titolo di questo percorso che ha condotto i ragazzi ad una maggiore scoperta di sé, affrontando i temi dell’adolescenza, dei primi amori, delle relazioni amicali, della gestione dei social, dei cambiamenti del proprio corpo.

La visione del film “Succede” ed una giornata di informazione e scambio con due medici sul tema della crescita, sono state lo spunto a partire dal quale gli alunni hanno avviato una serie di riflessioni in piccoli gruppi che hanno portato alla realizzazione di alcuni cortometraggi per focalizzare le tematiche che hanno maggiormente colpito. Quale miglior occasione, se non questa, per far venir fuori dubbi, incertezze, curiosità, per crescere in maniera più consapevole e serena. A trarre le conclusioni è stato p. Francesco Cavallini SJ con una lettura spirituale che restituisse ai ragazzi il vero senso di diventare grandi.

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Il futuro della ricerca comincia al liceo. Con i Research Days studenti a lezione dai ricercatori

Louis de Broglie, Premio Nobel per la fisica nel 1929, diceva che “La ricerca scientifica, benché quasi costantemente guidata dal ragionamento, è pur sempre un’avventura”.

I Research Day, già da qualche anno, permettono ai nostri studenti del Liceo STEM di vivere questa avventura.

La ricerca non è quindi solo rigore metodologico ma anche coinvolgimento personale: è l’attitudine a porsi domande mirate, sviluppare lo sguardo critico sul mondo e i suoi fenomeni; ipotizzare le cause e effetti di tali fenomeni; gestire e presentare informazioni complesse in modo coerente; legare l’attività di studio e ricerca alla propria crescita umana; immaginare possibili benefici del proprio lavoro a favore del bene comune.

I Research Days rappresentano, quindi, dei veri e propri percorsi formativi che offrono ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di immergersi nel mondo della ricerca scientifica, mettere in gioco le proprie abilità e costruire dei percorsi di ricerca ad hoc in vari campi e ambiti. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo delle capacità di riflessione autonoma, critica e originale su di sé e su ciò che ci circonda. 

La prima fase dei percorsi, quella introduttiva, ha formato i nostri studenti sulla comprensione del metodo scientifico e della costruzione generale di un progetto di ricerca, ma anche a riconoscere l’importanza della ricerca e della figura del ricercatore.

Nella fase successiva gli studenti hanno partecipato ad alcuni laboratori applicativi, svolti presso gli enti partner, per ampliare lo sguardo sulle tematiche di ricerca più innovative e acquisire quelle competenze specifiche che caratterizzano il percorso di uno studente del liceo Stem.

Il calcolo delle probabilità, l’astrofisica, la chimica, la biologia, l’information design e la robotica sono solo alcune delle tematiche affrontate. Durante i laboratori applicativi, gli studenti hanno avuto l’occasione di creare il proprio habitus di studio e confrontarsi con gli esperti del settore, che hanno guidato i ragazzi e condiviso in anteprima alcuni progetti futuri. 

Alla fine di questo percorso, gli studenti formuleranno un proprio personale progetto di ricerca, diventando così i protagonisti di questa “avventura”.

Lo studente non farà esperienza nel veder fare ricerca, non sarà solo uno spettatore, ma diventerà l’autore di una personale ricerca scientifica che verrà esposta alla fine del percorso e valutata nelle competenze specifiche espresse.

Ad arricchire questo momento speciale di formazione è il contributo degli enti partner: il Dipartimento di Ingegneria e di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Palermo, Abadir Accademia di design e comunicazione visiva di Catania, l’Osservatorio Astronomico di Palermo Giuseppe S. Vaiana, l’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Palermo, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche, Chimiche e Farmaceutiche – STeBiCeF, il laboratorio di Energetica sito SMARTEP / sito Solare Dish Stirling.

Tutti gli elementi acquisiti e calibrati sulle proprie potenzialità e risorse, preparano in modo nuovo gli studenti allo studio universitario e al mondo del lavoro.

