È trascorso poco più di un mese dall’inizio della scuola di volontariato per gli studenti del biennio del Liceo e di M4 e M5 dell’High School: un percorso di crescita personale incentrato su esperienze che consentono un confronto diretto con differenti realtà, fornendo un aiuto concreto a coloro che vivono ai margini della società, al fine di sperimentare la dimensione servizio e della solidarietà.
Suddivisi in gruppi da 7, gli studenti si recano un giorno alla settimana nei i diversi enti per svolgere per due ore le attività di volontariato accompagnati dai docenti e dagli operatori del servizio civile.
Nella Comunità di Sant’Egidio partecipano al progetto chiamato “Casa dell’amicizia”: gli studenti, insieme ai volontari dell’associazione, portano e sistemano vestiti donati in beneficenza ai più bisognosi insieme e trascorrono del tempo giocando con i più piccoli. A tal proposito Anna Daino, studentessa del secondo anno dello scientifico sportivo, racconta: “Questi momenti regalano a noi volontari moltissime emozioni: i bambini mostrano grande gioia nel vederci arrivare in Comunità perché sanno che dedicheremo loro il nostro tempo per farli divertire. Se l’anno scorso non volevo partecipare alla scuola di volontariato, quest’anno la gratitudine che ricevo dall’attività che svolgo mi ha fatto cambiare idea e mi ha spinta a raccontare questa esperienza a mia madre, mia sorella e alcune amiche che sono rimaste entusiaste, e adesso vorrebbero partecipare a progetti di volontariato”.
Umberto Compagno, del primo liceo STEM, Andrea Tinnirello, del primo liceo scientifico, e Rossella Sanfilippo, del primo liceo classico, hanno partecipato al progetto dell’associazione Oasi Verde.
Dopo aver accolto i ragazzi nella struttura e averli presentati, Suora Anna, la referente dell’associazione, ha spiegato a questi ultimi le differenti problematiche, come le disabilità, con cui devono convivere gli assistiti. Per Umberto Compagno significativa è stata la presenza del professore Emio Cinardo che, in qualità di tutor, ha consigliato agli studenti come interagire con i più anziani, soprattutto con quelli che affetti da demenza: “Grazie ai consigli di Emio, ho capito che prima di proporre delle attività devo ascoltare i bisogni e gli interessi degli anziani. Dato che uno di loro è amante della musica e da giovane andava ai concerti, ho deciso di fargli ascoltare delle canzoni per rallegrarlo e fargli ricordare i momenti più belli della sua vita”.
Andrea Tinnirello mette in evidenza quanto sia importante invogliare gli anziani a raccontare la propria vita in modo da far riemergere i ricordi e le esperienze passate, che possono indubbiamente arricchire i giovani volontari. In questo mondo si crea uno scambio reciproco grazie al quale anche chi dona riceve.
Rossella Sanfilippo racconta: “Durante la mia attività di volontariato ho trascorso molto tempo con un’anziana di nome Silvana che mi ha raccontato la sua storia. Sin da subito mi ha definita un’amica chiamandomi Stella e vuole che vada a trovarla tutti i venerdì per cantare e ballare insieme. Queste persone vivono in solitudine e accolgono con gioia la nostra presenza apprezzando tantissimo il tempo che dedichiamo loro”.
Lucia Jiménez Di Claudio del M5 riporta un’esperienza diversa: il doposcuola realizzato presso il Centro Astalli e la ludoteca Ubuntu. Questo ente accoglie, tra gli assistiti, bambini e ragazzi di quartieri meno agiati a cui sono dedicate attività di supporto scolastico. I volontari aiutano i bambini a svolgere i compiti e gli insegnano la lingua italiana, ma organizzano anche momenti di svago proponendo diversi giochi al fine di far socializzare i ragazzi. Lucia racconta: “Sin dal primo giorno mi sono sentita a mio agio ad interagire con i ragazzi e ho cercato di aiutarli soprattutto nell’apprendimento dell’italiano e dato che sono madrelingua spagnola, su richiesta dei ragazzi più curiosi, ho insegnato loro qualche parola in spagnolo. La gioia e la gratitudine che hanno mostrato nei miei confronti mi hanno scaldato il cuore”.