Debate: quando a scuola si impara a dibattere

Imparare a dibattere esercitandosi a sostenere le proprie tesi.
Dalle università anglosassoni una metodologia che già da anni vede il Gonzaga in prima linea tra tutte le scuole del territorio.

Hanno preso il via, all’interno dell’esperienza dei Symposia dei licei, i “debate” (argomentare e dibattere). Questa attività laboratoriale è espressione di una didattica per competenze che la nostra scuola da sempre si impegna a declinare insieme a metodologie di insegnamento più tradizionali per formare gli studenti anche rispetto al loro “stare al mondo”. Tramite questa gara gli studenti hanno  la possibilità di esprimere con consapevolezza la loro posizione personale, i loro sentimenti, i loro talenti; porsi domande sul senso della vita e ricercare risposte personali; sentirsi coinvolti in modo attivo nei problemi del nostro tempo, avvertire il dramma della nostra e loro umanità, sviluppare la curiosità,  il gusto di imparare, la capacità di collaborare ed esprimere le loro idee in maniera creativa e coraggiosa.

Come funziona

Il debate è a tutti gli effetti un role playing. Si dibatte, divisi per gruppi, su diversi argomenti: filosofici, scientifici, di attualità. Una volta scelti e assegnati gli argomenti , le “squadre” o i singoli “debaters” si preparano sul tema scelto con i rispettivi docenti capi-squadra.

Il dibattito, introdotto da un moderatore/timekeeper, si svolge tra una squadra che è a favore (pro) della mozione del dibattito  e un’altra squadra che si oppone (contro).

Essere chiamati a sostenere una tesi che non si condivide può essere considerata un’arma a doppio taglio,  ma in realtà è proprio questo il nodo dialettico -argomentativo: attraverso un’educazione al dibattito formale è possibile allenare la propria mente a considerare le posizioni contrarie alla propria, a non fossilizzarsi sulle proprie convinzioni. Anzi, durante la preparazione è fondamentale immaginare quali saranno i processi mentali e emotivi che affronterà la parte ‘avversaria’. In questo modo diventa più facile imparare a mettersi ‘nei panni degli altri e a gestire il conflitto.

Nel corso del dibattito ogni speaker tiene un discorso alternandosi con gli speaker della propria squadra e della squadra avversaria.

Parte degli interventi sono svolti anche in lingua inglese.

Il dibater ha un tempo prestabilito per sostenere la posizione favorevole o contraria, poi c’è la replica finale  –  anch’essa “a tempo” – in cui è vietato introdurre nuovi argomenti: ci si deve limitare a sostenere la propria tesi e a puntualizzare i passaggi più salienti del dibattito con il fine di mostrare la validità degli argomenti della propria posizione.

Alla fine una giuria premia le prime tre squadre classificate, la squadra vincitrice della quaestio scritta e, indipendentemente dalla posizione in classifica, assegna dieci premi speciali a speaker distintisi per un particolare merito durante le gare: premio dialettica, argomentazione più elegante, argomentazione più efficace, argomentazione più veloce, inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio, sensibilità. A tutti i partecipanti viene comunque rilasciato un attestato che arricchisce il proprio curriculum.

Si potrebbe obiettare che in Italia non mancano esempi di dibattito, visto che il “salotto televisivo” in cui vengono invitati esponenti di partiti politici o esperti di varie tematiche per sviscerare un argomento di attualità è un format molto popolare. Ma il debate è tutta un’altra cosa, e anzi, uno degli scopi è proprio liberarsi di certi cattivi esempi televisivi in cui si parla senza ascoltare gli altri, per capire quali sono le regole sia del dibattito che del parlare in pubblico in una comunità democratica.  Il debate potrebbe anche essere una risposta alla voglia di protagonismo dei giovani: conoscere le tecniche per sostenere una tesi dovrebbe aiutare i ragazzi a assumere un ruolo attivo nei processi decisionali.

“Siamo fortemente convinti dell’efficacia educativa del dibattito” – afferma il prof. Giovanni Inzerillo – che da anni coordina l’iniziativa. “C’è una comunità umana che si evolve nello spazio e nel tempo ed il dibattito è confronto, amicizia, umanità, sapienza e conoscenza. Argine alla deriva comunicativa contemporanea improntata sull’arroganza, sul pregiudizio, sul rancore e sull’ignoranza, il dibattito è fatto da una comunità di oratori che hanno a cuore non la vittoria ma la competenza”.

Al termine del torneo saranno resi noti i nomi di coloro che il prossimo anno scolastico saranno coinvolti nelle Olimpiadi nazionali di Debate come rappresentanza dell’Istituto.

 

 

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