Natale all’infanzia. Un ponte tra Palermo e Torino

Il 20 Dicembre, quattro classi della scuola dell’infanzia del Gonzaga Campus e del Sociale di Torino si sono incontrate virtualmente sul Connected  Classroom di Educate Magis (comunità on line che mette in rete  educatori dei 2000 e più istituti gesuiti nel mondo).

Dopo l’esperienza vissuta con grande entusiasmo durante lo scorso anno scolastico, ci siamo riproposti di organizzare un altro incontro per concludere il progetto “Christmas Together”.

Questo progetto ha visto gli istituti di Palermo e Torino impegnati durante tutto il mese di dicembre nella preparazione di attività e lavoretti di vari tipi a tema natalizio e nella realizzazione di uno spettacolo finale, durante il quale è stata evidente la felicità dei bambini nell’incontrare virtualmente i propri coetanei pur essendo distanti km e trovandosi in città diverse ma impegnati contemporaneamente nella stessa entusiasmante attività.

Scuola dell’Infanzia: il ruolo delle tecnologie nell’educazione dei bambini.

La velocità di progressione nel campo della comunicazione e della tecnologia determina la necessità di stare al passo con i tempi. Allo stesso modo, anche nella didattica, l’uso delle nuove tecnologie digitali evidenzia l’esigenza di un cambiamento nel modo di fare scuola, di insegnare e di apprendere.

Ovviamente il tutto non è cosa semplice, ma necessaria. L’insieme delle tecnologie per la didattica rivolte ai più piccoli serve a facilitare l’apprendimento, suscitando una forte attrazione nei piccoli grazie anche alla facilità con cui questi strumenti possono essere utilizzati all’interno delle sezioni della scuola dell’infanzia.

La lavagna, i libri sono degli strumenti didattici intramontabili. Ma le attuali tecnologie multimediali e quelle touch, in particolare, sono una vera e propria risorsa poichè non sono sconosciute ai nostri piccoli alunni, bensì presenti ovunque nelle loro case e nei loro giochi. Questi strumenti non sono nemici dell’apprendimento, piuttosto diventano alleati preziosi degli insegnanti per la didattica. Durante le attività organizzate, col supporto dei pannelli interattivi Promethean – presenti in tutte le sezioni, i bambini possono mettere in gioco il loro sapere partecipando attivamente, collaborando costantemente con i compagni e la maestra, che diventa organizzatrice e regista del lavoro dei bambini, aiutando i processi di apprendimento di tutti i piccoli e tutte le piccole, anche attraverso percorsi personalizzati.

Il pannello digitale non serve soltanto per collegarsi in rete e cercare informazioni o video, ma risulta essere una fonte preziosa per tantissime ed entusiasmanti attività. Il pannello viene utilizzato per favorire gli apprendimenti nell’ambito di diversi linguaggi espressivi; si scrive, si disegna e si riproducono immagini sulla lavagna interattiva. Si fanno attività di coding, giochi matematici specifici per l’età del gruppo classe, si gioca a memory con l’alfabeto o con vari soggetti e si ascoltano audio storie sia in lingua italiana che in lingua inglese, in linea con il nostro progetto di bilinguismo e con l’idea di dare maggiore elasticità all’apprendimento dei nostri bambini sin dai primi anni. 

Spesso, da parte di molte persone, emerge una certa diffidenza e disinformazione su questo cambiamento didattico, ma ciò non ci deve fermare. Al contrario dobbiamo cercare di incoraggiare l’utilizzo dei nuovi strumenti e cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati dalle varie unità di apprendimento. I collegi dei Gesuiti, infatti, non solo sono dotati di strumenti tecnologici all’avanguardia, ma hanno ritenuto opportuno formare i docenti all’utilizzo della tecnologia applicata alla didattica. Gli ITAS Leaders presenti anche nella scuola dell’infanzia del Gonzaga Campus hanno il ruolo di animatori e valorizzatori di un processo che non nega le peculiarità della didattica classica, ma la valorizza scoprendo le possibilità offerte dall’ambiente tecnologico.

Il tutto al fine di costruire un percorso culturale di alto profilo i cui principali protagonisti sono bambini e bambine, anche appartenenti alle più piccole fasce di età. La nostra scuola tra i suoi compiti ha quello di stimolare i nostri piccoli alunni ad essere attivi e consapevoli e non meri fruitori passivi della tecnologia, poichè questa stimola la creatività, il coding, il problem solving e aiuta a rendere tutto più interessante e divertente rispetto al solito modo di lavorare in classe.

Gli ITAS Leaders della scuola dell’infanzia

Marta Cassina
Samanta Ganci

 

La velocità di progressione nel campo della comunicazione e della tecnologia determina la necessità di stare al passo con i tempi. Allo stesso modo, anche nella didattica, l’uso delle nuove tecnologie digitali evidenzia l’esigenza di un cambiamento nel modo di fare scuola, di insegnare e di apprendere.

Ovviamente il tutto non è cosa semplice, ma necessaria. L’insieme delle tecnologie per la didattica rivolte ai più piccoli serve a facilitare l’apprendimento, suscitando una forte attrazione nei piccoli grazie anche alla facilità con cui questi strumenti possono essere utilizzati all’interno delle sezioni della scuola dell’infanzia.

