(English version below)
Ieri tutto lo staff della comunità del Gonzaga Campus si è riunito presso il Boccone del Povero di San Martino delle Scale per riflettere, meditare insieme e vivere un’esperienza di fraternità. La giornata è stata un’occasione affinché i volti dei volontari del Servizio Civile entrassero in contatto quelli del personale e degli insegnanti.
L’incontro si è svolto lungo il corso della giornata di ieri, lunedì 06 settembre, tra riunioni in plenaria, condotte da Padre Vitangelo Denora e Padre Gianni Notari, e momenti di riflessione e condivisione di gruppo.
L’intervento di Vincenzo Ceruso – rappresentante della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali – dal titolo “Il sogno di una fraternità”, ha dato il via al percorso della giornata. Un’esperienza nella quale ogni partecipante – relatori inclusi – ha avuto modo non solo di concepire ma anche di vivere dall’interno una dimensione di comunità fraterna.
Uno spazio innovativo e rivoluzionario – in modo sano – quello di questa comunità in cammino: nata desiderio di riaffermare la condizione esistenziale più affine all’uomo, quella dell’amore. Sentimento taciuto e messo alla porta dalla nostra società liberista che valorizza il raggiungimento del benessere e – del tanto agognato – successo del singolo a discapito di quello altrui.
Per questa ragione solo partendo da un radicale capovolgimento di visione, possiamo (re)insegnare alle barriere che impolverano il nostro cuore ad attenuarsi, sino a polverizzarsi in un liberatorio abbraccio con il mondo.
Come suggerisce Papa Francesco nella sua ultima enciclica – da cui ha preso le mosse l’articolazione dell’intera giornata – il percorso di questo tipo di comunità è più lungo e faticoso poiché contempla diverse tappe, e soprattutto pone innanzi ad una scelta preliminare: quella tra la logica della competizione e quella della compassione.
La prima si erige sulla marginalizzazione, per non dire rimozione, della condizione di fragilità (fisica, economica, psicologica) a favore di un modus vivendi conformista, orientato al potere, intriso di emozioni cupe – tra le quali capeggiano vergogna, risentimento e rassegnazione – e sostanzialmente privo di valori etici. La seconda si propone invece di ribaltare il precedente paradigma andando a colmare le sue lacune, con alcuni gesti fondamentali tra i quali spiccano: il riconoscimento integrale dell’altro, il dare in totale gratuità, recuperare la gentilezza e il coraggio della tenerezza, sino a non cedere al disincanto e alla mancanza di speranza.
Creare spazi entro i quali possa verificarsi la sacra arte dell’incontro è prerogativa del modus operandi del Gonzaga Campus. Realtà che cerca di contrastare la frenesia del mondo odierno, dai pericolosi risvolti, affermando a gran voce l’esigenza di ritrovare il giusto tempo da dedicare alla cura del sé e dell’altro. Binomio di inscindibile forza: poiché è lì ove si scorge la presenza di un “tu” che sviluppano i presupposti per il rigoglio di un “me”.
La proposta di quest’anno ha costituito un momento di arricchimento dal punto di vista sia umano, intellettuale, affettivo, educativo per più di 170 tra docenti, personale degli uffici, volontari di servizio civile. In particolare la scelta finale di riportare le proposte e i progetti elaborati all’interno dei gruppi attraverso sketch, istallazioni creative e performances, oltre ad aver generato un clima coinvolgente e appassionato, ha rinsaldato la sensazione di poter dare forma sempre più reale a questa visione fraterna.
Il punto interrogativo – e la sfida aperta – per quest’anno, sarà capire come creare una routine che garantisca occasioni più fitte di dialogo e di cura, all’interno del “villaggio dell’educazione” del Campus. Che pur nella sua apparente piccola dimensione riesce a mobilitare energie e persone in grado di vivere la grande sfida dell’educazione dei piccoli e dei giovani.
Siamo pronti per ricominciare il nuovo anno scolastico con l’energia, l’entusiasmo e la responsabilità di un sogno condiviso per noi, per la nostra città, per il Mediterraneo, per il nostro mondo.
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English Version
Fraternity is the key for an educational community.
Yesterday all the Gonzaga Campus’ staff was gathered at the “Boccone del Povero” in San Martino delle
Scale to reflect and meditate, living an experience of fraternity. This day has been an opportunity for the
Civil Service volunteers to get in touch with the teachers and all the staff members in general.
This encounter took place on Monday, the 6
th of September, with meetings in the auditorium held by Fr
Vitangelo Denora and Fr Gianni Notari, and moments of inner reflection and group sharing.
Vincenzo Ceruso’s speech – representative of the Diocesan Council of Lay Aggregations – titled “the
fraternity’s dream” or “il sogno di una fraternità” in italian, started the day. An experience where every
participant – supervisors included – had the chance not only to feel but also to live a dimension of
fraternal community.
This community’s journey is an innovative and revolutionary space, in an healthy way, where the wish to
reaffirm the existential condition closest to the mankind, Love, is very strong. Love is the feeling kept
silent and excluded by our liberal society, which enhances the achievement of well-being and the much-
desired success of the individual to the detriment of that of others.
For this reason, only if we start from a radical change of view, we can break down the barriers that
surround our hearts, until they’ll become ashes and they’ll fly away embracing the world.
As suggested by the Pope Francesco in his last encyclical – which inspired the whole day – the journey of
this kind of community is longer and harder, because it includes different steps, and puts you in front of a
preliminary choice: the one between the logic of competition and the one of compassion. The first one is
based on marginalization, if not elimination, of the fragility condition (physical, economical,
psychological) by promoting a conformist way of living, power-oriented, full of dark emotions (the most
common are shame, resentment and resignation) and basically without any ethical values. The second one
is instead the contrary of the prevoius one, by reversing the previous paradigm and filling the gaps with
some fundamental actions, among which stand out: the full recognition of the other, giving without any
expectations, recover the kindness and courage of tenderness until we give in to the disenchantment and
lack of hope.
Creating spaces where is possible to create the art of the encounter is a must for the Gonzaga Campus. It’s
a reality which tries to counter the frenzy of today’s world, with dangerous implications, stating loudly the
need to find the right time to devote to the self-care and to the others-care. Inseparable binomial: because
it’s where you can see the presence of a “you” that develop the conditions for the flourish of a “me”.
This year’s proposal was a moment of enrichment from a human, intellectual, emotional and educational
point of view, for more than 170 teachers, office staff and civil service volunteers. In particular the final
choice of presenting the proposals and the project developed in the groups with sketches, work of arts and
performances, not only created an engaging and passionate atmosphere, but also strengthened the feeling
of being able to give more and more real shape to this fraternal vision.
The question mark – and the open challenge – for this year will be figuring out how to create a routine that
guarantees more opportunities for dialogue and care, within the “education village” of the Campus. Which
despite its apparent small size manages to mobilize energies and people capable of living the great
challenge of educating children and young people.
We are ready to restart the new school year with the energy, enthusiasm and responsibility of a shared
dream for us, for our city, for the Mediterranean, for our world.
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