Padre Giuseppe Koch, nato a Roma da una illustre famiglia di origine tirolese, è attualmente il direttore del museo e della biblioteca della Specola Vaticana: osservatorio astronomico e centro di ricerca della Chiesa Cattolica affidato alla Compagnia di Gesù. Padre Koch è stato, dal 1977 alla fine degli anni novanta, docente presso l’istituto Gonzaga di Palermo ed è uno dei maggiori rappresentanti di quel connubio tra scienza e spiritualità che la Specola Vaticana e l’istruzione dei Gesuiti rappresentano.
Padre Koch ha incontrato gli studenti del Gonzaga Campus in occasione del suo ritorno a Palermo. Nel laboratorio di Fisica del Campus, da lui voluto e gestito nel corso dei suoi anni di insegnamento, ha incontrato gli attuali docenti e studenti. Con loro ha parlato della sua attività all’interno della Specola Vaticana, osservatorio astronomico e centro di ricerca in dialogo da anni con la comunità scientifica internazionale. Centro di studi che si interroga su alcuni dei temi fondamentali dell’astronomia contemporanea: l’individuazione e l’analisi degli esopianeti, la possibilità della vita al di fuori del nostro pianeta e la storia dell’universo dalla sua origine ad oggi. Temi, questi, con profonde implicazioni nel rapporto tra fede e scienza. Ed è proprio questo l’argomento che ha interessato maggiormente i giovani che hanno partecipato attivamente all’incontro.
La stessa esperienza pedagogica di padre Koch, dentro e fuori il nostro campus, si è sempre mossa all’interno di questo rapporto. È stato docente di matematica e fisica ma anche padre spirituale per molti dei suoi ex alunni. Ricordandoli, nel confronto con gli attuali allievi dell’istituto, ha rievocato il suo far parte della comunità del Gonzaga: “Ci sono certamente a scuola non pochi figli di miei ex alunni e alcuni di loro come figli di ex alunni li incontro nel contesto delle loro famiglie. Nel senso che sono stato per i loro genitori non solo, per alcuni, insegnante al Gonzaga ma anche animatore di gruppi di crescita della fede. Sono stato uno dei gesuiti della comunità”.
La sua esperienza al Gonzaga inizia nel 1977 per iniziativa dell’allora rettore Padre Pandolfo: “Venimmo al Gonzaga in un gruppo di Gesuiti costruito in qualche maniera scegliendo appositamente alcuni di noi da varie sedi italiane. Siamo venuti nell’anno scolastico 1977/1978 in cui ci fu il grande cambiamento di personale gesuitico al Gonzaga con rettore Padre Pandolfo”, rettorato che, come ci ricorda lo stesso Padre Koch, vide poi la nascita della collaborazione tra l’Istituto Gonzaga e la scuola delle Ancelle del Sacro Cuore. Un connubio che fu un’importante esperienza di cooperazione tra personalità e competenze diverse, pari a quella che ha coinvolto e coinvolge, anche a livello internazionale, le attività della Compagnia di Gesù: “Era un arricchimento perché, anche se ovviamente i gesuiti siciliani hanno una loro storia e delle loro
particolarità, da decenni si vive una diminuzione di vocazione quindi se bisogna sostenere qualche attività in Italia si fa ormai riferimento al gruppo totale italiano. Anzi adesso l’identità dei Gesuiti che vivono in Italia è connessa anche dal punto di vista
strutturale con delle collaborazioni a pieno titolo con Malta, l’Albania e recentissimamente anche la Romania”.
