“Insegnare letteratura alla scuola media è un po’ una sfida. Sai bene che manca ai ragazzi, data la giovane età, la chiave di lettura per penetrare e gustare tante opere eccelse“.
E’ così che la prof. Lucia Sessa ci ha presentato i contributi di alcuni studenti che oggi condividiamo.
“Ho sempre amato – continua la prof.- “Davanti San Guido” di Giosuè Carducci, consapevole del fatto che è un testo dell’età matura, carico com’è di nostalgia, di rimpianti, ma anche di quei sentimenti puri e totalizzanti che solo la fanciullezza ci dona. Così ho accostato i ragazzi a questo testo, guidandoli a coglierne le risonanze, attraverso un lavoro di immaginazione. Come spesso accade, mi hanno commosso“
Adesso mi ritrovo qui, dopo quasi quarant’anni, con una carriera da medico alle spalle e due figli ormai grandi che insieme a me hanno continuato a venire qui, ogni volta che si torna in Sicilia.
Mio caro paesino, più il tempo scorre, più mi affeziono a te e ad ogni mio ricordo di quando ero piccola; so che il mio lavoro e la vita che mi sono fatta in Toscana mi allontanano da casa, ma continuo e continuerò sempre a venire a parlarti e a trascorrere qualche pomeriggio insieme; anche se stare in questo luogo mi dà un gran senso di malinconia al ricordo di quando eravamo tutti più piccoli e senza alcun pensiero.
Adesso mi basta guardare un’insegna di un bar per avere un’immensa quantità di ricordi belli e brutti. La mia maturità non è stata altrettanto semplice come la mia infanzia, poiché gli studi lontano dalla mia famiglia mi hanno resa più sensibile e debole, anche per affrontare gli studi universitari.
Ma grazie al mio duro lavoro, sono riuscita a realizzare i sogni della piccola Carola che voleva andare a vivere in Toscana, ma soprattutto voleva diventare un medico; ed eccomi qua.
È tutto uguale a prima con te – Bianca Lo Iacono
È tutto uguale a prima…il sentiero che porta in spiaggia , il cancello di ferro battuto, le casette , l’erba che mi striscia tra i piedi perché come al solito è troppo alta rispetto al vialetto , e poi il mare , le onde che si scontrano contro i sassi a riva e che fanno sempre lo stesso rumore , un rumore così caro e familiare , i gigli che spuntano a metà di Agosto e le canne con cui giocavo a fare le capanne da bambina . E’ tutto uguale a prima, tranne una sola cosa , una sola persona , io Bianca , che ormai non sono più quella bambina che correva sulla spiaggia , che nuotava tutto il giorno e che giocava a palla . Quasi quasi mi sembra ancora di sentire i miei amici che mi chiamano , o mia madre che mi dice di tornare a casa per pranzo ,o mio padre che mi toglie da dietro l’ombrellone anche se volevo stare ancora seduta all’ombra ; oh che bei ricordi e che nostalgia! Quanto darei per poter ritornare come prima un’ultima volta…solo un ultima volta , del resto è tutto uguale a prima…Mi sento travolta da mille emozioni , le emozioni della mia infanzia , dolci, così dolci da farmi piangere ; ed è qui che comincio a sentire suoni, sospiri ,voci che riconosco , quasi senza rendermene conto, immediatamente. Ed ecco che, accoglienti e premurosi, tutti gli elementi che hanno costituito le estati della mia infanzia cominciano a parlare ; il vento sospira , le onde iniziano a bisbigliare , dalle canne di bambù , dai pini e dagli oleandri esce una voce melodiosa , che mi rilassa . Dovrei essere spaventata , lo so bene , o almeno scioccata ;dopotutto non è una cosa che si vede tutti i giorni questa , ma la cosa strana è che sto provando le sensazioni opposte ; mi sento calma, felice , rincuorata , come se me lo aspettassi a dire il vero. Possibile che tutti i miei ricordi così lontani e malinconici , ma allo stesso tempo vividi e gioiosi si trasformino in realtà ?
