Ritorno a scuola
Lezioni di presenza
Francesco è nato nel 2010. Frequenta la prima classe sezione C. Nei primi giorni di scuola mi hanno colpito la sua curiosità, la sua educazione, l’attenzione con cui segue i suoi nuovi amici. Ho pensato, allora, di chiedergli se gli andava di scrivere un “articolo” per il sito insieme a me. Ci siamo incontrati solo un paio di volte, perché ci siamo intesi al volo. Francesco è molto concreto. Mi ha chiesto prima di tutto se andava bene fare una riflessione sull’inizio dell’anno scolastico, se dovesse scrivere in una forma molto curata o con un registro più colloquiale. Gli ho chiesto di sentirsi libero di esprimersi.
Doveva presentarsi un mercoledì mattina. Ma fa capolino dall’aula, senza avvicinarsi all’ufficio. Ma ad un cenno dell’insegnante trovo il pretesto per avvicinarmi all’aula “Martini”, dove abitualmente fa lezione la 1C. Francesco è un po’ nervoso. E maneggia un foglio che non mi consegna. Anzi mi chiede di attendere ancora un giorno, perché non è sicuro di avere scritto bene. Certo che sì. Ci vediamo l’indomani. Stavolta la richiesta mi arriva tramite Giorgia, una delle nuovi insegnanti e nostra ex alunna. Ci mettiamo al lavoro, alla scrivania. “Avanti Francesco, detta ed io scrivo”. All’altra scrivania ci ascolta, sorridente e discreta, la vicepreside.
Quest’anno è un anno importante per me. Sono passato dalle elementari alla scuole medie. Non ho più tutti i miei vecchi compagni: ho cambiato classe, scuola, ma ho trovato nuovi amici, nuovi compagni, ma soprattutto ho trovato una scuola divertente, ben organizzata, che mi piace. Finalmente sono ricominciate le lezioni di presenza. Purtroppo per il covid 19 non si possono fare le stesse cose di prima. Per esempio se dopo l’uscita di scuola si resta in giardino, non si può girovagare, ma si deve avere una meta: o si studia in biblioteca o si pratica uno sport; si deve sempre tenere la mascherina tranne quando si mangia e quando si è seduti al proprio banco, non si possono prestare le proprie cose e ci sono i turni tra classi per scendere in giardino. Nonostante questo mi sto trovando benissimo in questa scuola, e mi piace tantissimo, tranne per una cosa: a me la mensa non dispiace tanto ma, da quanto mi hanno detto, vorrei che fossero aggiunte di nuovo al menu le crocchette di pollo, e le crocchette di patate, e le lasagne. Ritornare a scuola, dopo tre mesi di DAD e tre mesi d’estate, rimettere piede nelle aule, risedersi sui banchi, rivedere i compagni, stare ad ascoltare le lezioni di presenza, mentre si guarda la lavagna e la cattedra, mi mancava tantissimo, e il ritorno a scuola mi è veramente piaciuto, anche perché nel periodo della DAD non riuscivo a seguire le lezioni perché mi concentro di più in aula e in più proprio non mi piaceva vedere la mia classe attraverso uno schermo. Insomma, questo inizio dell’anno, sta andando molto bene e spero che continui così.
Francesco mi chiede come faremo a scrivere in due. Gli spiego che racconterò con le sue parole questo strano inizio di anno. Resto vago, e infatti lui non è molto convinto. Ma va via. Poi la vita della scuola ha il sopravvento, e non riesco più a mettere una virgola al file. Francesco mi cerca quasi a fine giornata. Gli dico che entro la giornata avrò finito. Mi viene in mente che non abbiamo concordato il titolo. Francesco propone subito “Ritorno a scuola. Lezioni di presenza”. Approvato! Ma mentre ne parliamo rifletto sull’espressione “lezioni di presenza”, non “in presenza”, come il linguaggio specifico della didattica imporrebbe. Ma non è un errore. Francesco ha intuito – e forse non ne è neanche del tutto consapevole – che “lezioni di presenza” è l’essenziale della scuola. Come se la scuola fosse il luogo in cui si impara la propria presenza, ad essere presenti a se stessi e agli altri, nelle relazioni, nello studio, nel gioco, nello sport, come Francesco e i suoi compagni stanno imparando. Forse il resto conta poco.
Francesco Speciale, alunno della I C della Scuola Secondaria di Primo Grado
Vito Chiaramonte, preside della Scuola Secondaria di Primo Grado