Queste esperienze in Compagnia, nota il direttore del museo e della biblioteca della Specola Vaticana, prevedono sempre il coinvolgimento di persone provenienti da contesti diversi: una cooperazione che mette in gioco esperienze e professionalità tra
loro molto distanti. Padre Koch ricorda così la propria formazione, spirituale e scientifica, nel suo profondo legame con Roma, sua città natale: “Io sono romano. E anche nella formazione in Compagnia, per la parte Filosofico-teologica, è stata quasi
tutta a Roma salvo un anno finale di teologia svolto in Belgio all’Università Cattolica di Lovanio. Invece per la parte scientifica in qualche modo anche la mia scuola secondaria è una scuola abbastanza nota a Roma, è il Liceo Terenzio Mamiani, e poi l’università alla Sapienza. Qui ho fatto gli anni prima di ingegneria e poi di fisica con una tesi sperimentale fatta a quello che allora si chiamava il Sincrotrone, struttura istituita dal CNEN – Comitato Nazionale Energia Nucleare”. Una formazione accademica che si lega alla storia, politica oltre che scientifica, del nostro paese ma che mostra ancora una volta quel connubio tra ricerca scientifico-tecnica e vita religiosa, un equilibrio tra due percorsi vissuti con pari passione e confluiti poi nelle esperienze di insegnamento, a Roma come a Palermo: “Io ho alternato per parecchi anni l’insegnamento tra Roma e Palermo però quando ho smesso qui, ero ancora abbastanza giovane, sono stato incaricato di altri compiti sul piano ecclesiale pastorale e non sul piano didattico, della scuola”.
Esperienze, queste, di cui conserva ricordi preziosi nei quali le specificità degli allievi hanno rappresentato e rappresentano un elemento fondamentale proprio grazie alla capacità dei giovani di restituire, attraverso i loro interessi e le loro capacità, uno
sguardo rivolto al futuro. Dal ricordo alla fiducia nell’avvenire, dalla memoria all’augurio per i ragazzi del Gonzaga Campus: “Ho un ricordo magnifico del Gonzaga e della Sicilia perché è stato un periodo, quello tra i miei quaranta e sessant’anni, tra i più fecondi quindi evviva il Gonzaga e viva Palermo. Ho avuto studenti fuori dal comune qui e credo che ci siano ancora dei ragazzi fuori dal comune”.
Gabriele Salemi
Volontario del Servizio Civile Universale
Padre Giuseppe Koch, nato a Roma da una illustre famiglia di origine tirolese, è attualmente il direttore del museo e della biblioteca della Specola Vaticana: osservatorio astronomico e centro di ricerca della Chiesa Cattolica affidato alla Compagnia di Gesù. Padre Koch è stato, dal 1977 alla fine degli anni novanta, docente presso l’istituto Gonzaga di Palermo ed è uno dei maggiori rappresentanti di quel connubio tra scienza e spiritualità che la Specola Vaticana e l’istruzione dei Gesuiti rappresentano.
Padre Koch ha incontrato gli studenti del Gonzaga Campus in occasione del suo ritorno a Palermo. Nel laboratorio di Fisica del Campus, da lui voluto e gestito nel corso dei suoi anni di insegnamento, ha incontrato gli attuali docenti e studenti. Con loro ha parlato della sua attività all’interno della Specola Vaticana, osservatorio astronomico e centro di ricerca in dialogo da anni con la comunità scientifica internazionale. Centro di studi che si interroga su alcuni dei temi fondamentali dell’astronomia contemporanea: l’individuazione e l’analisi degli esopianeti, la possibilità della vita al di fuori del nostro pianeta e la storia dell’universo dalla sua origine ad oggi. Temi, questi, con profonde implicazioni nel rapporto tra fede e scienza. Ed è proprio questo l’argomento che ha interessato maggiormente i giovani che hanno partecipato attivamente all’incontro.
La stessa esperienza pedagogica di padre Koch, dentro e fuori il nostro campus, si è sempre mossa all’interno di questo rapporto. È stato docente di matematica e fisica ma anche padre spirituale per molti dei suoi ex alunni. Ricordandoli, nel confronto con gli attuali allievi dell’istituto, ha rievocato il suo far parte della comunità del Gonzaga: “Ci sono certamente a scuola non pochi figli di miei ex alunni e alcuni di loro come figli di ex alunni li incontro nel contesto delle loro famiglie. Nel senso che sono stato per i loro genitori non solo, per alcuni, insegnante al Gonzaga ma anche animatore di gruppi di crescita della fede. Sono stato uno dei gesuiti della comunità”.