“Da quanto tempo!” “Ben tornata” “ Ti ricordi di noi?” – esclamano i pini e gli oleandri – “ Come stai?” “ è da tanto tempo che non vieni a trovarci” “Resta qui con noi”- dicevano le onde del mare con voce calma.
Sono commossa ; loro si ricordano di me, non mi hanno dimenticata ; oh ,quanto mi piacerebbe restare a rivivere quel posto magico , era da tanto che non venivo , ed era tutto uguale a prima , in fondo . No. Che sto dicendo? Non devo farmi sopraffare dalle vecchie emozioni ,io non appartengo più a questo posto , il passato è passato , devo andare via , dire di no ; ma questo contrasto in me cresce sempre di più e tutti i miei ricordi si fanno sempre più vivi . “Devo andare” “non posso restare”- dico alle onde e al vento ,forse per convincere più me che loro – “ ormai sono grande non sono più quella ragazza che leggeva romanzi in spiaggia o quella bambina che faceva i castelli di sabbia” “ Ma tornerò, promesso, verrò presto a rifarvi visita”- affermo convinta .
Gli alberi, però mi guardano incerti e il vento, che mi soffia tra i capelli , non capisce. Mi pregano di restare , mi chiedono di raccontare loro della mia vita e mi rievocano in mente tanti ricordi felice , ma anche tristi . E io , confusa e commossa, inizio a parlare ; così mentre loro commentano tutte le mie sbucciature e tutte le mie mangiate di gelato , gli racconto della mia vita , delle mie scelte , dei cambiamenti … Gli dico che mi sono laureata in medicina , che adesso sono una dottoressa , e che sono stimata da tutti , che ho scritto un libro , ma solo per passione , e che ho una figlia bellissima e un giorno l’avrei portata lì e le sarebbe piaciuto tantissimo . Gli dico anche le cose più stupide come il fatto che la mattina mi piace prendere il caffè in balcone, prima di andare al lavoro , come il fatto che mi fa ancora piangere Titanic esattamente come quando avevo 13 anni , come il fatto che ho un giardinetto e che mi piace occuparmene nel fine settimana , e come adoro preparare dolci con mia figlia . Ma nonostante questo non c’è un solo momento in un solo giorno in cui non mi manchino la spiaggia , i fiori , l’odore del ferro battuto e del mare di Lascari.
Quante delusioni avevo provato; avevo perso della amicizie, e delle storie d’amore non erano finite come mi aspettavo , non ero mai riuscita ad aprire un ambulatorio tutto mio, e non avevo vinto il concorso per andare in Africa come speravo e ( questo meno importante) non ero mai andata ad un concerto di Ultimo o di Adele .
Ma, anche con queste delusioni la mia vita è molto felice; ho tanti amici ,una splendida famiglia , un lavoro fantastico e una figlia fantastica ; ho realizzato molti degli obiettivi che avevo da giovane , come fare un corso di giornalismo , andare a Parigi , riuscire a diventare medico , aiutare la gente e rendere contenti gli altri intorno a me ; certo non ho mai incontrato Julia Roberts o Robin Williams , ma sono molto soddisfatta della mia vita.
Ho appena finito di parlare, quando mi accorgo che ormai tutto e tutti mi stanno ascoltando , non più solo il vento , le onde e gli alberi , ma anche i passeri restano fermi , il sole abbassa i raggi ed è come se anche le tegole della casa si protendessero verso di me . Sono tutti felici , tutti sorridenti , guardano tutti la donna che sono diventata , ma sono anche tristi e ansiosi, lo noto.