La lavagna, i libri sono degli strumenti didattici intramontabili. Ma le attuali tecnologie multimediali e quelle touch, in particolare, sono una vera e propria risorsa poichè non sono sconosciute ai nostri piccoli alunni, bensì presenti ovunque nelle loro case e nei loro giochi. Questi strumenti non sono nemici dell’apprendimento, piuttosto diventano alleati preziosi degli insegnanti per la didattica. Durante le attività organizzate, col supporto dei pannelli interattivi Promethean – presenti in tutte le sezioni, i bambini possono mettere in gioco il loro sapere partecipando attivamente, collaborando costantemente con i compagni e la maestra, che diventa organizzatrice e regista del lavoro dei bambini, aiutando i processi di apprendimento di tutti i piccoli e tutte le piccole, anche attraverso percorsi personalizzati.

Il pannello digitale non serve soltanto per collegarsi in rete e cercare informazioni o video, ma risulta essere una fonte preziosa per tantissime ed entusiasmanti attività. Il pannello viene utilizzato per favorire gli apprendimenti nell’ambito di diversi linguaggi espressivi; si scrive, si disegna e si riproducono immagini sulla lavagna interattiva. Si fanno attività di coding, giochi matematici specifici per l’età del gruppo classe, si gioca a memory con l’alfabeto o con vari soggetti e si ascoltano audio storie sia in lingua italiana che in lingua inglese, in linea con il nostro progetto di bilinguismo e con l’idea di dare maggiore elasticità all’apprendimento dei nostri bambini sin dai primi anni. 

Spesso, da parte di molte persone, emerge una certa diffidenza e disinformazione su questo cambiamento didattico, ma ciò non ci deve fermare. Al contrario dobbiamo cercare di incoraggiare l’utilizzo dei nuovi strumenti e cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati dalle varie unità di apprendimento. I collegi dei Gesuiti, infatti, non solo sono dotati di strumenti tecnologici all’avanguardia, ma hanno ritenuto opportuno formare i docenti all’utilizzo della tecnologia applicata alla didattica. Gli ITAS Leaders presenti anche nella scuola dell’infanzia del Gonzaga Campus hanno il ruolo di animatori e valorizzatori di un processo che non nega le peculiarità della didattica classica, ma la valorizza scoprendo le possibilità offerte dall’ambiente tecnologico.

Il tutto al fine di costruire un percorso culturale di alto profilo i cui principali protagonisti sono bambini e bambine, anche appartenenti alle più piccole fasce di età. La nostra scuola tra i suoi compiti ha quello di stimolare i nostri piccoli alunni ad essere attivi e consapevoli e non meri fruitori passivi della tecnologia, poichè questa stimola la creatività, il coding, il problem solving e aiuta a rendere tutto più interessante e divertente rispetto al solito modo di lavorare in classe.

Gli ITAS Leaders della scuola dell’infanzia

Marta Cassina
Samanta Ganci

Giornata mondiale dell’Ambiente #onlyoneEarth2022

Il pianeta Terra è l’unica casa per i suoi abitanti ecco perché è necessario salvaguardarne tutte le sue “non illimitate” risorse, in ogni ambito della nostra vita. E’ sempre stata una priorità del Gonzaga Campus educare, sin da piccoli, all’ecosostenibilità, a una condotta di vita attenta alla salvaguardia del nostro ecosistema, incoraggiando singole pratiche quotidiane di sensibilizzazione ecologica: favorire, all’interno del campus,  l’utilizzo di strumenti biodegradabili ed ecologici, promuovere lo smaltimento differenziato dei rifiuti e tante altre “piccole azioni green”, come dar nuova vita a vecchi oggetti inutilizzati, rientrano tra le tante pratiche costante mente promosse. Sensibilizzare i nostri studenti a questa importante tematica deve essere ed è impegno di ogni giorno.

 In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, i bambini e le bambine della sezione “coniglietti” “orsetti” si sono divertiti attraverso giochi interattivi a imparare a proteggere e rispettare il nostro caro Pianeta, la nostra cara “casa comune”.

Gonzaga Estate 2022. La proposta per la fascia d’età 2-5 anni

Attenzione! I posti per la fascia 2-5 anni sono esauriti

La ricca proposta estiva per la fascia dai 2 ai 5 anni prenderà avvio il 22 giugno e accompagnerà i più piccoli fino al 30 luglio 2022, dalle ore 8:00 alle ore 14:00. 

È tempo d’estate, è tempo di sano divertimento a contatto con la natura! Il progetto ludico-ricreativo del Gonzaga Estate destinato alla fascia d’età 2-5 anni partirà proprio dagli ampi spazi verdi del campus, sede ideale per le attività all’aperto, come la prassi didattica dell’outdoor-education.

