“Ignazio di Loyola e le donne”: questo il titolo del XXXII Convegno di Spiritualità Ignaziana organizzato dalla CVX di Palermo, nei locali dell’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe” della città, nei pomeriggi del 27 e 28 ottobre 2023.
Relatrice Chiara Selvatici, del CIS (Centro Ignaziano di Spiritualità) di Roma. Presente anche il Direttore della rete ignaziana, padre Paolo Monaco S.J.
A sinistra la dott.ssa Chiara Selvatici, a destra la prof.ssa Angela Caruso
A sinistra la dott.ssa Chiara Selvatici, al centro Paolo Monaco e a destra Padre Notari
Splendide le relazioni, ricche di contenuti, citazioni, stimoli, riferimenti a testi ignaziani e non. Preziose, non solo per la ricchezza ma anche per la chiarezza e l’appassionata esposizione della Relatrice. Le precisazioni, gli stimoli, e anche qualche provocazione, hanno catturato fortemente l’attenzione dei convegnisti, coinvolti emotivamente e personalmente al tema.
Alla fine di ciascuna relazione, l’assemblea si è suddivisa in tre gruppi di lavoro, che si sono interrogati su quesiti e piste di riflessione suggerite dalla Relatrice. Successivamente, essa ha chiarito alcuni punti ed ha approfondito altri aspetti.
Questa sintesi presenta sommariamente le riflessioni esposte da Chiara Selvatici. Solo la pubblicazione degli atti renderà ragione della ricchezza dei contenuti condivisi.
La relazione del primo pomeriggio, intitolata Uno sguardo sulla storia: il rapporto di Ignazio con Nostra Signora e con le donne del suo tempo ha avuto, appunto, un taglio storico-biografico, con la contestualizzazione nel ’500 del cavaliere Ignigo, nobile di nascita, legato a consuetudini, mentalità e costumi propri del suo tempo.
Dopo aver delineato il quadro storico, la Relatrice ha precisato che il rapporto tra Ignazio e le donne trova il suo fondamento sullo specialissimo rapporto di devozione filiale nei confronti di Maria, Mediatrice, Porta e Parte della Grazia divina, sempre presente nella vita di Ignazio. Questo rispetto amoroso verso la Madre di Dio, e Madre nostra, sottende ed impregna il rapporto con ogni donna con cui Ignazio si relaziona e si relazionerà sino alla fine della sua esistenza.
I primi contatti significativi, spirituali e di carità, cominciano a Manresa, per continuare, poi, a Barcellona, ad Alcalà, a Parigi, ad Azpeitia, fino a Roma. Ignazio tenta anche una riforma di alcuni monasteri femminili, ma incontrerà difficoltà e resistenze, e desisterà presto.
A Roma, “insudiciata dalla corruzione della prostituzione” avrà a cuore la condizione delle prostitute, per le quali crea la Casa di Santa Marta; avrà cura di elaborarne lo Statuto, di ricondurre le sposate alla vita coniugale e di lasciare le non sposate libere di scegliere uno stato.
Possediamo 139 lettere inviate a donne e/o da loro ricevute: nobili, benefattrici, figlie spirituali, mamme di gesuiti, donne oppresse e angosciate dal dolore, lettere che possono essere considerate come una storia dell’apostolato presso le donne.
Uno sguardo sull’attualità: la Compagnia di Gesù e la spiritualità ignaziana, con attenzione particolare alle “caratteristiche femminili” della spiritualità, è il tema del secondo pomeriggio che la Relatrice ha magistralmente trattato, cucendo il legame tra Ignazio, la sua spiritualità e la Compagnia di ieri e di oggi, Compagnia che deve essere in grado di leggere il presente della condizione femminile, analizzarla, promuoverla e proiettarla nel futuro.