Il liceo STEM (Science, Tecnology, Engineering, Mathematics), è l’indirizzo di scuola secondaria di secondo grado, che segue l’ordinamento italiano del liceo scientifico opzione scienze applicate, con un curriculum scientifico potenziato, in una prospettiva fortemente internazionale. Unico nel suo genere in Italia, il liceo STEM è direttamente propedeutico alle facoltà scientifiche.

Istantanee di esercizi spirituali per maturandi

Tra le opinioni che mantengono molte persone chiuse e indifferenti di fronte alla fede cristiana, c’è quella per cui la Bibbia non avrebbe più nulla da dire alle domande esistenziali dell’uomo contemporaneo, e per cui la tradizione spirituale della Chiesa risulterebbe ormai incapace di interpretare il dinamismo della vita interiore.

Nel ritiro di esercizi spirituali trascorso a Monreale dal 6 all’8 marzo, gli studenti del quinto anno dei licei hanno ricevuto la possibilità di toccare con mano l’infondatezza di questa opinione. Guidati da p. Francesco Cavallini SJ, i ragazzi hanno progressivamente intravisto nelle “regole del discernimento” formulate da sant’Ignazio di Loyola un patrimonio ancora in grado di aiutarli a leggere i propri movimenti interiori, e a compiere scelte non dettate da tentazioni, automatismi e paure, ma dalla ricerca del bene autentico, della propria via di crescita nell’amore.

Il tutto calato nella concretezza della loro vita, a riprova di come la “grammatica” della vita spirituale tocchi anche gli aspetti più quotidiani dell’esistenza, aiutando ad esempio a contrastare quelle tendenze alla fuga e alla procrastinazione degli impegni assunti, che sperimentiamo soprattutto nei tempi di desolazione.

Ancor più che la scoperta dell’attualità delle regole del discernimento, quella della profonda vitalità del testo biblico è stata fonte di stupore per molti maturandi.

Seguendo l’itinerario di vita del re Davide a partire dagli spunti proposti da p. Cavallini, i ragazzi hanno potuto prendere maggiore consapevolezza, quasi come attraverso uno specchio, delle diverse dinamiche interiori sperimentate nel loro cammino. E questa presa di consapevolezza non è avvenuta soltanto mediante la riflessione, ma anzitutto grazie a tempi di preghiera, a quella preghiera ignaziana sulla parola di Dio, che integra l’invito a “sentire e gustare internamente” e la spinta a trasformare in frutto concreto quanto scoperto nella meditazione.

Certo, i giorni di ritiro non sono il compimento, ma soltanto la tappa di un cammino che i ragazzi potranno continuare a percorrere lungo la vita ordinaria, soprattutto se sceglieranno di guardarsi dentro, alimentando quel desiderio di autoconoscenza favorito da esperienze quali il Kairos e gli Esercizi spirituali, e custodendo durante la propria settimana dei tempi di silenzio esteriore e interiore. Tempi di silenzio, non di vuoto: di silenzio in ascolto di quella parola di Dio, che nei giorni a Monreale hanno iniziato a percepire come più rilevante per le loro vite di quanto immaginassero.

Come qualcosa con cui fare i conti, se si vuole fare i conti con se stessi.

Perché “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 3,12).

È il cuore che rende eloquenti. Concluso il VII° torneo di Debate

Espressione di una didattica che la nostra scuola già da tempo si impegna a favorire, la pratica del dibattito permette di formare la capacità degli studenti a sviluppare un pensiero critico e a saper argomentare anche al di fuori del contesto scolastico.

Come ogni anno, all’interno della settimana dei Symposia dei licei e dell’High School dell’International School Palermo, hanno avuto luogo i “Debates”. Il torneo di quest’anno ha visto la presenza anche di alcuni studenti dell’Istituto Finocchiaro Aprile di Palermo, che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi e di misurarsi con i nostri ragazzi. 