Le attività sono suddivise in cinque settimane tematiche,
secondo il seguente programma:

  • Attività d’ascolto di diversi generi di musica: classica, popolare, pop, rock
  • Lettura di storie musicali
  • Laboratorio di Body Percussion
  • Costruiamo uno strumento musicale con materiale riciclato!
  • Conosci da vicino il pittore: Pollock, Picasso, Mirò
  • Giochi con i colori
  • Laboratori di manualità creativa: realizziamo “creazioni” in argilla, con pasta sale e conchiglie
  • Racconti e Video nel segno dell’Arte
  • Attività di riscoperta di tutte le proprietà dell’acqua
  • Esploriamo i colori del mare
  • In esplorazione della vita sottomarina
  • Dipinti di mare
  • Laboratorio ecologico per rispettare il mare senza inquinare
  • Correre, saltare, giocare.. il tutto accompagnato da getti d’acqua e gavettoni che renderanno le attività più fresche, divertenti e festose

Programma della giornata:

dalle 7:30 alle 09:00
Accoglienza e risveglio muscolare

dalle 09:00
Attività ludiche e laboratoriali

alle 10:00
Merenda / break

dalle 10:30
Attività ludiche e motorie

dalle 12:30 alle 13:00
Uscita o pranzo

dalle 13:00 alle 14:00
Relax

alle 14:00
Uscita

Nell’arco di queste giornate si svolgeranno anche le attività dello “Sport MOLab” (13 giugno – 22 luglio), il Laboratorio Sportivo del Movimento, curato dagli istruttori e allenatori dea Polisportiva Gonzaga, che si pone come obiettivo lo sviluppo psico-motorio con attività ludiche di coordinamento cinetico.

Cosa portare il primo giorno

Riscopriamo la Primavera. Genitori e insegnanti ci raccontano la sezione dell’infanzia



La bella stagione è arrivata, è arrivata la primavera! Per noi non è soltanto una stagione, ma ci riferiamo anche alle sezioni di cui fanno parte i più piccoli di tutto il campus…e  quale momento migliore per raccontarvi un po’ di loro? Per farlo abbiamo intervistato due maestre, Silvia e Valentina.

Silvia fa parte del team Gonzaga da ben 15 anni, e da circa 10 anni è la maestra della sezione Primavera: le Apine! Ancora vivo in lei il ricordo di quando la scuola decise di aprire la sezione dei più piccoli e affidarla a lei, un’avventura che non ha smesso di arricchire l’esperienza di docenza giorno dopo giorno, perché ogni giorno è un’occasione di crescita, ogni giorno una nuova sfida!

Silvia, quale pensi sia il punto di forza del Gonzaga Campus, quell’elemento distintivo che lo contraddistingue? La pedagogia ignaziana, base del nostro progetto educativo-didattico, rappresenta il pilastro portante. La pedagogia ignaziana parte dalla centralità del bambino, ciò vuol dire che ogni aspetto della sua crescita emotiva, intellettiva, e sociale viene “curato”, supportato e valorizzato. Il nostro secondo punto di forza è la collaborazione con le famiglie, oserei dire fondamentale per un percorso di crescita educativa/formativa che il bambino attraversa dalla sezione primavera sino al liceo.


Valentina, si parla tanto di outdoor education a seguito della pandemia. Racconta meglio ai nostri lettori come venga valorizzato a scopo educativo gli ampi spazi verdi del campus?

Proprio grazie a tutto il verde che circonda il campus, ma soprattutto allo spazio che accoglie le aule della scuola dell’infanzia, abbiamo la possibilità di sperimentare una serie di pratiche pedagogiche che puntano sul valorizzare al massimo le opportunità dello stare e fuori e del concepire l’ambiente esterno come luogo di formazione. Svolgiamo molte attività d’ascolto all’aperto, utilizziamo un grande tappeto colorato dove i bambini si siedono con la maestra condividendo un momento magico arricchito da canti, balli, storie e giochi.

 L’ambiente naturale viene usato come spazio privilegiato dove fare esperienze e dove imparare cose nuove: conoscere il cambiamento delle stagioni osservando i mutamenti del nostro albero in giardino, o entrare a contatto diretto con la natura dedicando tempo al nostro orto didattico, uno spazio che abbiamo adibito vicino al nostro giardino dove i bimbi hanno coltivato diversi ortaggi e piante che con il tempo vedranno crescere e maturare fino ad arrivare a raccoglierli ed assaggiarli. Amo lasciare i piccoli liberi di seguire le loro intuizioni, i loro interessi e la loro curiosità. Mediante il gioco libero si stimola la socializzazione, insieme a loro invento giochi per far sì che sviluppino competenze sociali e abilità comportamentali. 

Ad esempio,  con i miei piccoli alunni abbiamo osservato le foglie che cadono in autunno, sentito il profumo dei fiori in primavera ed ascoltato l’uccellino che ogni mattina ci viene a trovare.

Quali responsabilità ha la maestra della sezione primavera?

Il compito delle maestre è quello di accudirli, cercare di stimolarli in ogni attività, fornendo loro gli strumenti adatti per raggiungere a piccoli passi un’autonomia tale da fargli prendere consapevolezza delle loro capacità e fargli rendere conto che è arrivato il momento che possono farcela da soli. Una delle responsabilità altrettanto importante che hanno le maestre è quella di riuscire a creare all’interno della classe un gruppo solido, lavorando e stimolando la socialità: il bambino deve scoprire giocando che è bello stare insieme agli altri e condividere momenti di gioia.

Silvia, raccontaci una giornata tipo all’interno della sezione primavera.

La routine per un bambino di così tenera età è fondamentale, questa li rasserena, permette loro di mettere ordine, al punto di raggiungere una sicurezza interiore. La giornata inizia alle 7.30, i piccoli vengono accolti dalle assistenti in attesa che alle 8.10 le insegnanti accolgono i bambini. Fino alle 9.30 si gioca liberamente, e successivamente si riordina e ci si prepara per la merenda delle 9.45, la merenda consiste nell’offrire prodotti genuini come frutta oppure pane con olio o marmellata, stimolando i bambini a prediligere la frutta. Dopo la merenda, la maestra di motoria subentra in classe stimolando la motricità tramite il gioco guidato, si prosegue con attività manipolative e/o pittoriche, laboratori di ascolto, vengono raccontate storie in sequenza realizzate dalle maestre o utilizzando il teatrino delle marionette. 

