I ritiri, dove il talento diviene servizio per la comunità

Ad un mese dall’avvio delle attività didattiche, gli studenti – di I, II, III e IV liceo hanno avuto l’opportunità di trovarsi riuniti in un assetto alternativo rispetto a quello consueto, tra i banchi di scuola, per vivere un’esperienza di formazione umana e spirituale, incentrata sull’indagine, la condivisione e l’espressione creativa del loro sfaccettato universo interiore.

Il ritiro di anno, progettato in seno alle attività pastorali del campus, non rappresenta un’esperienza da annoverare esclusivamente all’interno delle attività co-curriculari, ma costituisce una delle radici entro cui s’innesta l’identità delle scuole ignaziane e viene concepita la loro proposta formativa.

Quei piccoli, tal volta grandi, moti di malinconia emersi durante un anno e mezzo di vita trascorsa in sordina, sono sembrati svanire, assorbiti all’interno di un nuovo vocabolario, composto da sguardi, gesti e parole di fiducia e gratitudine, principale veicolo di comunicazione durante queste giornate, intrise da un’atmosfera di apertura, distensione d’animo e inclusione. 

Conoscere più intimamente i propri compagni, guardare da un’altra prospettiva i docenti e staccare dalle fatiche della routine: queste sono state tra le principali motivazioni che hanno promosso i vari incontri. 

Intervistando Daniele Volpetti, gesuita e prof. di religione, è emersa anche l’importanza della rilettura cosciente del proprio vissuto alla luce dell’esperienza pandemica che ha limitato e reso difficile ai più giovani esprimersi liberamente. Riconquistare fiducia in se stessi e nelle proprie competenze sono stati i temi dominanti per tutte le giornate di ritiro. 

Competenze intese a 360° gradi: come capacità personali ma anche sociali, siano esse in potenza o già acquisite, che nascono laddove l’individuo prende coscienza di sé e opera delle scelte che lo portano infine a mettersi a servizio della propria comunità e degli altri.

Durante le giornate sono state proposte diverse attività e giochi: di carattere ludico-creativo per i ragazzi del biennio, mentre più riflessive, ma pur sempre creative, per quelli di III e IV anno. In particolare, in apertura ai ragazzi del triennio è stata proposta la visione de “Il circo delle farfalle”, un cortometraggio incentrato sul tema della rilettura delle proprie capacità. I ragazzi hanno colto la sollecitazione con curiosità e, non senza una discreta dose di coraggio, si sono avventurati in un confronto intimo ed autentico all’interno di piccoli gruppi di lavoro. 

Di questo slancio di apertura ne parla in modo accorato Dalila D’Agostino, una delle volontarie del servizio civile nazionale (facilitatrice di uno dei gruppi), positivamente impressionata dall’apertura mostrata da parte dei liceali. Sottolinea l’importanza della presenza dei giovani del Servizio Civile anche in queste occasioni, in qualità di “filtro amico, una figura intermedia, più prossima, rispetto a quella dei docenti” che contribuisca a diversificare la comunità educante e ampliare e sostenere il desiderio di inclusione e fraternità che la ispira. 

Il dialogo è stato arricchito anche dalla presenza attenta di docenti e tutor che, mossi dallo spirito autentico della pedagogia del cuore, hanno accompagnato i ragazzi nell’esplorazione dei loro vissuti, non dimenticando di contribuire con le loro personali risonanze. Come ricordano le Linee Guida per Le Scuole della Rete Gesuiti Educazione “Accompagnare i ragazzi alla conoscenza del mondo interiore, lì dove risiede la più profonda dignità, è un obiettivo fondamentale di una proposta pastorale ignaziana”. 

A tal proposito Stefania Nicolosi, docente di Fisica dei Licei, riporta la sua testimonianza preziosa e significativa. Anche per lei, come docente, è stato un momento per mettere a fuoco nuove modalità per svolgere al meglio il proprio lavoro, incrementare la sua capacità di coinvolgimento dei ragazzi nelle attività, e aprire il cuore ad un tempo nuovo, propizio e di scambio. Pur essendo entrata da poco nello staff dei docenti dei licei, si sente già parte di questa comunità il cui approccio fa vibrare, come una melodia familiare e antica, le corde della sua anima. 

Al termine della giornata, gli studenti si sono cimentati in delle piccole performance, che restituissero al grande gruppo il frutto del lavoro compiuto. Maurizio Gullo, studente del IV scientifico ci racconta di questo momento – pregno di emozione – nel quale gli studenti hanno mostrato i loro disegni, accompagnati da musiche e poemi composti ad hoc, recitato aforismi e realizzato cartelloni. 

Nell’augurio che questa giornata possa albergare nel cuore dei ragazzi come un eco profondo, ci auguriamo che questi attimi di cui ci siamo nutriti possano riecheggiare ancora e siano propedeutici ad iniziare un cammino con un certo stile, di connessione fraterna reale e non virtuale. 

Nina Ferruzza, volontaria di Servizio Civile Universale

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