Già da qualche tempo, l’Istituto Gonzaga ha stretto una partnership con la Fondazione con il Sud e con il Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, che ha come obiettivo «la messa in rete di attività di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole orientate all’uso responsabile e consapevole dei dispositivi informatici e della rete. Nello specifico, studenti e studentesse di scuola primaria e secondaria e i loro insegnanti sono parte attiva di laboratori sviluppati per trasmettere competenze che diverranno patrimonio permanente della scuola». Così, anche quest’anno, a partire da fine ottobre, le classi del biennio di tutti e quattro gli indirizzi dei nostri Licei partecipano agli incontri di In-Dipendenze, «un progetto che per la prima volta nel Sud Italia sperimenta un modello territoriale di prevenzione e presa in carico dedicato a minori che presentano disturbi dovuti all’uso eccessivo dei dispositivi tecnologici». Per ogni classe sono previsti quattro incontri da due ore ciascuno distribuiti nel corso dell’anno scolastico fino al mese di maggio durante i quali si svolgeranno delle indagini finalizzate ad obiettivi come la consapevolezza digitale, la gestione delle emozioni e degli stati d’animo nel web: «il paradigma operativo e di pensiero messo in campo è quello di estendere il trattamento alla prevenzione, non solo alla patologia, non demonizzando gli strumenti tecnologici, ma ampliando la conoscenza dei dispositivi e creando maggiore consapevolezza. Un’azione altrettanto importante riguarda la comprensione dei codici interpretativi che permettono ai professionisti e alle professioniste di entrare nelle stanze dei ragazzi e delle ragazze e di “sintonizzarci” con loro attraverso uno sguardo culturale trasformativo che tenga conto della velocità di evoluzione della tecnologia e del sistema di relazioni». In-Dipendenze «trae la sua forza dalla grande rete di partenariato che mette insieme terzo settore, pubblica amministrazione e sistema sanitario nella ridefinizione di interventi territoriali innovativi. Tutti gli attori del privato sociale e le associazioni coinvolte sono chiamati ad approfondire la conoscenza degli adolescenti e del loro mondo, per sviluppare criteri diagnostici che aiutino a capire quando gli smartphone, e in generale la tecnologia, possono essere uno strumento utile e quando, invece, possono trasformarsi un freno relazionale. È proprio il lavoro di rete che sta permettendo alle realtà promotrici dell’iniziativa di diventare competenti su tecnologie di cui si sa poco, perché anche i videogiochi possono essere grandi palestre sociali e comunicative se usati bene nel creare relazioni».
Segnaliamo inoltre che nell’ambito del progetto sono attivi anche gli ambulatori “Spazio Offline”, servizi ambulatoriali di psicoterapia aperti tre volte a settimana e gestiti da esperti psicoterapeuti. Gli ambulatori offrono supporto, contatto precoce, pronta accoglienza e consulenza ad adolescenti di una fascia d’età compresa tra i 13 e i 17 anni che esprimono il proprio disagio sviluppando modalità disfunzionali di utilizzo della rete e dei dispositivi ad esso associati, insieme a percorsi di formazione e sostegno rivolti a genitori di bambine e bambini tra gli 8 e i 10 anni su strategie di utilizzo consapevole e propositivo dei media nel corso della crescita e dello sviluppo dei propri figli. L’attività di presa in carico ambulatoriale ad accesso gratuito avviene attraverso l’azione di sensibilizzazione in aula o la segnalazione di Asp e pediatri. Il servizio vuole promuovere il benessere delle relazioni negli ambienti digitali, prevenire fenomeni quali il cyberbullismo e i discorsi d’odio online, condividere con i più giovani e con i loro genitori nuovi strumenti interpretativi per vivere con maggiore consapevolezza e con autocontrollo il tempo trascorso davanti gli schermi, colmando il divario digitale tra le generazioni.
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