Intorno alle 11.00 c’è la pausa igienica, i piccoli vengono cambiati e riaccompagnati in classe per l’ora di inglese, dove tramite giochi e canzoncine in lingua vengono introdotti al bilinguismo imparando i primi vocaboli inglesi, momento formativo fondamentale per la scuola dell’infanzia, in quanto dal primo anno i bambini saranno seguiti in coo-teaching dall’insegnante di italiano e da quella di inglese. 

Ci si prepara per il pranzo alle 11.45 e una volta finito si torna a giocare liberamente o dentro le aule o privilegiando lo spazio esterno durante il bel tempo. Alle ore 14.00 è prevista l’uscita.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro? 

Entrare in classe e riuscire ogni giorno a tornare bambina. Giocare con loro, ridere, pasticciare, cantare, ballare, stringerli e coccolarli, inventare e sperimentare, quante cose potrei dirti, un elenco infinito di momenti indimenticabili. Ma nello stesso tempo essere anche il loro punto di riferimento, il loro esempio, questo mi fa capire l’importanza del mio ruolo educativo.

Qual è il momento più importante e delicato del tuo lavoro? 

Assolutamente l’inserimento. Momento fondamentale all’inizio del percorso scolastico. Durante i primi giorni di scuola il bambino per la prima volta si stacca dalla figura genitoriale quindi dal suo punto di riferimento, anche la famiglia si confronta con l’esperienza di crescita del bambino. In questa fase è importante rispettare i tempi di ogni bambino. Proprio da qui si inizia a lavorare in sinergia con le famiglie. A giugno il bambino comincia a trascorrere del tempo a scuola con la maestra (pre-inserimento), familiarizzando con l’ambiente che lo accoglierà da settembre, giocando o facendo merenda insieme agli altri piccoli. A settembre si procederà con il vero e proprio inserimento, un percorso graduale e flessibile. Graduale perché sarà necessario programmare le fasi del distacco e del ricongiungimento, in tempi inizialmente brevi e poi piano piano sempre più lunghi, invece flessibile per adattarsi alla necessità ed ai bisogni di ogni singolo bambino. Io immagino di prenderli per mano, accompagnarli giorno dopo giorno in questa nuova esperienza, l’ingresso nella sezione primavera è la prima esperienza a scuola del bambino, ed è molto emozionante e gratificante pensare di farne parte, proprio come piantare un semino, prendersene cura ed aspettare di raccoglierne frutti.


Cosa ne pensano i genitori, invece? Qual è il nostro punto di forza?
 

L’organizzazione, la professionalità e la possibilità di confronto sono elementi abbastanza comuni anche in altre realtà, ma le referenze degli educatori, della direttrice Marcatajo, le possibilità offerte dal tipo di struttura come l’accesso allo spazio esterno, non uno spazio esterno qualunque, ma un’ambiente realizzato per i bambini, curato nel minimo dettaglio o ancora, la gioia di poter condividere con i compagni le tante attività realizzate nel verde, senza la necessità di doversi spostare fuori dalla scuola (qualcosa di impossibile negli ultimi due anni resi difficili della presenza del Covid-19), per me sono i punti di forza del progetto educativo Gonzaga.

A riferirlo è Luisa, mamma di Maria, una piccola apina che ha riscontrato qualche difficoltà in più al momento dell’inserimento, che abbiamo intervistato. La scelta è ricaduta sul Gonzaga Campus, perché è la stessa scuola del suo papà, dall’infanzia al diploma. Tantissimi i bei ricordi che questo luogo rievoca…Le abbiamo chiesto di raccontarci di piuù dell’esperienza di Maria. 

Difficile l’inserimento, ma prevedibile per via del forte legame che ha con noi, è stato complesso, ci sono bambini che non riscontrano difficoltà, chi qualcuna e chi come Maria ha bisogno dei suoi tempi, come dice maestra Silvia, proprio lei instaurando un rapporto di fiducia non solo con la piccola ma anche con noi in quanto famiglia ha reso possibile l’inserimento, durato all’incirca due mesi. Un inserimento graduale, dove mi sono completamente affidata alle indicazioni fornite dalla maestra, un percorso lungo ma di cui sono orgogliosa di raccogliere i frutti oggi!

La continuità formativa, (primavera-diploma) che offre il campus è un altro dei punti di forza dell’istituto. L’idea che Maria l’anno prossimo possa riconoscere nella struttura, nei compagni e nelle insegnati una seconda casa, dei punti di riferimento, è molto importante. Infine, la disponibilità di maestra Silvia e della direttrice che non l’hanno mai fatta sentire sola ad affrontare questa sfida, una disponibilità che spesso ha sconfinato gli orari lavorativi, offrendo il proprio tempo, le proprie attenzioni, sia alla famiglia che alla piccola. 