Senza neanche capire cosa succede ,mi ritrovo a versare calde lacrime lungo le guance e improvvisamente capisco; è vero : è tutto uguale a prima , ma io non faccio più parte di tutto questo , è solo un bellissimo , felice , meraviglioso ricordo, e come una coperta si stende su un bambino , lascio che tutti i miei ricordi d’infanzia si stendano su di me ora e per sempre . “ Addio amici”- dico- e poi sorridendo mi volto. Attraverso quel sentiero , cammino verso il cancello , saluto gli alberi ,il sole ed il mare , sfioro le case e cerco di imprimere nella mia mente queste immagini di luoghi e di cose che ho sempre amato e che sempre amerò , perché in cuor mio so che non tornerò mai più in questo posto . E poi rimango sola , sola con i miei ricordi.
Caro diario.. – Edoardo Santomarco
Caro diario,
oggi mentre frugavo nei cassetti di casa, ho trovato un mazzo di chiavi color verde.
Provai a inserirle in tutte le serrature di casa, ma niente, le stavo solo rompendo; tornato al cassetto, continuai a cercare qualunque oggetto potesse ricollegarsi a quelle chiavi, dopo cinque minuti che cercavo vidi un qualcosa incastrato fra due cassetti, con un po’ di fatica riuscii a prenderlo; era una foto del mio 12º compleanno, sullo sfondo c’era però una casa che non era casa mia né casa dei miei genitori.
Dopo un po’ che andavo in giro per la casa, camminando velocemente e fissando la foto, decisi di sedermi sul divano; improvvisamente iniziarono a riaprirsi i ricordi di una casa in campagna in un paese della Sicilia… senza pensarci due volte presi chiavi, telefono e portafoglio, e andai in aeroporto per andare giù in Sicilia il prima possibile. Durante il viaggio cercai di ricordarmi un qualcosa, ma niente; solo ricordi confusi e scollegati; scesi dall’aereo, affittai una macchina e imboccai senza ripensamenti l’autostrada.
Più mi avvicinavo, più un sentimento, che tuttora non so descrivere, diventava forte. Arrivato davanti al cancello provai a mettere la chiave nella serratura… effettivamente girava! Sorpassato l’ingresso, fu come se un mondo parallelo fosse comparso davanti a me; era come se le lunghe, vecchie ma soprattutto belle giornate d’estate, passate in quella casa, si stessero ripetendo davanti ai miei occhi. D’un tratto vidi passare un piccolo me, che gioca con un cane nel patio dove, durante le ore del riposino dopo il pranzo, giocavo con gli attrezzi del nonno. Comunque non ricordavo molto di quel cane, probabilmente perché se n’era andato quando ero piccolo per questo non ci feci molta attenzione e continuai il mio cammino. Ma man mano che passavo mi venivano in mente sempre più ricordi, come l’altalena legata a due tronchi che in confronto una torre fatta con i bicchieri di plastica era più stabile, credo però che fosse anche questo che la rendeva perfetta. O come il prato, dove, dopo essere stato in piscina e aver rischiato la vita con i tuffi, giocava a calcio fino allo sfinimento, così che dopo potevo buttarmi in piscina.Poi entrai in casa e mi ricordai delle serate passate sul divano a mangiare patatine bevendo Coca-Cola. Esplorata tutta la casa, c’era ancora una chiave che non avevo usato…Da bambino passava molto tempo nello studio del nonno, che però dopo che se ne era andato, non era più stato aperto per rispetto. Provai a inserire la chiave nella serratura ed entrò perfettamente, dopo un momento di riflessione mi dissi:” se non ora quando” quindi mi presi di coraggio e aprii la porta… era successo di nuovo, davanti a me era apparsa una scena di me e mio nonno che dipingevamo, sporcandoci faccia e mani.D’un tratto mio nonno si girò, e fu come se mi avesse sorriso, vedendo e capendo chi ero diventato; io che lo contrario di lui sono un tipo che parla poco rimasi immobile, ma lui mi stava leggendo dentro, era come se involontariamente gli stessi raccontando la mia vita da quando non c’era più. Dopo un po’ tutto tornò alla normalità, e finito il giro tornai in macchina con la testa piena di bei ricordi. Devi sapere caro diario, che da bambino avevo un sogno: da grande avrei dovuto rivivere una giornata come quando ero piccolo, beh… mi sa che ci sono riuscito.