A tal fine viene precisato che il 9 marzo del 2021 il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa, ha istituito una commissione di dieci persone (sei donne, tre gesuiti ed un laico) per esaminare il ruolo e la responsabilità delle donne nella Compagnia, nelle sue opere ed attività. Il mandato, che scadrà nel marzo del 2024, dovrà tener conto del Decreto 14 della 34a Congregazione Generale, tenutasi nel 1995, e dovrà aggiornarlo alla luce dei cambiamenti avvenuti da allora ad oggi. Ciò perché sono moltissime le donne coinvolte non solo in numerose attività sociali della Compagnia, ma anche in servizi prettamente spirituali: nella conduzione di corsi EVO, nella preparazione di ritiri, conferenze, corsi di approfondimento tematico, come accompagnatori spirituali e nell’insegnamento del catechismo. In percentuale, il coinvolgimento delle donne rappresenta i due terzi dell’impegno complessivo di uomini e donne.
La messa a fuoco di certi aspetti della figura di Ignazio, fatta dalla Relatrice, aiuta a trovare le ragioni dell’amore che per lui e per la sua spiritualità hanno avuto ed hanno tante donne innamorate del Santo. L’individuazione delle ragioni di questo amore e di questa appartenenza spiega i tanti motivi che le legano, oggi, alla Compagnia di Gesù e le inducono a collaborare e ad assumere servizi per conto suo.
Il motivo primo sta proprio nella persona di Ignazio, nelle sue vere caratteristiche temperamentali e spirituali. Averle evidenziate rivela e risolve tante incomprensioni, contraddizioni e stereotipi che avvolgono la sua figura. Alcune di queste più diffuse sono state smontate appunto nel corso delle relazioni: Ignazio misogino, Ignazio duro e severo cavaliere, Ignazio rigido e implacabile nella disciplina e nel metodo, Ignazio intransigente e inflessibile nelle decisioni.
Ecco, invece, che Ignazio non è misogino, ma padre amorevole, tenero, delicato e affettuoso verso tutte le donne, quelle dell’alta società come delle povere, infelici e disgraziate, e per tutte loro si adopera. Come Gesù, egli si circonda di donne che restano folgorate dal suo modo di vivere e di pregare: appare un “pazzo d’amore per Gesù”.
Il Santo rivela in molte circostanze una sensibilità più femminile che maschile: è dolce, si commuove e versa abbondanti lacrime, come rivela la lettura del Diario spirituale.
Egli è un cavaliere al servizio di tutte le donne: delle deboli, fragili, indifese e bastonate dalla vita, che hanno bisogno di lui, così come anche delle donne altolocate e benefattrici, verso le quali è e sarà eternamente riconoscente, loro che l’hanno sempre trattato maternamente ed amorevolmente.
Ignazio manifesta il grande equilibrio interiore di un cuore unificato, in cui emerge maggiormente la sua parte femminile. Significativa la precisazione, al n.10 dell’Autobiografia, dell’effetto che ha su di lui la prima visione di Maria con il Bambino, visione che lo porta a vivere, da allora in poi, la castità.
Vuole insegnare e trasmettere ordine, dare metodo e disciplina alle singole, alle comunità e ai monasteri, con purezza d’animo e d’intenti, onestà e prudenza. Sa che bisogna essere attenti e riservati nei rapporti con le donne ed esorta i confratelli ad essere prudenti e a non dare adito a pettegolezzi
Ignazio sa discernere alla luce dello Spirito per la maggior gloria di Dio ed è da qui che nascono i suoi consigli. Lui sa prendere decisioni e restare fermo in esse, finché non gli sia consentito, finché non sia obbligato e costretto da ragioni superiori, come nel caso della principessa Giovanna d’Austria, figlia di Carlo V, reggente di Spagna, che chiese di essere ammessa nella Compagnia. La richiesta fu accolta, l’unica in assoluto, su decisione di una commissione interna: motivi di prudenza politica portarono all’accettazione, pur con opportune cautele. Quest’unico caso non distoglierà Ignazio dalla decisione di non ammettere mai più donne nella Compagnia, proprio per il carattere del suo Ordine, fondato sull’obbedienza a qualunque missione e mobilità (condizioni impossibili per le donne di allora).
È un uomo che è nato e vissuto in un certo mondo che conosce bene, e sa stare nel mondo con grande “indifferenza”, con libertà interiore ed affettiva. Principesse reali, nobili di altissimo rango, dame dell’alta e media borghesia, religiose e monache in crisi o desiderose di progredire spiritualmente: è con un’ampia gamma di donne che deve rapportarsi e sa usare il registro giusto con ognuna di esse, adattandosi al livello, alle loro richieste e agli effettivi bisogni.