Alla fine di questo percorso, noi mamme, spesso coinvolte in prima persona, ci rendiamo conto di come tutte le cure e le indicazioni fornite dalle maestre siano fondamentali per la serenità dei piccoli e non solo

Grazie a Silvia, Valentina e Luisa per averci raccontato la loro esperienza, fornendoci un punto di vista interno e uno esterno dei più giovani di tutto il Gonzaga Campus!

Guarda il video delle apine

Riproduci video

Il valore formativo dell’educazione motoria nella Scuola dell’Infanzia


Il progetto di educazione motoria contribuisce alla crescita e alla maturazione complessiva del bambino, promovendo la presa di coscienza del valore del corpo
inteso come una delle espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica. 

L’esercizio fisico ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo del corpo, della mente e dell’emotività del bambino, che conosce e sperimenta tutte le forme praticabili di gioco a contenuto motorio: dai giochi liberi a quelli costituiti da regole e norme, da quelli che prevedono l’utilizzo di materiali specifici a quelli di natura simbolica, dai giochi d’esercizio a quelli programmati, da quelli imitativi a quelli popolari e tradizionali, senza trascurare i giochi musicali e quelli ritmati.


Nella nostra Scuola dell’Infanzia,
l’educazione motoria ha un ruolo molto importante, e questo si evince dal fatto che, oltre allo svolgimento di una serie di attività previste dalla programmazione annuale, vengono individuati ulteriori eventi e iniziative in cui i bambini possano esprimersi e dimostrare ciò che sanno fare e hanno imparato durante l’anno scolastico. Essa diviene, così, anche metro di valutazione per l’insegnante per capire chi ha interiorizzato meglio gli obiettivi prefissati per quella fascia di età e di sviluppo. 

Naturalmente, tutte le attività sono calibrate tenendo conto delle competenze che ogni bambino ha acquisito e può acquisire durante l’anno, quindi non solo tenendo conto delle fascia di età d’appartenenza, ma anche del vissuto del bambino, delle  sue fragilità e dei punti di forza.


Il connubio “gioco e musica” è particolarmente funzionale alle dinamiche di crescita del bambino. Al Gonzaga Campus, i bambini si approcciano alla musica e alla musicalità con anticipo rispetto al programma ordinario, già sin dal periodo natalizio, in cui grazie a una apposita sezione coreografata della tradizionale recita, i bambini hanno modo di manifestare appieno la tipica gioia e felicità del periodo, attraverso il movimento a ritmo delle musiche. Tante sono, poi, le altre ricorrenze in cui questa forma di espressione e di crescita ha modo di attuarsi: feste, sfilate, coreografie e i veri percorsi ginnici, utilizzati durante tutto l’anno per la didattica degli schemi motori di base e dinamici generali. A chiusura di questo percorso didattico, si inserisce il saggio di fine anno, cioè la preparazione di uno spettacolo di attività motorie coreografate e giochi motori, uno strumento fondamentale per consentire ai nostri studenti di mettere in pratica tutto ciò che hanno appreso nel corso dell’anno. Sempre attraverso il metodo e nella logica del
gioco, che non esclude la caratura didattica, l’impegno dimostrato dal singolo a cimentarsi in un percorso di dimostrazione di quanto acquisito durante il percorso ludico-didattico. La palestra attrezzata, i meravigliosi spazi esterni del nostro campus, le villette di ogni classe, i parco giochi ad esse annesse e ogni singolo campo vengono adibiti a teatri di attività, e rendono possibile tutto questo.
Liberi di muoversi nello spazio, nel rapportarsi ad esso e nel relazionarsi con gli altri, i nostri bambini imparano a crescere!

Anna Barone, insegnante della Scuola dell’Infanzia

“Viva la Vida!”. Frida Khalo, una lezione di arte e di vita per i più piccoli.


Qualche settimana fa, su iniziativa della volontaria del Servizio Civile Universale, Francesca Sgroi, la lezione di arte della Scuola dell’Infanzia è stata incentrata sulla figura di Frida Khalo, la pittrice messicana dalla vita burrascosa ma profondamente amata e stimata.

Una figura delicata, difficile a tratti. Per rendere più agevole la comprensione, è stato realizzato insieme ai bambini un cartellone fotografico che rendesse visibili gli eventi più significativi della vita della pittrice, in modo tale da favorire il processo di apprendimento di lettura e interpretazione delle immagini.


Alla narrazione della storia della sua vita, a tratti molto turbolenta a causa di un grave incidente e una altrettanto grave malattia, è seguita una focalizzazione sui risvolti felici che certi eventi della sua vita, apparentemente troppo nefasti per una risoluzione positiva, come la scoperta della  passione per la pittura –  una passione talmente intensa da dedicare la sua intera vita ad essa-  la sua voglia di vivere e di sorridere nonostante gli enormi ostacoli incontrati. Il focus è stato puntato sul concetto di forza, di coraggio e di speranza, tutti aspetti che vengono racchiusi nel suo motto “Viva la vida!”, un vero e proprio inno alla vita.

Presentato il cartellone, si sono svolte due attività aventi l’obiettivo di dare alle bambine e ai bambini la possibilità di manifestare appieno le proprie emozioni, a quei sentimenti che una narrazione così importante avesse suscitato loro: un lavoro di disegno della “casa di Azul” (la casa con tutte le varianti cromatiche del blu) e un lavoro di colorazione spontanea, “colora Frida con i colori che vuoi tu”.