I Debates sono una vera e propria competizione a squadre su tematiche di attualità scelte a sorteggio, volte a stimolare la naturale curiosità e lo spirito critico di tutti i ragazzi. Tramite questa gara, infatti, gli studenti hanno la possibilità di esprimere con consapevolezza la loro posizione personale, i loro sentimenti e i loro talenti, di porsi domande sul senso della vita e ricercando risposte personali. Hanno anche l’opportunità di sentirsi coinvolti in modo attivo nei problemi del nostro tempo, di sviluppare con curiosità la loro capacità di collaborare ed esprimersi in maniera creativa ma anche e, soprattutto, critica.

I dibattiti svoltisi nel corso di questi giorni sono consistiti nel portare delle argomentazioni a favore o contro una determinata tesi riguardante diversi temi d’attualità, dall’etica alla politica, dalla tecnologia alla religione e alle questioni ambientali. Ciascuna squadra, dopo un’approfondita preparazione in merito alla tematica sorteggiata, si è impegnata nel portare delle argomentazioni a sostegno o a detrimento della tesi precedentemente scelta. La mozione scelta per la finalissima è la seguente: “L’uomo contemporaneo ricerca fuori da sé la sua perduta umanità”; la tematica scelta per la finalina è stata: “L’Amore è sempre una cosa lodevole: non è una semplice emozione ma una profonda comprensione”. Nel corso del dibattito, ogni speaker, con la funzione di rappresentare la propria squadra, ha tenuto un discorso alternandosi con gli speakers delle squadre avversarie e, una buona parte degli interventi si è svolta anche in lingua inglese, grazie alla partecipazione attiva delle nostre classi dell’International School. Vi è stato un tempo prestabilito per sostenere la propria posizione favorevole o contraria, seguita poi dalla replica finale in cui sono stati sintetizzati i passaggi più salienti del dibattito per dimostrare un’ultima volta la validità degli argomenti del proprio dibattimento.

Oggi, alla fine di queste giornate, una giuria ha premiato le prime tre squadre vincitrici: 

1ª  squadra classificata: Gedogen (Gemelli G. – Avara M. – Indelicato E. – Galvagno S.)

2ª  squadra classificata: In medio stat virtus (Bartoli C. – Bottino S. – Geraci A. – La Cavera F.)

3ª  squadra classificata: Homo novus (studenti del Finocchiaro Aprile)

Un premio è stato poi assegnato alla squadra “Verba manent” del Finocchiaro Aprile per la quaestio scritta.

Altri dieci premi speciali sono stati, inoltre, conferiti ad alcuni speaker  che si sono distinti per particolare merito durante le gare: 

Premio dialettica: Xavier Marika del Finocchiaro Aprile e Di Marco Clara
Argomentazione più elegante: Xavier Marika e Costantini Sveva
Argomentazione più efficace: Musso Elisa e Indelicato Giuseppe
Argomentazione più veloce: Casiglia Celeste e Lupo Sara
Inventio: Bartoli Carla e Crocetta Alberto
Dispositio: Randazzo Andrea del Finocchiaro Aprile e Lo Verso Sofia
Elocutio: Di Marco Clara e Gemelli Giorgia
Memoria: Avara Maria Eleonora e Coniglio Elisabetta
Actio: Geraci Alberto e Gemelli Giorgia
Sensibilità: Geraci Alberto e Gemelli Giorgia

Siamo fortemente convinti dell’efficacia educativa del dibattito – conclude il prof. Giovanni Inzerillo, che da anni coordina l’iniziativa – c’è una comunità umana che si evolve nello spazio e nel tempo e il dibattito è confronto, amicizia, umanità, sapienza e conoscenza. Argine alla deriva comunicativa contemporanea improntata sull’arroganza, sul pregiudizio, sul rancore e sull’ignoranza, il dibattito è fatto da una comunità di oratori che hanno a cuore non la vittoria ma la competenza.