Che cosa lo guida?
- Il rispetto della persona e della dignità di tutte le donne, indistintamente.
- La bellezza di ogni relazione personale autentica, che affonda le sue radici nell’amore di Cristo e per Cristo
- Soprattutto l’amore, il rispetto, la dedizione, la riconoscenza nei confronti di Maria, donna e Madre di Dio, la quale fa del suo grembo la culla del Dio Incarnato.
- Maria è donna, Maria è Madre, Maria è amica, Maria è debole, fragile e bisognosa, Maria è Addolorata, offesa, perseguitata, Maria è sempre presente in ogni donna.
È questo il motivo per cui, insieme alle donne altolocate, ci sono tante altre donne “pericolanti” o “perdute”, che cerca e privilegia, che affida e raccomanda alle altre donne che possono occuparsi di loro. A tal fine, dà vita ad iniziative e fonda istituzioni che presto affida alla loro direzione.
Cosa ha da dirci oggi questo volto femminile della spiritualità ignaziana?
Ecco alcune prerogative femminili che trovano compimento nella spiritualità ignaziana e che ne rispecchiano il volto femminile:
- la donna ha, più dell’uomo, la caratteristica di lasciarsi plasmare, accoglie la vita nel suo grembo, si lascia trasformare e dà la vita, come l’esercitante si lascia trasformare da Dio in un uomo nuovo con gli Esercizi spirituali
- la donna è madre di una vita non solo fisica ma anche spirituale e diventa così collaboratrice del Dio Creatore
- è chiamata a vivere radicata in Dio, come tutti
- è più attenta alle piccole cose e a recepire piccoli dettagli, per una sua attitudine alla cura delle piccole cose
- è attenta al quotidiano
- ha un cuore più contemplativo
- ha più fantasia e creatività tali da renderla più idonea alla compositio loci
- sa equilibrare l’astrazione con la concretezza
- sa stare accanto a chi soffre, come le donne che stettero sotto la Croce (e per questo è in grado di contemplare meglio i misteri della Terza Settimana degli Esercizi)
- ha una modalità particolare di sentire e di percepire in profondità, visceralmente
- sa camminare accanto agli altri esseri e agli amici nel Signore e favorire una comunione nella vita della Chiesa
- sa vivere nell’hic et nunc, sa custodire il passato, si apre al futuro e sa attendere (come dimostra la realtà della gravidanza), rivelando a volte una certa cocciutaggine
- è più propensa a non spezzare e non spegnere
- ha maggiore sensibilità a cogliere in sé e negli altri la presenza di Dio
- ha maggiore pazienza nell’ascolto
- sa cogliere la sottigliezza degli stati d’animo
- sa stabilire una sana distanza con l’altro, in quanto diverso da sé
- sa empatizzare
- sa accogliere i doni, pertanto la Contemplatio ad Amorem, che è la parte più femminile di tutti gli Esercizi, riesce a contemplarla in profondità
- sa meglio contemplare il mistero dell’lncarnazione di Gesù e sa percepire la chiamata a diventare un nuovo Cristo che si apre alla vita e al servizio.
Il Dio cristiano ha la tenerezza della madre, è un Dio-Madre che ama gratuitamente, senza interesse e senza misura come una madre.
A sinistra la dott.ssa Chiara Selvatici, a destra la prof.ssa Rosalba Patrizia Rizzuto
Esempio di questo legame appassionato ad Ignazio e alla Compagnia è stata la testimonianza di Rosalba Patrizia Rizzuto che ha condiviso, con trasporto ed emozione, la sua personale e lunga esperienza esistenziale e spirituale, comune anche ad alcuni “amici nel Signore”, formati dall’indefessa dedizione di Padre Giuseppe Ardiri, S.J. L’amore per la figura di Ignazio e per sua spiritualità si è espressa, negli anni, in diversi servizi ed apostolati della parola e della cultura e soprattutto in quello degli EVO. Padre Ardiri è stato un figlio di Ignazio che, come lui, ha saputo trovare, scegliere e formare testimoni e moltiplicatori della spiritualità ignaziana, quasi tutte donne.
Angela Caruso