Concludiamo con la preziosa testimonianza della volontaria che ha progettato questa bellissima iniziativa: “Spero che questa giornata che ho avuto il piacere di  dedicare interamente alla figura di Frida, personaggio per il quale nutro una profonda passione e dalla quale mi sono lasciata ispirare come esempio di Resilienza, anche nella mia quotidianità, abbia lasciato un segno di positività ed ottimismo nel cuore dei miei piccoli bambini”.

Francesca Sgroi, Volontaria del Servizio Civile Universale



Dall’Infanzia alla Primaria: accompagnare i bambini nelle fasi di passaggio.


Al Gonzaga Campus, il processo di crescita e di apprendimento è un cammino percorso mano nella mano, con attenta costanza. Rendere il più naturale possibile questo processo è il compito che ci prefissiamo quale vera e propria missione pedagogica. Nel periodo che precede questa transizione, la scuola si impegna ad accompagnare gli studenti affinché ogni fase di passaggio avvenga nel rispetto dei tempi e delle inclinazioni personali e garantendo una condizione di benessere.

Particolarmente delicato è il passaggio dalla scuola dell’Infanzia alla Primaria, motivo per cui si rende necessaria attenzionarla con maggiore cura, proprio al fine di garantire quel benessere rappresentato dall’armonico sviluppo di tutte quelle capacità che contribuiranno al raggiungimento delle competenze di letto-scrittura e di matematica. Al conseguimento di tale obiettivo, sono volte tutte le attività di propedeutica che si realizzano nell’ultimo anno della scuola dell’Infanzia. Parte integrante di queste attività è il lavoro svolto dalle insegnanti insieme alla psicologa della scuola, dottoressa R.M. Quattrocchi. Come ci ha raccontato, nel corso di un’intervista, questo modo di procedere parte da un progetto che ha avuto inizio nel 2010, e che nel 2012 si è saldamente ancorato alle disposizioni emanate dal MIUR nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione, e alle successive disposizioni ministeriali in materia di individualizzazione e personalizzazione del percorso di studi di ciascun alunno. Le indicazioni ministeriali evidenziano la necessità di garantire un percorso che dia continuità tra i differenti segmenti scolastici, ma anche garantisca il raggiungimento di tutti quei prerequisiti necessari ad approcciare con serenità e gioia l’apprendimento scolastico nelle sue varie dimensioni. 

In senso stretto, l’attività di propedeutica si realizza a partire dall’ultimo anno dell’infanzia; in senso lato, in realtà, tutto il percorso di maturazione e di sollecitazione, che si realizza nel corso di tutti gli anni della scuola dell’infanzia, risulta essere propedeutico all’approccio del bambino al processo di apprendimento della letto-scrittura, del calcolo e della conoscenza numerica, abilità al cui sviluppo i bambini e le bambine vengono sollecitati dalle insegnati dal primo ingresso dei bambini nella sezione “primavera”. 


Questo percorso prevede l’utilizzazione di
schede che i bambini completano mentre si trovano in sezione insieme ai compagni e un’attività individuale che ciascun bambino effettua seguito dalla psicologa. Attraverso questo lavoro è possibile evidenziare il livello di competenza raggiunto dal bambino, per esempio nel riconoscimento del segno grafico costituito dalle lettere, nella direzionalità della lettura, nella discriminazione visiva, nella percezione uditiva, nello span di memoria, nel concetto di quantità, nell’associazione numero-quantità, nella capacità di imparare dall’errore, nel saper gestire la frustrazione, l’ansia, lo stress e nel sostenere la motivazione personale al fine di procrastinare la soddisfazione ricavata dal risultato raggiunto attraverso l’impegno. 

Questa parte di percorso, che si realizza tra i mesi di gennaio e marzo, precede una fase successiva di confronto e raccolta delle informazioni utili affinché le insegnanti possano garantire a ciascun bambino la possibilità di una personalizzazione e individualizzazione di obiettivi in relazione ai suoi specifici bisogni di apprendimento, nel rispetto dei livelli di partenza. In questo modo si cerca di far raggiungere a ciascun bambino quel magis che è alla base di ogni intervento proposto dalla nostra scuola. Il “magis” ignaziano, infatti, non ci parla dello studente perfetto ma della ricerca e dello sviluppo delle capacità proprie di ciascuno. L’età di riferimento (18 mesi-5 anni) è caratterizzata da “crisi evolutive” fisiologiche, come quella che si presenta nel momento del passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria, crisi che non vanno eliminate, ma riconosciute, accolte e accompagnate dall’adeguato supporto della famiglia e della scuola (con le diverse figure presenti al suo interno: maestre, psicologa, coordinatrice, direttore).
Grazie a questo progetto dei prerequisiti, il Gonzaga Campus dà l’opportunità ai bambini, già nei primi approcci al processo di apprendimento scolastico, di essere costantemente seguiti ed accompagnati al fine di raggiungere i propri obiettivi e superare ogni difficoltà in maniera sempre più autonoma e serena.

Muoviamo i primi passi, insieme!

Vo(L)ti di fine quadrimestre. La valutazione al Gonzaga Campus

Si è da poco concluso il primo quadrimestre e in questi giorni si stanno svolgendo i consigli di classe: il tempo della consegna delle pagelle si avvicina, carico di trepidazione e speranza da parte degli alunni.