La sua esperienza al Gonzaga inizia nel 1977 per iniziativa dell’allora rettore Padre Pandolfo: “Venimmo al Gonzaga in un gruppo di Gesuiti costruito in qualche maniera scegliendo appositamente alcuni di noi da varie sedi italiane. Siamo venuti nell’anno scolastico 1977/1978 in cui ci fu il grande cambiamento di personale gesuitico al Gonzaga con rettore Padre Pandolfo”, rettorato che, come ci ricorda lo stesso Padre Koch, vide poi la nascita della collaborazione tra l’Istituto Gonzaga e la scuola delle Ancelle del Sacro Cuore. Un connubio che fu un’importante esperienza di cooperazione tra personalità e competenze diverse, pari a quella che ha coinvolto e coinvolge, anche a livello internazionale, le attività della Compagnia di Gesù: “Era un arricchimento perché, anche se ovviamente i gesuiti siciliani hanno una loro storia e delle loro
particolarità, da decenni si vive una diminuzione di vocazione quindi se bisogna sostenere qualche attività in Italia si fa ormai riferimento al gruppo totale italiano. Anzi adesso l’identità dei Gesuiti che vivono in Italia è connessa anche dal punto di vista
strutturale con delle collaborazioni a pieno titolo con Malta, l’Albania e recentissimamente anche la Romania”.
Queste esperienze in Compagnia, nota il direttore del museo e della biblioteca della Specola Vaticana, prevedono sempre il coinvolgimento di persone provenienti da contesti diversi: una cooperazione che mette in gioco esperienze e professionalità tra
loro molto distanti. Padre Koch ricorda così la propria formazione, spirituale e scientifica, nel suo profondo legame con Roma, sua città natale: “Io sono romano. E anche nella formazione in Compagnia, per la parte Filosofico-teologica, è stata quasi
tutta a Roma salvo un anno finale di teologia svolto in Belgio all’Università Cattolica di Lovanio. Invece per la parte scientifica in qualche modo anche la mia scuola secondaria è una scuola abbastanza nota a Roma, è il Liceo Terenzio Mamiani, e poi l’università alla Sapienza. Qui ho fatto gli anni prima di ingegneria e poi di fisica con una tesi sperimentale fatta a quello che allora si chiamava il Sincrotrone, struttura istituita dal CNEN – Comitato Nazionale Energia Nucleare”. Una formazione accademica che si lega alla storia, politica oltre che scientifica, del nostro paese ma che mostra ancora una volta quel connubio tra ricerca scientifico-tecnica e vita religiosa, un equilibrio tra due percorsi vissuti con pari passione e confluiti poi nelle esperienze di insegnamento, a Roma come a Palermo: “Io ho alternato per parecchi anni l’insegnamento tra Roma e Palermo però quando ho smesso qui, ero ancora abbastanza giovane, sono stato incaricato di altri compiti sul piano ecclesiale pastorale e non sul piano didattico, della scuola”.
Esperienze, queste, di cui conserva ricordi preziosi nei quali le specificità degli allievi hanno rappresentato e rappresentano un elemento fondamentale proprio grazie alla capacità dei giovani di restituire, attraverso i loro interessi e le loro capacità, uno
sguardo rivolto al futuro. Dal ricordo alla fiducia nell’avvenire, dalla memoria all’augurio per i ragazzi del Gonzaga Campus: “Ho un ricordo magnifico del Gonzaga e della Sicilia perché è stato un periodo, quello tra i miei quaranta e sessant’anni, tra i più fecondi quindi evviva il Gonzaga e viva Palermo. Ho avuto studenti fuori dal comune qui e credo che ci siano ancora dei ragazzi fuori dal comune”.
Gabriele Salemi
Volontario del Servizio Civile Universale