La valutazione e l’autovalutazione si stanno profilando oggi come temi di crescente interesse in ambito scolastico. In quanto tappe fondamentali del processo di apprendimento queste sono state attenzionate allo scopo di valorizzarne gli aspetti più significativi e profondi per la crescita personale dei ragazzi. 

La pedagogia in voga fino a qualche tempo fa – non a torto definita “black pedagogy” –, privilegiante un approccio rigido e disumanizzante, concepiva l’atto valutativo unicamente sulla scorta del profitto e della quantità di studio assimilata. Attualmente questa visione piuttosto costrittiva è stata sostituita da una nuova filosofia che mettendo al centro l’alunno, in qualità di protagonista attivo del percorso di apprendimento – personale, fluido e passibile di modifiche per modalità e tempi – punta all’acquisizione di competenze e abilità concrete (non più di sapere astratto) le q

uali divengono oggetto primario della valutazione. 

Quest’ultimo è il modello che, praticato dalla Compagnia di Gesù sin dalla sua fondazione ad opera di Sant’Ignazio, ispira il Paradigma Pedagogico Ignaziano e sul quale si fonda il lavoro educativo di tutte le scuole del Gonzaga Campus. Nell’ottica gesuita la valutazione si profila – sulla scorta della biografia di Sant’Ignazio – come un atto sereno di consapevolezza del percorso sin ora realizzato, avente come obiettivo primario quello di prendere coscienza e rafforzare i propri punti di forza; e parallelamente di individuare e ri-orientare ciò che, eventualmente, necessita di maggiore attenzione e cura.

E’ così che la valutazione ha assunto la forma di un processo, sia individuale che corale e dialogico, nel quale vengono coinvolti tutti gli attori della comunità educante (alunni, docenti, non docenti, coordinatori, famiglie). Per quanto concerne gli alunni, questi vengono invitati in prima persona a meditare sui loro talenti e loro passioni – in forma int

rospettiva e auto valutativa – e parallelamente a discutere e commentare i risultati raggiunti, gli atteggiamenti maturati ed eventuali criticità con il tutor didattico e gli insegnanti. I docenti, dal canto loro, hanno pure occasione per riflettere sui loro progressi, sia dal punto di vista umano che professionale, e di individuare nuove strategie e metodologie per indirizzare gli alunni verso un apprendimento sempre più personale e innovativo. 

Valutare pertanto abbandona il senso di classificare, riguadagnando il suo significato etimologico di discernere, analizzare, contemplare ciò che è portatore di vita e ciò che non lo è, ciò che assume un valore profondo nel proprio cammino di crescita e ciò che non genera rigoglio nell’anima. 

Il processo valutativo nei percorsi scolastici del Gonzaga Campus, a seconda dell’ordine e 

grado scolastico, assume delle sfumature diverse, di cui adesso accenniamo brevemente. 

Nella Scuola dell’Infanzia, data l’età precoce, l’osservazione rappresenta un momento cardine, sia per accompagnare il bambino nelle diverse dimensioni del suo sviluppo, sia per valutare e attenzionare alcune aree – autonomia, linguaggio, relazione – utili per programmare l’attività didattica futura. 

Nella Scuola Primaria i criteri di valutazione vertono sull’autonomia dell’alunno, la situazione entro la quale si manifestano le competenze, le risorse che gli alunni sono in grado di utilizzare e la continuità dell’apprendime

nto. Queste vengono verificate attraverso l’osservazione sistematica, i compiti di realtà, artistici e manuali, le conversazioni, le interrogazioni e i questionari.

Nella Scuola Media, la valutazione non è solo il momento finale di un percorso di ricerca e di apprendimento; è soprattutto l’osservazione e la riflessione sul processo di apprendimento. Da questo punto di vista, la valutazione non è solo un giudizio o un voto, ma l’insieme dei ragionamenti che consentono alle classi, alunni e docenti insieme, di valutare le strategie e modificarle in vista della prossima meta. Insomma ogni valutazione è autovalutazione, cioè consapevolezza della propria efficacia a partire dalla riflessione sul proprio stile di apprendimento e sulle scelte operate per imparare. “Imparare a imparare” è un modo diverso di dire “imparare ad autovalutarsi e riflettere”.

Ai Licei viene data grande importanza all’acquisizione delle competenze, concepite sulla base del profilo dello studente in uscita, il quale dovrebbe essere provvisto delle 4 C: Competente, Compassionevole, Curioso e C

onsapevole, e dotato di senso critico, responsabilità e solidarietà. Per gli studenti che si apprestano alla maturità, in particolare, la valutazione assume un significato ancora più forte, motivo per il quale vengono adibiti dei percorsi ad hoc. Per i più giovani si predilige invece l’autobiografia cognitiva, uno strumento che valorizza la dimensione biografica come mezzo dal quale estrapolare gli insegnamenti individualmente più salienti. 

Anche all’International School Palermo, la valutazione riveste un ruolo centrale. I voti sono stati infatti sostituiti da livelli di competenze raggiunte – osservabili anche in ottica diacronica, dalla Primary School sino al Diploma Programme – i quali offrono uno spaccato dettagliato intorno alle diverse sottodimensioni di cui si compongono obiettivi specifici e formativi. Il termine engagement nella sua valenza triplice di coinvolgimento, partecipazione e impegno, è una parola che rappresenta uno dei criteri fondamentali, nonché obiettivi didattico-formativi, attraverso cui la valutazione viene intesa all’interno dell’ISP. 

La finalità del processo di valutazione/autovalutazione, per Ignazio di Loyola, è quella di mettere ordine nella propria vita e prendere decisioni di qualità. Attraverso il percorso educativo proposto, gli alunni arrivano a formulare un “Progetto di Vita” che integra competenze personali, sociali e metodologiche e le aree di responsabilità che caratterizzano lo studente ignaziano in quanto cittadino impegnato nel mondo, ben preparato per le sfide della vita; non solo istruito ma insieme eccellente accademicamente e umanamente per vivere le sfide della vita di oggi.

Capodanno Cinese. Celebriamo le tradizioni orientali

Il mese di febbraio è stato inaugurato da una delle feste più importanti e sentite nella tradizione orientale, secondo il calendario cinese: la scuola dell’infanzia italiana e la pre-school dell’ISP hanno celebrato il Capodanno Cinese. Durante questa prima settimana di febbraio, i nostri studenti si sono vestiti di rosso, colore tradizionale del Capodanno in Cina, hanno indossato maschere raffiguranti la tigre, il segno dell’Oroscopo Cinese che regnerà per tutto il 2022, e organizzato la celebre parata del dragone al ritmo delle musiche tradizionali cinesi.

capodanno cinese

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Il Capodanno Cinese è noto anche come Festa della Primavera: un inno al buon auspicio che evoca l’antica tradizione contadina, alla base della cultura cinese. La festa della Primavera celebrava l’inizio di un nuovo anno agricolo con il desiderio di un raccolto prospero, il rifiorire della natura e il rigenerarsi della vita della Terra e degli uomini.  Ma questa festività è anche chiamata oggi con il nome di Capodanno Lunare, in quanto il calendario cinese si basa sul calcolo dei movimenti dellaluna e della sua rotazione attorno al sole.

capodanno cinese

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Vediamo nello specifico la funzione della simbologia tradizionale, rappresentata dalla tigre, dal colore rosso e dalla danza del dragone, e del perché è stata scelta anche dai nostri studenti per celebrare insieme il Nuovo Anno orientale. Il 2022 è stato inaugurato dal segno cinese della Tigre, regina della foresta, considerata simbolo di coraggio, forza e determinazione. Quest’anno si tratta, in particolare, della Tigre d’Acqua, un evento che si ripete ogni sessant’anni. Come è noto, ai dodici segni dell’astrologia cinese sono associati i cinque elementi naturali del Wu Xing (metallo, legno, acqua, fuoco e terra), un ciclo generativo che determina la vita. La tigre, che incarna le virtù della forza e del coraggio, sarà moderata nella sua impetuosità dalla saggezza e dalla fluidità dell’elemento acquatico. Segno che questo nuovo anno lunare sarà carico di luce e di positività.


Quanto al
colore rosso, si tratta del colore immediatamente associato al Capodanno in Cina poiché simboleggia ricchezza, fortuna e felicità. Il rosso, ampiamente diffuso nelle decorazioni usate in occasione di questa festività, è anche il colore delle hóng bāo, le buste rosse che vengono regalate in questo periodo dell’anno. Le buste contengono del denaro, generalmente in forma di monete sempre di numero pari, e vengono donate per augurare prosperità e fortuna ai familiari e agli amici. È anche pratica comune per gli adulti offrirle in dono ai bambini, ma in questo caso le buste contengono monete di cioccolato. La Danza del Drago, eseguita insieme alla Danza del Leone, è una danza tradizionale cinese, anch’essa simbolo delle celebrazioni in occasione del Capodanno. Durante la danza, un gruppo di persone porta il corpo del drago imitandone il movimento sinuoso e ondulato. Il drago è, infatti, una creatura mitologica venerata da tutto il popolo cinese. Nato come combinazione stilizzata di diversi animali esistenti in natura (il cervo, il toro, il coniglio, la tigre, il pesce e il serpente), il dragone cinese è uno spirito anfibio, governatore del tempo atmosferico, capace di camminare sulla terra, volare in aria e nuotare nell’acqua. È anche l’emblema dell’autorità imperiale e della Sacralità, poiché la sua immagine incute timore e rispetto, ma allo stesso tempo fertilità, saggezza e fasto. La danza del dragone evoca anche a un’antichissima leggenda cinese, associata alla figura del mostro Nian. In cinese, l’espressione “festeggiare il Capodanno Cinese” si dice guonian, dove guo significa “passare,oltrepassare”, mentre nian si riferisce alla parola “anno”, ma anche al nome del mostro Nian. Secondo la leggenda, Nian era un enorme e terribile mostro dalle corna appuntite che all’inizio di ogni anno nuovo riemergeva dagli abissi per divorare bestiame, raccolti e persone. Le persone vissero nel terrore per secoli fino a quando un anziano dai capelli bianchi e dalla carnagione rubiconda scoprì che il mostro era terrorizzato dai rumori forti e dal colore rosso. Decise, allora, di bruciare delle canne di bamboo, emettendo suoni scoppiettanti, e di appendere ovunque drappi e lanterne di colore rosso, riuscendo finalmente ad allontanarlo. Da quel momento, ogni vigilia del nuovo anno, il popolo cinese continua a imitare i gesti dell’anziano per tenere alla larga il mostro Nian, addobbando case ed edifici con decorazioni rosse e facendo esplodere petardi e fuochi d’artificio.

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